Kabila: sulle elezioni decido io
Kabila: sulle elezioni decido io L'ex presidente Mobutu si è rifugiato per ora in Togo ma rimane ancora un mistero la destinazione finale del suo esilio Mentre nella capitale riaprono uffici e negozi, il nuovo leader rifiuta le pressioni dei governi occidentali Kabila: sulle elezioni decido io Oggi l'arrivo da trionfatore a Kinsbasa KINSHASA. Dopo due giorni di saccheggi e esecuzioni a Kinshasa è tornata la calma. Mentre in città è arrivata una delegazione di rappresentanti di Laurent Kabila, da sabato scorso autoproclamatosi Capo dello Stato della «Repubblica democratica del Congo», molti negozi, ristoranti e mercati sono stati riaperti. E dal suo quartiere generale di Lubumbashi, capoluogo della provincia meridionale dello Shaba, il nuovo leader ha invitato gli impiegati pubblici a tornare al lavoro. Kabila arriverà a Kinshasa oggi, intanto i suoi emissari hanno cominciato ad avviare trattative con gli altri partiti di opposizione a Mobutu per la formazione di un governo di transizione, detto di «salvezza nazionale». Kabila, comunque, ha subito messo le mani avanti e ha rifiutato le pressioni esercitate dai governi occidentali affinché si arrivi al più presto a libere elezioni. Lo ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza delle forze democratiche Deo Bugerà: «Abbiamo bisogno di stabilire rapporti fondati sul reciproco rispetto. Non vogliamo che ci vengano impartiti ordini», ha affermato l'alto esponente del movimento di Kabila. Bugerà ha quindi sostenuto che andando alle elezioni in tempi troppo rapidi si rischierebbe di veder prevalere il voto degli zairesi che per 32 anni sono stati sottoposti al lavaggio del cervello dal regime di Mobutu: «La democrazia non dovrebbe essere intesa come un sistema in cui si tiene conto soltanto dei numeri», ha argomentato il dirigente dell'Alleanza. Il numero due di Kabila ha poi assicurato che verrà garantita la libertà di espressione e sul piano economico si favorirà l'iniziativa privata. Quanto alla formazione del governo provvisorio, Bugerà ha dichiarato: «11 nostro movimento è aperto a tutti coloro che hanno idee». Ma ha evitato di offrire un qualche ruolo particolare al leader dell'opposizione politica a Mobutu, l'ex primo ministro Etienne Tshisekedi, cui ha comunque riconosciuto il merito di essere «una parte» della vita politica del Paese. A sostegno del programma di Kabila è arrivato già il riconoscimento di molti Paesi africani, primo fra tutti il Sud Africa. Il vicepresidente sudafricano Thabo Mbeki ha dichiarato che il suo governo riconoscerà anche il cambiamento di nome dello Zaire. Ma anche altre nazioni, fra le quali la Francia, il Belgio - di cui il Congo è stato una colonia fino al 1960 la Spagna, l'Iran e il Giappone hanno espresso l'intenzione di riconoscere il governo di Kabila. «L'Italia - ha fatto sapere la Farnesina - ha preso atto della nascita della repubblica del Congo» e auspica di stabilire un «rapporto costruttivo con le nuove Autorità congolesi e con il Governo che verrà costituito». La disponibilità delle Nazioni Unite è stata espressa dal segretario generale Kofi Annan, che ha invitato Kabila a coinvolgere nel suo esecutivo anche altre forze politiche del Paese africano. Gli Usa, da parte loro, hanno definito un «segnale incoraggiante» l'annuncio di voler creare un governo di transizione entro questa settimana e promulgare una nuova Costituzione entro due mesi. L'ex presidente Mobutu, intanto, dopo il precipitare degli eventi, si è rifugiato in Togo. La tv statale del Paese ha riferito che il «maresciallo» era partito sabato notte dallo Zaire con un aereo cargo diretto a Rabat, e che aveva poi fatto uno scalo tecnico a Lomè prima di proseguire per la capitale del Marocco. Ma in effetti non è mai ripartito. In Togo, Mobutu potrebbe essere raggiunto dal figlio maggiore Kongulu e da altre 109 persone tra familiari e collaboratori che si sono rifugiati con lui a Brazzaville. Mentre i soldati dell'Alleanza pattugliano le strade di Kinshasa per evitare nuovi saccheggi e uccisioni, rimane ancora incerto il numero delle persone rimaste uccise durante il fine settimana. La Croce Rossa locale parla di 200 corpi ritrovati, ma gli osservatori dichiarano che ci sono ancora cadaveri per le strade della metropoli. La maggior parte degli uccisi sono soldati governativi delle forze armate zairesi e pretoriani della divisione speciale presidenziale che, abbandonati al loro destino da Mobutu in fuga, hanno cercato disperatamante di resistere. Ma sono state anche molte le vittime degli sciacalli e dei predoni che si sono dati al saccheggio, e quelle causate da vendette che, covate per i 32 anni del «regno» di Mobutu, hanno trovato nella prima «notte di libertà» la possibilità di realizzarsi. [s. st.] L'ex presidente Mobutu si è rifugiato per ora in Togo ma rimane ancora un mistero la destinazione finale del suo esilio L'obitorio con i corpi delle vittime della presa di Kinshasa e Laurent Désiré Kabila, autoproclamatosi Capo dello Stato
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