I vescovi; più autonomia al Nord-Est di Marco Tosatti

I vescovi; più autonomia al Nord-Est La Conferenza episcopale lancia l'allarme: il malessere di quelle regioni non va ignorato I vescovi; più autonomia al Nord-Est «Ma l'unità nazionale non si tocca» CITTA' DEL VATICANO. I vescovi italiani lanciano l'allarme: il malessere del Nord può avere «conseguenze imprevedibili)». E' il cardinale Ruini, presidente della Cei, a condannare severamente le operazioni tipo «assalto a San Marco». Ma rimprovera, neanche tanto sottovoce, una classe politica responsabile di trascurare le richieste di autonomia. «La questione dell'unità nazionale ha detto ieri Ruini, aprendo i lavori dell'Assemblea annuale dei vescovi - sta venendo di nuovo alla ribalta, attraverso una serie di segnali inquietanti, che meritano la più ferma e unanime riprovazione, specialmente quando vengono varcati i confini della legalità». Ma niente equivoci: «Sarebbe un errore dalle conseguenze imprevedibili)», dice ancora il porporato, «confondere le manifestazioni vistose con quel malessere diffuso e sempre più acuto presente in alcune regioni». Ruini non difende tutte le ragioni della protesta: «Si mescolano a motivazioni di chiusura e di rottura francamente inaccettabili sul piano morale, oltre che miopi e illusorie anche a livello economico e. sociale, ragioni che sono invece fondate e plausibili, corrispondendo a quel bisogno di autonomia e di assunzione di responsabilità per 0 proprio sviluppo». La ricetta della Chiesa per la soluzione della febbre nel Nord Est è espressa così: più autonomia, ma «più forte legittimazione e possibilità d'azione del governo centrale, di modo che autonomie e unità nazionale possano crescere insieme». Evitare i gattopardismi, consiglia il cardinale; il «pericolo maggiore» consiste nello sperare che la spinta si esaurisca. E' preoccupato, il presidente della Cei, perché la politica italiana vola basso, troppo basso; il dibattito e i lavori per la Riforma «sembrano restare troppo spesso ancora¬ ti a preoccupazioni di breve respiro». E si rivolge direttamente a «tutti coloro che hanno posizioni di responsabilità, senza distinzioni», per presentare «un invito sincero a guardare più in alto e più lontano. La competizione politica, fisiologica e anzi indispensabile in una società libera e democratica, non può infatti indurre a dimenticare 0 primario interesse della nazione». La Cei dà anche qualche voto al governo. Ammette: «Risultati significativi sono stati conseguiti quanto alla riduzione del deficit nel bilancio dello Stato e al rafforzamento della moneta». Ma ci sono grossi ostacoli a «soluzioni veramente durature», in campo di equilibrio economico; e «preoccupa l'andamento stagnante delle attività produttive», sia pure non ovunque nello stesso modo. Una pagellina di quasi sufficienza; ma ci sono segni di matita blu nella Riforma dello Stato Sociale. Giusto «ridurre e riqualificare la spesa pubblica», afferma Ruini, ma non dimentichiamoci «il variegato reticolo di solidarietà sociale», cioè le organizzazioni del volontariato, che una legge penalizza pesantemente. Il cardinale cita il governatore della Banca d'Italia, favorevole a dare mezzi al volontariato: «Purtroppo però, dobbiamo dirlo con franchezza, le scelte politiche sembrano andare non di rado in un senso ben diverso». Gianni Baget Bozzo non risparmia critiche alla Cei: «non ha capito quale è il vero problema del Veneto» e «consolidando l'asse Lega-Governo, finisce per consolidare un asse che porta allo scontro. Il problema del Veneto non è territoriale ma fiscale e se non si capisce questo non si capisce il vero motivo della protesta». Marco Tosatti ililiir Il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei

Persone citate: Camillo Ruini, Gianni Baget Bozzo, Ruini

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Veneto