I giudici di Tangentopoli contro il governo di Ugo Bertone

I giudici di Tangentopoli contro il governo Colombo: a rischio i processi in corso, se la Camera riforma il 513 «salverà» 400 imputati I giudici di Tangentopoli contro il governo 7/pm Greco: neanche Craxi si era spinto tanto avanti MILANO. «Il rischio di prescrizione si fa sempre più concreto. Più pesante...». Gherardo Colombo, pm della procura milanese, è esplicito. Se passa alla Camera la riforma del «513», quella che prevede che le dichiarazioni rese al pm, ma non confermate nel corso del processo, non potranno più esser acquisite agli atti, «c'è il rischio che vadano in prescrizione i reati contestati ai due terzi dei 600 imputati per fatti di Mani pulite nei processi che sono ancora in corso». Ovvero 400 imputati salvati, in extremis, dal Parlamento. E Francesco Greco, altro pm del pool, è ancora più duro, parlando al convegno promosso da alcuni intellettuali milanesi in sostegno dei magistrati. «Non so se ho ancora il diritto di parlare ironizza amaro - ma sono ottimista. Non piango se un governo di sinistra sta facendo quello che nemmeno Craxi aveva tentato». «Questa normativa - incalza Armando Spataro, della direzione distrettuale antimafia di Milano potrebbe essere addirittura criminogena. I processi di mafia a Milano non sono a rischio, perché quasi il 100% delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono state rese in aula. Ma il pericolo è per il futuro». Il clima tra politici e magistrati, insomma, torna a farsi rovente. Come sen.pre accade, del resto, quando il Parlamento s'avvia a decisioni non gradite... «Ma è doveroso da parte di tecnici - ribatte Colombo - prospettare quelle che potrebbero essere le conseguenze di un provvedimento legislativo». E il pm propone pure due soluzioni. «Primo, sospendere, per i processi in corso, le prescrizioni e, in tutti gli altri casi, rendere definitiva la decisione degli indagati in procedi¬ mento connesso sull'eventualità di deporre o meno». Ovvero, «se uno accetta di farlo davanti al pm, deve essere disposto a farlo anche in aula». Questo, vale per le pendenze future. Ma l'emergenza, avverte Colombo, riguarda innanzitutto quei 400... «Siamo sul filo del rasoio - aggiunge il pm -. Basterebbe la concessione di una qualsiasi attenuante per far finire in prescrizione nel '99 quasi tutti i reati loro contestati perché si riferiscono a fatti accaduti negli anni precedente al '92». «Siamo nel '97 - conclude Colombo - per molti processi siamo ancora al primo grado. Poi c'è l'appello e la Cassazione: quindi si andrebbe probabilmente alla prescrizione». Il primo banco di prova del «nuovo» 513, del resto, riguarderà proprio Milano e Mani pulite in particolare. Qui, tra pochi giorni, dovrebbe prender U via l'appello per le tangenti Enimont. Dovrebbe, perché ricorda lo stesso presidente del collegio, il giudice Renato Caccamo, «un primo rinvio appare inevitabile, perché la prima udienza, fissata per il 28 maggio, coincide con uno dei giorni di sciopero fissati dagli avvocati milanesi». Ma, rinvio o meno, è già battaglia aperta. Le ostilità le ha aperte «Il Foglio» di Giuliano Ferrara, con un lungo articolo dedicato proprio al magistrato, già autore delle sentenze d'appello dei processi per Eni-Sai e tangenti Aem. Caccamo, scrive il quotidiano, non ha certo fama di «colomba». Anzi è lui che, nella sentenza EniSai, scrivendo dell'ex presidente dell'Eni Gabriele Cagliari, suicida a San Vittore, ha sottolineato che «era un corrotto e, quando non complice, legato ad ambienti di corruttori». Eppure, aggiunge maliziosa- mente «il Foglio», lo stesso Caccamo si era lamentato del fatto che un gran numero dei procedimenti di Mani pulite si sono articolati «sulla base di dichiarazioni rese da altri imputati in procedimento connesso» spesso rese neile carceri. Il tutto «con enorme pregiudizio del principio dell'oralità». «Quell'articolo - ha replicato lo stesso Caccamo - è quasi il preannuncio di una serie di istanze di ricusazione». Ma che succederebbe al processo se passasse alla Camera il 513? «Il processo andrebbe rifatto quasi da capo perché basato sulle deposizioni rese al processo Cusani». Con la quasi certezza della prescrizione. E' inevitabile? «Bisogna vedere - risponde Caccamo - le norme transitorie. Se si potrà riascoltare gli indagati riaprendo l'istruttoria dibattimentale in appello, allora potremo arrivare in Cassazione prima del '99». Dopo quella data, i reati di Enimont finiranno in fumo. Ugo Bertone Francesco Greco pm del pool Mani pulite

Luoghi citati: Milano