Mafia Dell'Utrì perde un round
Mafia, Dell'Unì perde un round Palermo: accusato da ventidue pentiti, avrebbe riciclato il denaro dei boss Mafia, Dell'Unì perde un round E ' stato rinviato a giudizio f PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Accusato da 22 pentiti, Marcello Dell'Utri, ex presidente di Publitalia, il 15 ottobre sarà processato in tribunale a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Dell'Utri, deputato di Forza Italia, è stato rinviato a giudizio ieri pomeriggio dal gip Gioacchino Scaduto al termine di un'udienza alla quale ha preferito non assistere. Il giudice ha deciso in un paio d'ore, rinviando a giudizio anche il presunto boss Gaetano Cina, proprietario di una lavanderia, che, secondo l'accusa, è stato per anni a contatto con Dell'Utri. Nell'inchiesta, cominciata tre anni fa, fu coinvolto l'anno scorso anche Silvio Berlusconi, la cui posizione è poi stata archiviata. Fino all'ultimo Marcello Dell'Utri ha cercato di evitare il processo. Ieri mattina ha fatto consegnare al giudice dai difensori Enzo ed Enrico Trantino, padre e figlio, una sua memoria breve quanto stizzita: 27 righe in cui ha parlato di «magistratura politicizzata» e «fosco scenario», definendo i pentiti «untori della giustizia, ruffiani per calcolo che hanno compreso quale direzione delle loro sordide trame potesse essere gradita a certa "società civile", attribuendomi grossolane menzogne che in uno Stato di diritto "illuminato" non sarebbero state nemmeno prese in seria considerazione». Dell'Utri aveva chiesto al giudice dell'udienza preliminare sentenza di «non luogo a procedere». Ma subito i pm Domenico Gozzo e Mauro Terranova avevano ribadito la richiesta di rinvio a giudizio e per loro il procuratore aggiunto Guido Lo Forte, uno dei principali collaboratori di Gian Carlo Caselli, facendo risaltare che Dell'Utri è accusato da pentiti di clan diversi, ha sostenuto che sono state valutate anche «prove documentali e indagini di polizia». Tra le circostanze compromettenti, Lo Forte ha citato un appunto rilevato in un'agenda sequestrata al pentito Giovan Battista Ferrante. Accanto a una cifra (alcuni milioni, non si sa bene quanti) era scritto «Regalo di Canale 5». Gli inquirenti presumono fosse una delle somme che, secondo l'accusa, tramite Dell'Utri la Fininvest avrebbe pagato ai mafiosi per non essere infastidita. Si parla di 200 milioni l'anno. Soldi versati in particolare direttamente a Totò Riina e al boss di Catania Nitto Santapaola (a quest'ultimo perché le cosche etnee smettessero di incendiare le filiali Standa di Catania), dirittura sospetto Dell'Utri riciclato della E adc'è il che abbia soldi mafia.Ipotesi, questa, che sabato scorso Enzo Trantino (che è anche deputato di An e fu sotto¬ segretario agli Esteri nel governo Berlusconi) aveva bollato come «testimonianza mostruosa e assurda, falsità volgare e vile dei pentiti». Il primo a parlare di Dell'Utri fu tre anni fa il pentito Salvatore Cancemi, reo confesso per la strage di Capaci. Nell'inchiesta sono finiti anche gli atti dell'indagine di Torino per falso in bilancio. Nel riferire notizie prese a suo dire dalla cosca palermitana di Porta Nuova, Cancemi riferì di soldi della Fininvest a Cosa nostra. Nel maggio 1995 quindi fu arrestato Vittorio Mangano, piccolo personaggio della mafia, fatto assumere da Dell'Utri come stalliere nella villa di Berlusconi ad Arcore. Tanto il manager, ora parlamentare, che Berlusconi dichiararono di avere ignorato i precedenti di Mangano. Nelle indagini su Dell'Utri furono anche inseriti gli imprenditori Francesco Paolo Alania e Filippo Rapisarda, i cui nomi anni prima erano stati accostati a quello di Vito Ciancimino, protagonisti a Torino del «caso Venchi Unica». Sulla fuga di notizie che l'anno scorso rese pubblica l'inchiesta dopo due anni di top secret sono in corso accertamenti. Caselli e i suoi collaboratori ritengono che sia stato violato il loro sistema informatico. Le indagini sono affidate alla procura di Milano perché i primi a divulgare le notizie furono il Tg5 e il Foglio di Giuliano Ferrara. Antonio Ravidà Sono destinato a seguire le orme diAndreotti Pentiti?Li chiamerei piuttosto untori ij p Non ci sono prove mi hanno incastrato perché ho contribuito a costruire Forza Italia ■■ f •*«»&£ ^SStJs 5S5L" «Spi»; A destra Marcello Dell'Utri. Sarà processato il 15 ottobre a Palermo le cosche etnee smettessero di incendiare le filiali Standa di Catania), dirittura sospetto Dell'Utri riciclato della E adc'è il che abbia soldi mafia. Ipotesi, questa, che sabato scorso Enzo Trantino (che è anche deputato di An e fu sotto¬ Cosa nostra. quindi fu arresgano, piccolo mafia, fatto asscome stalliere nsconi ad Arcoreora parlamentadichiararono dprecedenti di Mgini su Dell'Utririti gli imprendilo Alania e Filipnomi anni primstati a quello protagonisti aVenchi Unica». Sulla fuga dscorso rese pubpo due anni dicorso accertamcollaboratori rito violato il lorco. Le indaginprocura di Miladivulgare le noil Foglio di Giul1 della mafia. FPerò hannparlano di «Io li chiamo Gente che dicpranzato, ho Persino che hSantapaola... contrato segrCose da cui ndifenderei I magistraai pentiti hgini, riscon«Monnezza, tnel cestino». É A destra Marcello Dell'Utri. Sarà processato il 15 ottobre a Palermo Sotto il padrino della mafia. Totò Riina. A destra la memoria difensiva di Dell'Utri
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