«Il rapimento non è una farsa»
UN DRAMMA SVENTATO l'attore confessa i suoi timori dopo la rivela2ione che una banda voleva sequestrarlo assieme alla moglie «Il rapimento non è una farsa» Dario Fo: ho sbagliato a riderci su UN DRAMMA SVENTATO MCESENATICO A guarda che roba, non si può mai stare tranquilli». Se n'era uscito così Dario Fo, sghignazzando e minimizzando, quando l'altra sera gli dissero che una banda di balordi progettava di sequestrare lui e sua moglie Franca Rame per derubarli di denaro e gioielli. Oggi si corregge: «C'è poco da ridere, perché i delinquenti sono per metà sani e per metà folli. E con il loro lato folle non si sa mai». Dario Fo occupa la stanza di un albergo. Ma non per paura. E' arrivato a Cesenatico da solo, senza la moglie. Fosse andato a casa, nella villa di campagna dove meditava di prelevarlo la «banda dei balordi» (la definizione è sua), avrebbe dovuto badare alle necessità pratiche. Molto più comodo l'albergo, soprattutto per chi ha un solo programma: scrivere. La vicenda lo ha scosso. Anche perché ha scoperto che questa storia del rapimento non arriva dal nulla: i sequestratori volevano già provarci l'anno scorso, alla fine dell'estate. Per fortuna anche allora era andata storta. Lei conosceva uno degli aspiranti rapitori. «Lo conosceva soprattutto Franca. Era il padrone del bagno in cui andiamo qualche volta... A me piace poco il mare». Che tipo è? «Un bru-bru, avrebbe detto mio padre: un balordo che ha bidonato la persona che gli aveva venduto il bagno. E' l'uomo che ha distrutto lo studio di un avvocato, ritenendo che la parcella fosse troppo salata. Io l'ho visto poco, ma mi è subito sembrato poco civile. Una volta disse a Franca: che bell'anello ha, signora. E Franca, d'istinto, rispose: è falso. Ecco, il tipo è questo». Quando ha saputo che volevano rapirla, che cosa ha pensato? «Subito mi sono detto: sono i soliti coglioncioni. Poi ci ho ripensato, soprattutto perché mi arrivavano informazioni preciso. Dicevo: questi ti entrano in casa, ti puntano una pistola alla testa e non sai più quel che può succedere. Non mi spaventavano le loro armi, mi spaventava l'idea del loro panico. Noi in casa non abbiamo né soldi né gioielli, mica siamo scemi. Questi, non trovando quel che cercavano, potevano cedere a una violenza rabbiosa. Oppure, potevano essere disturbati dall'arrivo di qualcuno: colti dal panico, potevano fare qualunque cosa. I delinquenti sono pericolosi. Ma più pericolosi sono i delinquenti cretini, che non dormono mai». Dopo «Il Fani ani rapito», la farsa politica del '75, avremmo potuto avere «Il Fo rapito». «Sarebbe meglio citare un'altra mia commedia: "Il ratto della Francesca", me ne hanno copiato interi passaggi». Che intende dire? «Hanno commesso gli stessi errori raccontati in quella commedia». I Fo sono stati la coppia più esposta del teatro italiano. «Ne abbiamo avute di storie, è vero. Ci è successo tutto. Hanno anche tentato di farci fuori. Negli Anni Settanta-Ottanta i servizi segreti avevano ordinato di ucciderci». E perché? «In seguito a varie cose. Franca era impegnata nel Soccorso Rosso, io aveva scritto "Morte accidentale di un anarchico", "Pum, pum! Chi è? La polizia", il "Fanfani". Insomma, rompevo i coglioni. Il generale Dalla Chiesa aveva dato ordine di arrestarci, misero una bomba nel no- stro teatro/la Palazzina Liberty, rapirono Franca e la violentarono (e quella fu una violenza di Stato). Insomma, abbiamo fatto una vita allegra». Con che reazioni? «Neanche un lamento, per coerenza. Ma sapevamo che rompevamo le scatole. Dopo i delinquenti di Stato, ecco ora i delinquenti privati. I primi sono ancora impuniti, gli altri... beh, non pensiamoci... Certo non me l'aspettavo». Il tentativo di rapimento non cambierà le abitudini dei Fo. Continueranno a vivere come prima, e come prima continueranno ad abitare il casale ristrutturato di Cesenatico. Precauzioni? Nessuna. «Non mi sono mai sentito così protetto come in questi giorni, ma protetto dalla gente comune. Sono venuti in tanti a trovarmi, in tanti mi hanno telefonato. Hanno anche tappezzato i muri della città con le locandine dei giornali con la notizia del fallito rapimento». E magari da questa storia nascerà una commedia. Con Fo non si sa mai: in queste cose, è un demonio. Osvaldo Guerrieri 66 Subito mi sono detto: sono i soliti cretini. Ma poi ci ho ripensato. Quallaègente che se non trova quello che cerca o incappa in un imprevisto reagisce in maniera violenta e imprevedibile ■■ 66 Conosco uno di quei balordi: ha distrutto lo studio di un avvocato perché la parcella era troppo alta. La storia sembra presa dalla trama di una mia commedia Hanno ripetuto gli stessi errori^ 66 Ci è già successo di tutto: dai servizi segreti che volevano ucciderci alla bomba in teatro fino alla violenza su Franca Precauzioni? Nessuna Mi sento protetto dall'affetto della gente ipij Dario Fo e Franca Rame, compagni nella vita e nel teatro. Una banda voleva rapirli a Cesenatico
Luoghi citati: Cesenatico
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