Il «513» di Giovanni Bianconi

Le correzioni al nuovo testo Il «513 Le correzioni al nuovo testo ROMA. «Per fortuna c'è il bicameralismo», dice D'Alema, annunciando che i deputati dovranno riformare la riforma appena approvata dai senatori del famigerato art. 513 del codice di procedura penale. Por farcela, il pds dovrà vincere le resistenze che arrivano soprattutto da una componente dell'Ulivo, il ppi, cosa che non gli è riuscita a Palazzo Madama. C'è chi sostiene che il nuovo 513 non può cambiare, pena il fallimento - in base ad accordi siglati ai più alti livelli degli schieramenti politici - della Bicamerale, ma il popolare Ortensio Zecchino, presidente della commissione Giustizia del Senato e portabandiera della riforma, dichiara: «Niente è immodificabile e nessuno è indisponibile. Però bisogna vedere corno gli emendamenti saranno scritti in concreto». Vediamoli dunque, questi emendamenti, cosi come sono stati teorizzati in ima riunione riservata tra gli «addetti ai lavori» della maggioranza tenutasi mercoledì, alla presenza del ministro Flick, nello studio di Montecitorio del presidente della commissione Giustizia Pisapia. Le questioni principali riguardano la norma transitoria, che - per come è stata licenziata dal Senato prevede che le dichiarazioni rese in istruttoria e non confermate da imputati di reato connesso nei procedimenti in coreo, valgano solo se riscontrate da elementi che non siano altre dichiarazioni non confermate in aula. Altrimenti si buttano. I pubblici ministeri titolari di inchieste su Tangentopoli e sulla mafia sono Insorti invocando per un verso i rischi della prescuàoufc (i tempi sono infatti destinati ad allungarsi, perché tribunali e corti dovranno riconvocare le persone che non hanno risposto) e per l'altro quelli delle minacce e dell'intimidazione: nel mondo di Cosa Nostra non sarà difficile ricorrere a vendette trasversali per far tacere un pentito in dibattùnento e far cadere le sue accuse. Ecco allora che, anche se non si dice esplicitamente, per andare incontro alle ragioni e allo critiche espresse soprattutto dallo Procure di Milano e di Palermo, i deputati della maggioranza - con l'assenso di Flick - proporranno due emendamenti, mio per ciascun problema. Per evitare i rischi della prescrizione si proporrà che, dal momento in cui c'è la richiesta di richiamare un imputato di reato connesso che s'è avvalso della facoltà di non rispondere nei dibattimenti già svolti, i tempi della predizione siano sospesi finché l'atto non sarà completato, ipotizzando un «tetto» massimo di sei mesi di questa interruzione. Questo servirà ad evitare di far cadere le accuse, ma anche a scoraggiare manovre dilatorio da parte delle difese. E Zecchino, che comunque aspetta di leggero questa nuova nonna, per ora si trincera dietro un «è una modifica discutibile ma fattibile». Sull'altro punto, invece, la ri-riforma prevedere che in presenza di accertate «violenze, minacce, offerte o promesse di denaro o di altre utilità» fatte por indurre chi accusa a rifiutarsi di rispondere alle domande dei giudici o dello difese, le dichiarazioni rese in istnittoria resteranno valide. In sostanza verrà esteso agli imputati di reato connesso quanto è già previsto dall'articolo 500 del codice per i testimoni. Al Senato i rappresentanti del pds Fassone e Calvi avevano già tentato di inserire questo emendamento, ma non ce l'hanno fatta. Ora ci riproveranno i loro colleghi della Camera. Nella riunione dell'altra sera a Montecitorio è emerso un sostanziale accordo sui ritocchi alla norma transitoria così come a quella «a regime», che pure presenta dei problemi; ad esempio, per quanto riguarda l'incidente probatorio. La prima riunione della commissione è convocata per mercoledì, e già allora il deputato della Sinistra democratica Luigi Saraceni potrebbe presentare i nuovi emendamenti. Ma come reagiranno i popolari? «Ne ho già parlato con Folena - dice ancora Zecchino - aggiustamenti se ne possono fare, ma deve rimanere intatta la filosofia sia della norma "a regime" sia di quella transitoria. E' una questione di etica e di civiltà giuridica». Giovanni Bianconi

Persone citate: D'alema, Fassone, Flick, Folena, Luigi Saraceni, Ortensio Zecchino, Pisapia

Luoghi citati: Milano, Roma