Borrelli: il pm ha ragione Ci vogliono indebolire

Borrelli: il pm ha ragione Ci vogliono indebolire Borrelli: il pm ha ragione Ci vogliono indebolire LA RABBIA DEL POOL CMILANO ONDIVIDO pienamente la sostanza del discorso di Francesco Greco, al di là dei toni e delle parole», usa tutto il suo savoir faire Francesco Saverio Borrelli. Ma si vede che il procuratore capo di Milano è più che soddisfatto delle bordate lanciate da Greco, che aveva paragonato il governo attuale a quello di Bettino Craxi, che in tema di giustizia «certe cose neanche le avrebbe tentate». «Capisco i toni di Greco, ma come mai siamo sempre soltanto noi, sette, otto, non di più, a parlare... l'Anm è assente», si chiede Gerardo D'Ambrosio, procuratore aggiunto, l'ufficio dirimpetto a quello di Borrelli. Poi fa: «Non solo Craxi, anche Berlusconi non avrebbe potuto immaginare certe cose. Adesso ci pensa la sinistra, segno che ha l'esigenza di percorrere questa strada per uscire dall'emergenza». Cinque anni e rotti dopo l'arresto di «Mariuolo» Chiesa, nel corridoio dei passi perduti, di qua i capi di là Davigo e Colombo - ma una volta c'era l'ufficio di Antonio Di Pietro -, tira una brutta aria. 1 progetti per la riforma dell'articolo 513 planeranno mercoledì prossimo negli uffici della commissione Giustizia della Camera. «E da qui a mercoledì, ne possono succedere di cose...», fa gli scongiuri un magistrato. Come se bastassero questi pochi giorni per arrestare la macchina politica, che sta raddrizzando la traiettoria della giustizia e dei processi. Già, i processi. Se passasse l'articolo 513 senza correttivi per i procedimenti ancora in corso, un bel mucchio di Mani pulite finirebbe nel tritacarne. «Saremmo costretti a risentire almeno 200 imputati», fa i conti Gherardo Colombo. Si sa che dovrebbero essere rivisti i processi per le tangenti all'Ipab, quello per le mazzette sugli aeroporti gestiti dalla Sea. Poi tutta la storia giudiziaria degli ultimi 5 anni: tangenti Piccolo Teatro, Enel, autostrada Milano-Serravalle, appalti Anas più il processo contro la Guardia di Finanza che vede imputato Silvio Berlusconi e quello a Publitalia con Marcello Dell'Utri. «La modifica del 513 rischia di scompaginare a posteriori molte scelte processuali. Avessimo avuto presente quest'altro contesto che si presenta ora, non avremmo dato il consenso al patteggiamento per molti imputati», è l'impressione di Francesco Saverio Borrelli. Poi, spiega: «Greco avrà anche il suo modo di esprimersi, ma questo è un momento preoccupante. Si ha l'impressione che, almeno oggettivamente, si stiano moltiplicando segnali di intervento che concorrono ad indebolire l'azione di prevenzione e repressione della giustizia. Non so fino a che punto questo sia nell'interesse della collettività». Meno catastrofista, ma ugualmente preoccupato come Greco e con tutto il pool che si è schierato, c'è D'Ambrosio: «Magari faranno anche delle modifiche al 513, ma di certo non toccheranno il 2621, l'articolo che riguarda il falso in bilancio. Non ne avranno il coraggio». C'è quasi una sfida nelle parole di D'Ambrosio, sul ponte di comando di Mani pulite, quando ancora non era stato inventato il neologismo Tangentopoli. «Sì, ma adesso è un'altra cosa, c'è un'altra situazione politica...», dice. Lui che è passato alla Storia come una «toga rossa» e adesso •■ go- verno dell'Ulivo al potere - dai «rossi» arrivano gli attacchi più forti. Che battaglia ci possa essere, Borrelli ne è convinto: «Sul 513 credo che dovranno fare i conti con la sentenza del '92 della Corte Costituzionale che aveva stabilito che i verbali di un indagato in procedimento connesso, anche se si avvale della facoltà di non rispondere, possono entrare nel dibattimento, perché fanno comunque parte delle indagini». Il rischio più grande, secondo il pool al completo, è quello della prescrizione. Del vanificarsi di mesi di indagini, intercettazioni, interrogatori solo perché - superato un certo periodo - il reato diventa non più perseguibile. «Quello è un problema eventuale e riguarda tutti i processi, non solo quelli di Mani pulite», puntualizza il procuratore capo. E aggiunge: «Il problema esiste, al di là della modifica dell'articolo 513. E' di ieri la notizia del processo agli impiegati del palazzo di giustizia di Milano, che prendevano danaro per accelerare le pratiche, finito in prescrizione per una serie di lungaggini processuali». E la modifica del 513, secondo il pool, potrebbe provocare un effetto a valanga. Anche se da Francesco Saverio Borrelli, alla fine, non arrivano solo chiusure: «Certo che aumenta il rischio prescrizioni, se il 513 viene modificato in un certo modo. Ma su alcune modifiche, fino ad un certo punto, non si può non essere d'accordo». Fabio Poletti PRO F. S. BORRELLI IGNAZIO LA RUSSA FRANCESCO MARZAChT VITTORIO CORSI SANDRO PENNASILICO MARIO B0RGHEZI0 EDMONDO BRUTI LIBERATI CONTRO MASSIMO D'ALEMA R F. CASINI ALFONSO PECORARO SCANIO GUIDO CALVI FABIO MUSSI PIETRO FOLENA NICKI VENDOLA PAOLO CENTO TIZIANA PARENTI GIULIANO PISAPIA ROCCO BUTTIGLIONE LEO VALIANI BETTINO CRAXI ENRICO LA LOGGIA GAETANO PECORELLA ELENA PACIOTTI CARLO NORDIO MARCO BOATO PRO E CONTRO GRECO li procuratore Borrelli con il suo «vice» D Ambrosio

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