Marzotto pensa a Stefanel, Letta alla guerra del decoder di Mario DeaglioGianni Zandano

Marzotto pensa a Stefanel, Letta alla guerra del decoder NOMI E GLI AFFARE Marzotto pensa a Stefanel, Letta alla guerra del decoder E' l'ora dei mercati. Lo teorizza Guido Rossi all'Aspen, lo testimonia Mario Deaglio nel secondo rapporto sull'economica globale dove si legge che, nel mondo, sono ormai i mercati finanziari a guidare il cambiamento. Lo credono i gestori di fondi e lo crede Wall Street, che contro ogni pessimismo continua a maculare record. Ai mercati torna a guardare Carlo De Benedetti che, per riallacciare un flirt da tempo trascurato, lancia attraverso Cir un'Opa su Sasib. E l'Opa promette agli azionisti Unicem Franco Buzzi per la primavera del '98, quando si sostituirà nel controllo del gruppo del cemento all'Ifi guidata da Gabriele Galateo di Genola. Contagiata dal virus, a sua volta la Carlo Comit di Luigi De Benedetti Fausti, col so- Gabriele Galateri stegno delle Generali e di Gianfranco Gutty, decide di mettere la sua aristocratica identità sul piatto dell'intesa con la popolaresca Cariplo, pronta a dividere il potere con un de di lungo corso: Giuseppe Guzzetti. Perfino il direttore generale del Montepaschi Divo Gronchi scorda per un momento di essere stretto tra i lacci rossi del pds cittadino e vagheggia un «polo» con l'Imi di Luigi Arcuti e il San Paolo di Gianni Zandano. Rincuorata da tante attenzioni, Piazza Affari ritrova un po' di fiducia in se stessa e triplica il volume degli affari. La carne al fuoco è molta, molti gli interrogativi. Dopo l'accordo siglato tra la Rinascente guidata da Giovanni Cobolli Gigli e la francese Auchan di Bernard Mulliez, che faranno la Standa di Silvio Berlusconi e la Esselunga di Bernardino Caprotti? Alla luce del protocollo firmato tra Enel e Eni, come reagiranno l'amministratore delegato di Edison Giulio Del Ninno, e Alberto Falck, padrone di Sondel? Identico fermento percorre il settore tessile, dopo la rottura tra Hpi e gruppo di Valdagno. Luciano Benetton ha appena annunciato un'importante acquisizione, e tutti attendono ora le mosse di Pietro Marzotto, che qualcuno indica già intento a studiare un accordo con l'amico Giuseppe Stefanel. Mentre Stet si prepara a muovere i primi passi verso il privato, avendo avuto da Londra il benevolo okay di Fausto Bertinotti, sembra invece in fase di ral- Gianni lentamente) Zandano Albacom, nonostante il raddoppio del capitale e l'arrivo di un nuovo amministratore delegato: Giuliano Venturi, che prende il posto di Silvio Paolo Don- Berlusconi zolla. A frenare sarebbe il socio forte British Telecom. A sua volta tirato per la giacchetta dall'Authority anglosassone, preoccupata dell'attivismo del presidente Iain Vallance che, dopo la Spagna, è piombato sullo scacchiere statunitense dove orchestra una mega-fusione con la Mei presieduta da Bert Roberts. Ecco dunque l'amministratore delegato di Bt, Peter Bonfield, criticare i ritardi italiani nel settore e, a catena, segnare il passo l'intesa tra Albacom e Franco Bernabò per la rete Eni, nonostante l'ottimismo deU'amministratore delegato Mediaset Giuliano Adreani. Ma proprio guardando a British Telecom è possibile misurare l'abisso che separa il mercato di casa nostra dal resto del vasto mondo. Mentre a Roma la lobby Fininvest guidata da Gianni Letta si dà un sacco da fare per ottenere dallo Stato sussidi per i decoder in grado di captare la tv satellitare, a Londra Rupert Murdoch si allea con Bt, Midland Bank e Matsushita per finanziare la vendita di decoder a prezzo stracciato (200 sterline). Da ripagarsi con i servizi interattivi offerti dai 200 canali lanciati per l'occasione da BSkyB. Una dopo l'altra, vanno a posto le pedine del mondo confindustriale. In Assolombarda ha vinto la partita Benito Benedilli, l'uomo dei chimici e come da copione il presidente uscente En- Alberto nioPresuttiè Falck salito in Federlombarda. A Federveneto, finita la suspense, scocca l'ora dell'accordo: salvo imprevisti, sulla poltrona del dimissionario Mario Carrano siederà il presidente degli industriali di Belluno, Luigi Ar sellini. Anche la Fiera di Milano è sistemata. Nonostante le rimostranze del presidente della Regione Roberto Formigoni, il ministro dell'Industria Pierluigi Bersani ha scelto Guido Artom. U quale, secondo voci ricorrenti, dovrebbe portarsi Gianfranco Borghini, ex sindaco di Milano, come segretario generale. Sotto la supervisione sapiente di Luigi Lucchini, sta andando a posto il tassello Brescia. Dopo la bocciatura clamorosa di Pier Luigi Streparava, e la spaccatura sul nome di Angelo RampinelU, Ugo Gussalli Beretta si è lasciato convincere a dire sì alla presidenza della Associazione Industriali. E oggi verrà designato dalla giunta. Tuttavia, essendo il padrone della Beretta impegnato molti mesi l'anno nella fabbrica statunitense, si sta cercando il consenso sul nome delle quattro vicepresidenze, una delle quali verrebbe riservata al figlio di Francesco Carpani Glisenti, Paolo. Ma Beretta vuole un «suo» vicepresidente «forte», che possa essergli vicario. La «pax bresciana» verrà quindi sancita il prossimo lunedì nella Assemblea del Centenario. Alla quale saranno presenti anche il presidente del Consiglio Romano Frodi e Giovanni Agnelli. Valeria Luigi Sacchi Lucchini Carlo De Benedetti Gabriele Galateri Gianni Zandano Silvio Berlusconi Alberto Falck Pietro Marzotto Luigi Lucchini