«Aima, bilanci allegri»

«Aimo, bilanci allegri» «Aimo, bilanci allegri» Arrivano i verbali dell'inchiesta 1995 ROMA. Bilanci «allegri e ballerini», quelli dell'Alma, almeno negli anni dal 1987 al 1993. A dirlo è le relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sull'Azienda per gli interventi sul mercato agricolo, nominata alla fine del 1995, durante il governo Dini. Si parla di un bilancio parallelo a quello ufficiale, che, gonfiando o diminuendo a piacimento le varie voci, dava la possibilità di gestire centinaia e centinaia di miliardi sfuggendo alle direttive di spesa e al controllo del Cipe. Tutto ciò viene divulgato solo oggi perché i membri della commissione erano stati tenuti alla riservatezza date le varie inchieste avviate parallelamente dalla Procura di Roma e la commissione parlamentare, a suo tempo, non ha potuto trarre conclusioni anche a causa della fine anticipata della legislatura. Il «caso Aima» era stato sollevato da Adriana Poli Bortone, ministro delle Risorse Agricole nel governo Berlusconi, che aveva commissariato l'agenzia, affidandola a Mario Are. Proprio in questo periodo erano venuti alla luce alcuni episodi particolarmente significativi, come una revisione dei bilrnci chiesta al commissario in cui il bilancio di previsione 1994 avrebbe dovuto essere modificato per un maggiore importo di 800 miliardi. Sei giorni dopo l'importo della richiesta di revisione era sceso a 222 miliardi. Tutto ruotava intorno agli avanzi di bilancio dove finivano le somme non spese creando così una sit.ua- zione caotica. E, nel corso di un'audizione, il Ragioniere dello Stato, Andrea Monorchio, ha definito i conti dell'Aima «un calderone», tutto era possibile grazie alle migliaia di miliardi che arrivavano dalle casse della Comunità europea. Anche la gestione delle spese per il personale era fuori controllo, Are afferma che 8 miliardi di residui passivi per spese di personale «Non corrispondevano alla realtà, non esistevano». E l'azienda aveva almeno mille conti correnti bancari infruttiferi e che portavano solo spese, mentre per l'informatizzazione dei servizi nel 1993 furono spesi 118 miliardi, cifra che, secondo i tecnici ascoltati dalla commissione, poteva essere dimezzata. Poi i contributi che l'ente forniva ai settori eccedentari: per la distillazione vinicola l'Aima pagava ai distillatori 155 mila lire per ettanitro, spiega il commissario, contro un possibile ricollocamento sul mercato di circa 10 mila lire. Per quanto riguarda l'olio, continua la spiegazione di Mario Are, venivano emesse fatture per operazioni false: il passaggio dal produttore al cliente compiacente avveniva su mezzi inesistenti o contestualmente con camion segnalati su vari itinerari. Strane operazioni sui cereali avvenivano anche con prefinanziamenti: alle società che dovevano esportare semola, ad esempio, venivano concessi anche 200 miliardi e il recupero, avverte la relazione, appare problematico perché le polizze assicurative a garanzia sarebbero state emesse da società non in grado di far fronte all'impegno assunto, [v. cor.] Adriana Poli Bortone

Persone citate: Adriana Poli Bortone, Andrea Monorchio, Berlusconi, Dini, Mario Are

Luoghi citati: Roma