Il papa: sarò più buono di Marco Tosatti

Così Wojtyla ha risposto ad un ragazzino che gli chiedeva quale fosse il suo impegno. Cori d'auguri in piazza S, Pietro Così Wojtyla ha risposto ad un ragazzino che gli chiedeva quale fosse il suo impegno. Cori d'auguri in piazza S, Pietro Il papa; sarò più buono Ha festeggiato il compleanno tra i bambini CITTA' DEL VATICANO. «Abbiamo sopravvissuto già sedici anni», ha detto qualche giorno fa Giovanni Paolo II nell'udienza privata concessa a Giovanni Agnelli e ai vertici della Fiat, riferendosi all'attentato di piazza San Pietro. Era forse in un momento di malinconia; ieri invece era allegro, allegro per l'allegria che lo circondava sin dalla mattina, quando si è recato in visita alla parrocchia di Sant'Atanasio, a Pietralata, e l'ha trovata piena di striscioni di auguri. Allegro, probabilmente, anche perché pensa che alla fine del mese tornerà in Polonia, e addirittura andrà a Zakopane, nei suoi amatissimi Monti Tatra. Una lunga permanenza, dieci giorni, spezzati da qualche parentesi di riposo. Una visita così lunga sarebbe stata normale qualche anno fa; ora esce nettamente dalla media concessa al Pontefice un po' più vecchio, un po' più acciaccato e con qualche guaio alla fascia extrapiramidale. Ma la Polonia è la Polonia, per Giovanni Paolo II, e di fronte alla Polonia tutte le regole e le prudenze si inchinano. Un assaggio di Polonia c'era ieri in piazza San Pietro. Non appena Giovanni Paolo II è apparso alla finestra del suo studio privato sono partiti i cori; e in particolare quello di «Sto Lat», «cento anni», il tradizionale canto di auguri polacco (per i sovrani, soprattutto). Lo cantavano i polacchi, ma anche molti italiani; che evidentemente, nel frattempo lo hanno imparato. Una volta «Sto Lat» era quasi appannaggio dei giovani di CI; ora l'uso si è allargato ben al di là delle appartenenze di movimento. Papa Wojtyla ascoltava, con aria seria e assorta. Poi alla fine non si è trattenuto: «Le parole sono polacche, ma la pronuncia è italiana», ha scherzato. Ventimila persone erano nella piazza inondata da un sole quasi estivo. E fra di loro non pochi bretoni, in costume tradizionale, che hanno in trecciato gighe e gavotte al suono delle piccole cornamuse gaeliche. Numerosi anche gli striscioni, in varie lingue, per dirgli «Auguri». Alla fine, cortesemente, il Pontefice ha detto: «Con lo sguardo rivolto a Maria ringrazio oggi quanti mi hanno espresso le loro felicita zioni per il mio compleanno ed hanno assicurato una speciale preghiera quale segno di affettuosa vicinanza». Non è una citazione banale, o «d'ufficio», quella relativa alla Madre di Dio; è collegata direttamente con le parole citate nell'udien za di cui abbiamo parlato all'inizio, e al termine che ha usa to, «sopravvissuto». Giovanni Paolo II è convinto che un in tervento miracoloso, compiuto dalla Madonna, gli abbia salvato la vita dai proiettili di Agca e dalla lunga, forse imiti le, corsa verso il «Gemelli», do ve giunse avendo perso una quantità incredibile di sangue Inutile perché a due passi da San Pietro c'è l'ospedale del Santo Spirito. «Domando alla Vergine - ha aggiunto - di ottenere per me e per tutta la Chiesa il dono della fedeltà. "Totus tuus" (tutto tuo, ndr), ripeto quest'oggi, confidando nell'incessante protezione della Madre di Dio, perché il messaggio della salvezza possa, grazie al contributo generoso di tutti, raggiungere gli estremi confini della Terra». Totus tuus è il motto dello stemma pontificale di Giovanni Paolo II. La festa è cominciata di mattina. Giovanni Paolo II è giunto alla parrocchia di Sant'Atanasio, nel quartiere periferico di Pietralata, accolto da un coro di auguri. Il primo in- contro, con i bambini, è stato occasione per uno scambio di battute dello stile nonno-nipotini. I piccoli lo interrogavano, e il Papa rispondeva. «Per il mio compleanno - ha detto uno dei bambini - la mamma mi chiede sempre di fare un proposito. Tu, quale fai per il tuo?». «Di essere più buono», ha risposto serio Giovanni Paolo II. Il Papa ha raccontato ai ragazzini di essere nato nel pomeriggio, tra le 17 e le 18. «Quasi alla stessa ora 58 anni dopo sono stato eletto Papa». Il Papa ha detto ancora che nella storia personale di ognuno sono i momenti come la comunione e la cresima che segnano la storia personale. Ha parlato di Gesù, che conduce verso la vita eterna. «Io - ha detto sorridendo ai bambini -, sono più vicino di voi a questo traguardo». E i piccoli, debitamente allenati, gli hanno risposto intonando «Sto lat». «Allora - ha replicato il Papa - me ne restano ancora 22, anzi 23». Marco Tosatti Ai più piccoli: «Sono più vicino di voi al traguardo della vita eterna» Nella foto grande, il Papa che ieri ha compiuto settantasette anni. A sinistra lo striscione d'auguri in piazza San Pietro

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Polonia