La Schiaffino scivola sulla villa di Paolo Colonnello

la Schiaffino scivola sulla villa A giudizio per truffa: secondo i giudici la firma dell'ex marito Falck non era autentica la Schiaffino scivola sulla villa «Ha falsificato una lettera per entrarne in possesso» MILANO. Il giudice le aveva concesso il diritto a lunghe vacanze nella villa più bella e famosa del Tigullio: ma a lei, Rosanna Schiaffino, ex signora Falck, non bastava. Voleva la villa di Portofino tutta per sé. Ed è stata la sua rovina. L'ultima puntata della telenovela Schiaffino-Falck, offre un altro colpo di scena clamoroso. Per dimostrare che l'incantevole abitazione affacciata sul mare (valore stimato: 20 miliardi) le apparteneva di diritto, l'ex attrice avrebbe fatto letteralmente carte false, inventando, secondo il pm, un finta lettera autografa dell'ex marito Giorgio Falck, datata 20 febbraio 1982, il giorno dopo del loro matrimonio. Una missiva nella quale, «come parte integrante del contratto di matrimonio che oggi finalmente ci unisce», a Falck veniva attribuita la decisione di riconoscere alla novella sposa, «per ripagarla della sua grande rinuncia, anche finanziaria... e cioè di smettere la sua brillante carriera di attrice per occuparsi a tempo pieno di me» il 51 per cento di «villa Primula, sita in Portofino (terreni, immobili e arredamento compreso)». Tutto falso. E l'altro ieri Rosanna Schiaffino è stata rinviata a giudizio. L'accusa è di falso ideologico e materiale e tentata truffa ai danni di Giorgio Falck. Lo ha deciso il pm della procura circondariale Fabio Roia, dopo aver ricevuto i risultati di una meticolosa perizia che ha stabilito non solo che il documento era falso ma che a scriverlo è stata proprio lei, Rosanna Schiaffino. L'ex attrice, avrebbe compilato il manoscritto appropriandosi di uno dei fogli sottoscritti in bianco dall'ex marito che li lasciava in giro per casa o in barca «per il compimento di atti di normale amministrazione», in occasione delle sue frequenti trasferte all'estero. I periti hanno stabilito che anziché nel febbraio 1982, come riportato sulla lettera, il documento sarebbe stato compilato in realtà circa a metà del '96, cioè 15 armi dopo il giorno del matrimonio, conclusosi in maniera turbolenta nel maggio del '96. La contraffazione sarebbe avvenuta forse in occasione di un atto di citazione contro Giorgio Falck in cui l'ex attrice, per la prima volta rivendicava la proprietà del 51 per cento della villa. Nell'atto, del 18 giugno '96, rileva il pm, la Schiaffino scriveva: «...la esponente ribadisce quanto a suo tempo già convenuto con il mai-ito e conferma l'accettazione dell'attribuzione della proprietà, sottolineando come la stessa ha rappresentato una seppur parziale compensazione dei proventi che una già avviata e ancora promettente carriera artistica le avrebbe potuto far conseguire». In questo modo, scrive il magistrato nel provvedimento di rinvio a giudizio, la Schiaffino avrebbe indotto in er¬ rore i giudici che dovevano decidere nelle varie cause. Da quel momento Falck, che aveva ereditato la proprietà dalla famiglia nel '73, non aveva più potuto mettere piede nella sua casa di Portofino, in quanto il pretore di Rapallo, accogliendo imo dei vari ricorsi d'urgenza presentati dalla ScWaffino, aveva riconosciuto alla donna il diritto temporaneo di abitare la villa. Non contenta di aver vinto la prima battaglia, Rosanna Schiaffino aveva promosso contemporaneamente altre due cause: una possessoria (a Rapallo) e una petitoria (a Milano), depositando in entrambe la lettera falsa. Lo stesso documento era poi finito in un procedimento milanese nato da una denuncia presentata questa volta da Falk contro la ex moglie per lesioni: alcuni schiaffi ricevuti per strada dall'imprenditore sotto gli ocelli di tre avvocati. E' stato il legale di Falck, l'avvocato Roberto Fanari, ad accorgersi che tra le varie copie delle lettere qualcosa non quadrava: infatti in quelle depositate per le cause civili sulla proprietà della villa, sotto la firma di Falck compariva anche la scritta «per accettazione, Rosanna Schiaffino». Mentre nel documento prodotto nel processo per lesioni, la dicitura misteriosa¬ mente spariva. Così il legale ha chiesto al pm di acquisire l'originale della lettera per vedere qual era quella giusta. E qui è arrivata la sorpresa: i periti calligrafici incaricati dal magistrato di stabilire l'autenticità dell'originale, e soprattutto se il testo fosse stato scritto prima o dopo la firma di Falck hanno concluso che la firma non era di Falck (forse era stata ricalcata da uno dei fogli firmati in bianco dallo stesso) e soprattutto il testo era stato scritto recentemente, cioè nel '96 dalla stessa Schiaffino. Paolo Colonnello

Luoghi citati: Milano, Portofino, Rapallo