Caso Squillante, giallo sul rientro
Caso Squillante, giallo sul rientro Bruxelles: i fratelli Mariano e Fabio si dovrebbero costituire stamattina alla frontiera italiana Caso Squillante, giallo sul rientro Ifigli del giudice in tv: pronti a tornare, ma il legale smentisce MILANO. Considerati finora «latitanti virtuali», i fratelli Fabio e Mariano Squillante, colpiti, secondo indiscrezione giornalistica, da un ordine di cattura per riciclaggio che la procura di Milano non ha mai voluto confermare, diventano ora anche «costituendi virtuali». Nel senso che mentre ieri le agenzie anticipavano un'intervista rilasciata da Fabio Squillante a Bruno Vespa, nella quale veniva annunciata per oggi la sua presentazione insieme al fratello alla frontiera con l'Italia, il legale di Mariano, l'avvocato Andrea Fares, smentiva attraverso le stesse agenzie che ciò sarebbe accaduto. «Per quanto di mia conoscenza, per domani (oggi, ndr) non è previsto che i fratelli Squillante si costituiscano, tanto è vero che io sono fuori Milano per un impegno professionale del tutto diverso. Anche se posso confermare che l'intenzione dei signori Squillante è quella di presentarsi al più pre¬ sto all'autorità giudiziaria». Ma da Bruxelles la notizia della presentazione dei due fratelli, entrambi giornalisti e residenti all'estero, viene riconfermata. Dunque, all'insaputa del loro legale, i figli dell'ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante, già arrestato per corruzione, oggi dovrebbero arrivare alla frontiera italiana e verificare così sul campo se nei loro confronti esiste davvero l'ordine di custodia cautelare firmato il 10 aprile scorso dal gip Rossato su richiesta dei pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, titolari dell'inchiesta sulla corruzione tra i giudici della capitale. Secondo le accuse, i due figli di Squillante avrebbero aiutato il padre a far sparire un ingente capitale custodito in Svizzera (si calcola una decina di miliardi) poco prima del suo arresto, aprendo diversi conti esteri a loro nome e a nome della moglie russa di Fabio, Olga Favtchenko. «Né io né alcun membro della mia famiglia abbiamo mai riciclato alcunché. E su questo sono formale», ha dichiarato Fabio Squillante a Bruno Vespa nel corso dell'intervista mandata in onda a «Porta a porta». In pratica il corrispondente, autosospesosi, della Stampa ha ribadito quanto già aveva dichiarato il fratello Mariano, corrispondente a Londra della Rai: e cioè di non avere avuto ancora nessuna notizia ufficiale circa l'emissione di provvedimenti nei loro confronti. «Non abbiamo ancora ricevuto nessuna notizia né del fatto che siamo indagati né di un ordine di arresto né abbiamo ricevuto alcuna risposta alla nostra offerta di presentarci». Circa l'ipotesi di accusa di riciclaggio, Squillante afferma: «E' quello che abbiamo letto sui giornali». E sul fatto che i fratelli Squillante abbiano effettuato un forte prelievo dal conto svizzero del padre, Fabio ha detto di non poter rispondere in pubblico «prima di rispondere ai magistrati». Nel corso dell'intervista inoltre Squillante ha affermato di non essersi mai chiesto i motivi per i quali suo padre, un magistrato, aveva un conto in Svizzera: «Ho sempre avuto una grandissima fiducia nei confronti di mio padre. Sono convinto della sua innocenza. So che mio padre giocava in Borsa, so che investiva. I giornali l'hanno scritto, e lei Vespa sa anche che lui è stato commissario della Consob. Quindi il mondo finanziario a lui era molto ben conosciuto. Inoltre ha fatto investimenti immobiliari. Francamente a me non è mai venuto il dubbio che i suoi guadagni fossero di natura illegale». Secondo il racconto di Fabio Squillante, nella banca di Bellinzona, dove stando alle accuse erano custoditi i soldi di Renato Squillante, «c'è sempre stato solo un conto e mio padre poi, nel tempo, ha aperto 3 sottoconti, uno a nome di ciascuno dei figli». [p. col.] «Mai ricevuto comunicazioni sul fatto che siamo indagati. Nessuno di noi ha mai riciclato alcunché» Renato squillante e ilf1gli0 Mariano
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