«Mancherà la privacy»

«Mancherà la privacy» I direttori: scelta demagogica «Mancherà la privacy» I direttori: scelta demagogica ROMA. Dalle carceri sale una richiesta di affetto e anche, perché no?, di sesso. In Parlamento e al ministero pensano già alle forme per consentire le «visite riservate». Ma i direttori di carcere, che poi saranno quelli che dovranno gestire il viavai di mogli e fidanzate, sono i più perplessi. «Mica perché sono contrario alla questione, ci mancherebbe. Ma mi preoccupa il modo di procedere, all'insegna dell'improvvisazione e della demagogia», dice Enzo Testa, che è il direttore della casa circondariale di Ivrea, ma soprattutto è il segretario generale del sindacato dirigenti penitenziari (Sidipe). Scusi, direttore Testa, perché tanti problemi? La questione a lei sembra superflua? «No, affatto. Eccome se la questione esiste. Non foss'altro per ragioni fisiologiche. Ma vede, queste sono cose che vanno studiate bene. Altrimenti c'è il rischio del rigetto. Succede quando le cose calano dall'alto, improvvisate... Qui, se non si prepara adeguatamente il personale, e le strutture che servirebbero, si rischia il fallimento». In pratica, a lei e al suo sindacato non piace il di¬ rettore generale Michele Coirò. «Io vedo del gran dilettantismo. Vuole un esempio? Qualche tempo fa ci era arrivata un'altra circolare di questo tipo. Era sui piccoli animali domestici che i detenuti potevano tenere in carcere. Chessò: canarini, gatti, tartarughe. Ora, a parte il fatto che noi per primi non eravamo attrezzati a mantenere gli animali, si ponevano enormi problemi quando il detenuto veniva trasferito. Se tizio si sposta di carcere, viaggia con la gabbia dei canarini? Oppure la doveva portare la polizia penitenziaria? E nel frattempo chi li teneva? Poi ci si è messa di mezzo la Usi, che, tutto considerato, soprattutto il sovraffollamento, ci ha diffidati dal consentire gli animali in cella per motivi igienici. E la storia dei canarini è finita rapidamente». Va bene, ma il sesso tra le sbarre? «Fino ad oggi, non si fa niente. Non esiste la possibilità. Bisogna prima modificare la legge e poi il regolamento carcerario». E in quei casi un po' particolari, con moglie e marito entrambi detenuti? «Niente anche loro. In Italia non è prevista alcuna possibilità. Tutto è rinviato ai permessi premio della legge Gozzini, che sono previsti anche per ragioni affettive, oltre che per esigenze di lavoro o ragioni di famiglia». Ma lei non sente la pressione dal basso? «Guardi, meno di quello che si possa pensare. Il problema è molto sentito, ovviamente. Queste privazioni non sono piacevoli. Ma c'è anche chi ha il timore che un aspetto così delicato, importante e direi anche privato della sfera personale possa essere rovinato dall'ambiente carcerario. Si teme che manchi la necessaria privacy. Insomma, non c'è una spinta fortissima ad avere a qualunque costo questa innovazione. C'è una riflessione, è vero. I detenuti mostrano grande maturità. E piuttosto che avere tutto c subito, purchessia, si aspettano un'applicazione dignitosa di questo principio». [fra. gri.] «I detenuti temono che un aspetto così delicato e privato possa essere rovinato dall'ambiente» Cutolo bacia la moglie: l'ex boss della camorra ha chiesto di poter incontrare la moglie in carcere

Persone citate: Cutolo, Enzo Testa, Gozzini, Michele Coirò

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Roma