« I'anno scolastico era a rischio »

« « I/anno scolastico era a rischio » iZ ministro: non avevamo alternative IL MINISTRO SI DIFENDE AROMA NCHE i ministri soffrono. Luigi Berlinguer, responsabile della Pubblica Istruzione, svela i suoi tormenti nel mettere la firma sotto il decreto che impedisce a 32 mila insegnanti di andare subito in pensione. Ministro, qual è il suo stato d'animo? «Il decreto mi è costato, non c'è dubbio. L'intervento è doloroso». Perché costringe a restare in classe insegnanti pronti ad andare in pensione? «L'intervento mi è costato perché riguarda gli insegnanti che avevano deciso di lasciare la scuola. Attualmente le leggi riconoscono loro il diritto di andare in pensione. Ma i loro diritti configgevano con le esigenze economiche dello Stato». Insomma, non era accettabile l'abbandono di tanti insegnanti tutti insieme? «Un numero così elevato di pensionamenti avrebbe comportato gravi difficoltà per il regolare inizio del prossimo anno scolastico. Non saremmo stati in grado di reclutare tanti nuovi insegnanti qualificati. Poi c'era l'aspetto economico». Un problema enorme per il governo Prodi che tenta di ridurre il deficit per aderire alla moneta europea. «I pensionamenti sarebbero costati 3500-4 mila miliardi, con un peso insostenibile per la finanza pubblica. E l'effetto sarebbe stato singolare: non avremmo avuto le risorse per effettuare le assunzioni per sostituire gli insegnanti». Tenere gli insegnanti controvoglia le sembra dunque il male minore? «Conosco gli insegnanti e il loro senso deontologico: sono convinto che il lavoro proseguirà con responsabilità e impegno. Resta a scuola controvoglia solo quella parte (probabilmente meno estesa) di insegnanti che non aveva più intenzione di fare lezione». E l'altra parte? «L'altra parte, molto consistente, è costituita dagli insegnanti che hanno presentato la domanda di pensionamento solo per il timore di perdere il diritto di andare in pensione in forma anticipata. Il secondo gruppo di insegnanti conserva la possibilità di andare in pensione negli anni successivi e i loro diritti vengo¬ no rispettati: non c'è stato un blocco delle pensioni, ma mia programmazione». Lei parla di conferma dei diritti. E' vero che si è trovato in contrasto con il ministro del Tesoro Ciampi contrario a confermare il diritto di andare in pensione non per vecchiaia? «Non c'è stato conflitto in Consiglio dei ministri». Neanche fuori dal Consiglio? «Con Ciampi non c'è stato alcun conflitto. C'è stata invece la mia insistenza perché non si penalizzassero gli insegnanti». Cosa vuol dire? «Se ci fosse stata prima una discussione sulle questioni previdenziali affrontando subito il problema delle pensioni per tutti, io avrei partecipato responsa- bilmente». E invece? «Poiché si è cominciato dagli insegnanti, ho voluto evitare che si penalizzassero gli insegnanti». Sta dicendo che con una riforma generale si può affrontare il problema delle pensioni d'anzianità? «Con la discussione sulla riforma generale è all'ordine del giorno il problema delle pensioni d'anzianità. Certamente non dovranno essere prese decisioni in contrasto con il decreto sugli insegnanti». Riconosce che oggi gii insegnanti sono più favoriti potendo andare in pensione di regola a 52 anni? «Nel provvedimento appena varato non c'è una riforma strutturale. Il decreto non è basato sull'età, ma sui bisogni della scuola. E' consentito il pensionamento a chi abbia raggiunto i limiti della vecchiaia e a chi abbia acquisito i diritti della cosiddetta finestra Amato»;. Resta quindi aperta la questione delle pensioni di anzianità? «Oggi è prevista una combinazione tra età anagrafica e anni di contributi. La situazione è migliore per tutto il pubblico impiego e temo che questo sia uno dei temi da affrontare nella discussione sulla riforma generale delle pensioni». Facendo le somme è soddisfatto delle decisioni del Consiglio dei niinistri? «Sono addolorato per il provvedimento preso, ma più tranquillo per il fatto di non aver danneggiato gli insegnanti. Io auspico nell'ùiteresse del Paese e della scuola una disciplina certa in materia di pensioni per tutti in modo che si chiuda il capitolo». Sugli insegnanti ha pesato la paura per un'eventuale futuro taglio delle pensioni d'anzianità da parte del governo Prodi? «L'incertezza crea angoscia in chiunque. Servono certezze». Può dare certezze anche agli studenti e alle famiglie? «L'anno scolastico in corso si può chiudere regolarmente, il prossimo può cominciare ordinatamente. Grazie al decreto non avremo un costo aggiuntivo per la finanza pubblica e sarà possibile assumere oltre ventimila insegnanti». Roberto Ippolito Scontro con Ciampi «Ho voluto soltanto ribadire che per me era meglio affrontare lo Stato sociale nel suo complesso» QUANTO GUADAGNA UN INSEGNANTE ITALIANO " (STIPENDI NETTI MENSILI DAL LUGLIO 1997 CON 35 ANNI DI SERVIZIO) SCUOLA ELEMENTARE MEDIA INFERIORE MEDIA SUPERIORE PRESIDI QUANTO GUADAGNA UN INSEGNANTE CONFRONTO ITALIA . ESTERO (BASE 100 - STIPENDI MASSIMI MENSILI} 2.402.474 2.623.848 2.736.583 3.638.479 SVIZZERA TOO GERMANIA 78 USA ■:. . 80 FRAN CIA 78 SPAGNA 65 AUSTRIA 65 ITALIA 56 Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

Persone citate: Ciampi, Luigi Berlinguer, Roberto Ippolito

Luoghi citati: Austria, Germania, Italia, Spagna, Usa