« Ecco la rivoluzione federalista» di Fabio Martini
« [eco la rivoluzione federalista» « [eco la rivoluzione federalista» D'Onofrio: ma Polo e Ulivo hanno paura Ma intanto sta alla finestra... «Ma lo sa qual è la sua vera forza? Lui in questi giorni sta trattando, anticipando il No al referendum!». Detto in soldoni? «Il referendum finale sulla Bicamerale è destinato a diventare un referendum sulla secessione. Questo è il dato vero!». D'Onofrio, ma il suo non è uno scenario apocalittico? «Per nulla: se la nuova Costituzione partorita dalla Bicamerale non passa al Nord, di fatto quella di fatto è la secessione del Paese, visto che Bossi caricherà il referendum di questa valenza». E Bossi è interessato per davvero alla modifica dell'articolo 5 della Costituzione? «Lui dice "va bene se la Repubblica diventa federale". Ma invece che "Repubblica una e indivisibile", vorrebbe semplicemente: "l'Italia è una Repubblica federale". Perché non esclude che ci siano più Stati nella stessa Repubblica». Lei ha parlato anche con D'Alema: al di là degli appelli al «figliol prodigo», anche lui e preoccupato dal referendum? «Sì, mi è sembrato preoccupato. Lui teme non soltanto il no congiunto Polo-Lega, ma teme anche che il no del Nord al referendum possa aprire la strada alla secessione». Se è così, perché non si fa una riforma federalista? «Vogliamo dirla tutta? Polo e Ulivo parlano così accanitamente soltanto di premierato e di riforma elettorale perché danno per scontato che lo Stato resterà così com'è. Non potrebbero mai ammettere che tra Prima e Seconda Repubblica il passaggio non è dalla de al bipolarismo, ma al nuovo Stato. Dovrebbero ammettere la centralità di Bossi». Ma Prodi non dice che la Bicamerale dovrà fare il federalismo? «Non so se i ministri di Prodi saranno d'accordo...». Perché? «Perché con la scelta della Repubblica federale si tagliano gran parte dei poteri dei ministri centrali». C'è già qualche traccia? «Certo. Veltroni, che dice di essere federalista,, scrive una lettera e chiede preoccupato se le attuali competenze sullo Spettacolo restano allo Stato. Se si fa la scelta federalista, avremo un crescendo di segmenti, corporazioni, ambienti che sono spaventati dalla fine delle competenze statali». Fabio Martini
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