Giochi e Barbie dei Paesi tuoi di Stefano Bartezzaghi

Giochi e Barbie dei Paesi tuoi Emma Bonino boccia i divertimenti d'importazione, Londra polemica Giochi e Barbie dei Paesi tuoi NASCERÀ' il «comunitariamente corretto»? Dà mostra di temerlo il Daily Telegraph, che accoglie con ironia una proposta del commissario europeo Emma Bonino: lasciare le Barbie agli americani, e produrre Euro-giocattoli, che oltre a divertire sappiano educare i bambini. Malignamente, e confondendo giochi con giocattoli, il quotidiano inglese immagina versioni Comunitarie di Monopoli, un Trìvio! Pursuit sui parametri di Maastricht, una legge Bosman che imponga ai giocatori di Scarabeo la libera circolazione delle parole straniere. Però è difficile credere che Emma Bonino voglia estirpare Barbie dalle braccia delle bambine per sostituirla con trastulli giudiziosi. Saprà da sola che Barbie non è diseducativa, soddisfa un'esigenza antica e la traduce in un mondo che è fatto anche dei vestiti, delle macchine, degli stili di vita che ogni bambino vede attorno a sé. Sarebbe poi bellissimo che qualcuno inventasse giocattoli affascinanti come Barbie e, qualsiasi cosa voglia dire, «più europei», «meno americani». Ma non illudiamoci: come per il cinema e le bibite, i prodotti industriali e seriali riescono meglio di là dall'oceano, noi prevaliamo sulle tirature limitate. Le ragioni di dubbio sono altre. La prima: il gioco se è educativo lo è per caso e nella lingua dei giochi e dei giocattoli giudizioso è sinonimo di triste. La seconda ragione è che i giochi infantili non hanno confini. Primo Levi si meravigliava di aver visto dei bambini giocare a «mondo» (ovvero «campana», o «settimana») in Ucraina. Pensava che fosse una specialità italiana, e invece scoprì i misteriosi canali di quella che chiamò «l'internazionale dei bambini». Altro che europei: i bambini nascono cosmopoliti e, in pratica, poliglotti. Solo col tempo imparano l'esistenza e il significato delle frontiere, e a insegnarglielo non è la Barbie. Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Bosman, Emma Bonino, Primo Levi

Luoghi citati: Londra, Ucraina