Insegnanti, oggi la sentenza del governo

Insegnanti, oggi la sentenza del governo Treu: basta con i rinvìi. La Corte dei Conti condanna il ministero a risarcire 36 docenti Insegnanti, oggi la sentenza del governo Probabile il blocco di 43 mila pensionamenti anticipati ROMA. In una atmosfera da «giallo», il governo affronta oggi la grana del blocco parziale o totale del pensionamento chiesto da 65 mila presidi e insegnanti della scuola pubblica sotto lo spauracchio di imminenti tagli ai trattamenti previdenziali. Non c'è traccia del problema nell'ordine del giorno della seduta del Consiglio dei ministri convocata per le 10 a Palazzo Chigi, ma si sa che ugualmente se ne discuterà a fondo e si cercherà di definire una soluzione anche per evitare il protrarsi di una situazione di preoccupante incertezza. Se non si arriverà ad una decisione, si dirà che non c'era alcun provvedimento iscritto nel menù della riunione; altrimenti, si preciserà che un provvedimento era giunto all'ultimo minuto per «fuorisacco» e che il governo non aveva esitato ad approvarlo. «Si può rimanere nell'incertezza fino all'ultimo - ammette il ministro del Lavoro Tiziano Treu - ma è certo che una decisione deve essere presa al più presto». Tanto più che per garantire la regolare apertura dell'anno scolastico il numero delle dimissioni e dei posti disponibili (si confermano 20 mila assunzioni) deve essere noto entro la fine del mese. Il «giallo» non riguarda solo se oggi ci sarà o no un pronunciamento dell'esecutivo, ma anche i contenuti del decreto-legge che un gruppo di esperti dei ministeri del Tesoro, della Pubblica istruzione e del Lavoro hanno sostanzialmente ultimato a tarda ora della sera. C'è chi insiste sulla necessità di un blocco totale dei 65 mila pensionamenti, ma questa ipotesi non troverebbe molti seguaci nello stesso governo e nelle forze politiche. Invece, la soluzione più probabile dovrebbe limita- re il blocco a 43 mila dipendenti della scuola che hanno fatto domanda di pensione anticipata, mentre non ci sarebbero problemi (cioè potranno essere collocati a riposo fin da settembre) per i restanti 22 mila, di cui 5 mila hanno raggiunto il tetto dell'età pensionabile, 16 mila erano già stati «congelati» dai blocchi decisi dai governi Amato e Berlusconi e 1000 hanno fatto domanda di andare a riposo per motivi di salute. Qualche variabile, peraltro, potrebbe essere considerata per il «pacchetto» dei 43 mila pensionandi anticipati. Usando, ad esempio, la leva dell'età anagrafica - sostengono alcuni - si avrebbero impatti ben diversi sulla massa degli interessati: infatti, 33 mila 500 hanno almeno 52 anni di età e, quindi, sono al limite minimo per la pensione di anzianità nel pubblico impiego; se si passa allo scaglione con un'età minima di 57 anni, la cifra si riduce a 16 mila 500; sono, invece, poco più di 8 mila i dipendenti scolastici con 60 o più anni di età che hanno chiesto di usufruire del trattamento previdenziale anticipato. Ma, proprio mentre il governo si appresta a deliberare sulla spinosa questione, arriva una notizia clamorosa: la Corte dei conti ha condannato il ministero della Pubblica istruzione a risarcire 36 docenti romani (assistiti dal Condacons) con stipendio, interessi e rivalutazione «per l'ingiusto differimento forzato del loro pensiona¬ mento disposto con la legge finanziaria del '92», che ha fatto slittare al 1° gennaio '94 il trattamento di pensione del personale della scuola cessato dal servizio per dimissioni dal 1° settembre '93. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ammonisce: «Stia attento il governo a non ripetere errori che poi costano allo Stato molto più di quanto si vorrebbe risparmiare. Interessi e rivalutazione, infatti, fanno raddoppiare la cifra che ora il ministero dovrà pagare a questi 36 docenti ingiustamente forzati a rinunciare alla pensione o a ritornare in servizio da una legge iniqua perché viola i diritti acquisiti». Ad accrescere la tensione giunge, infine, la conferma della minaccia di blocco degli scrutini e degli esami da parte di Snals, Gilda e Cobas della scuola. Si delinea così uno scontro durissimo che rischia di provocare non pochi disagi ad oltre 7 milioni di studenti e alle loro famiglie anche in vista delle vacanze estive. D'altra parte, il blocco almeno di buona parte dei 65 mila docenti in fuga è considerato una scelta obbligata soprattutto per assicurare il regolare avvio del nuovo anno scolastico. «Bisogna garantire - afferma il leader della Uil Pietro Larizza - il diritto dei cittadini a mandare i loro figli a una scuola che a settembre dovrà funzionare con gli insegnanti che servono». Gian Cario Fossi «La spesa pensionistica sarebbe già in equilibrio senza i 93 mila miliardi stornati a favore dell'assistenza» c'è un sistema fatto avverte Violante - «sente un avvitamenmaggioritario, quesAllora, «il problemsi decida e la decisiodella società». Nella foto piccola in alto Sergio Cofferati Nella foto grande Pietro Larizza Nella foto piccola in basso il ministro Tiziano Treu

Persone citate: Berlusconi, Carlo Rienzi, Gian Cario, Pietro Larizza, Sergio Cofferati, Tiziano Treu, Treu

Luoghi citati: Roma