Requiem Tedesco di Brahms una meditazione in musica di Leonardo Osella

STAGIONE RAI STAGIONE RAI GRAN FINALE CON JARVI Requiem Tedesco di Brahms una meditazione in musica Come è nel carattere di Brahms, l'opera non cade nel «tragico spinto», ma si mantiene nell'aura di una malinconia soffusa, con pochi accenti veramente drammatici e un sostanziale intento meditativo. Non è un'opera religiosa in senso stretto, non basandosi sui testi canonici degli uffici funebri. Come ha specificato Rostand, «non comprende nessuna delle preghiere per i morti normalmente usate nella liturgia; Brahms ha scelto personalmente, nell'Antico e nel Nuovo Testamento, alcuni testi che trattano il tema della morte e che privilegiano le posizioni protestanti su questo argomento». Si chiude così la lunga stagione principale, che ha toccato memorabili vette con le prime due opere della Tetralogia wagneriana, «L'oro del Reno» e «La valchiria» dirette da Eliahu Inbal, e con la «Sesta Sinfonia» di Bruckner diretta da Riccardo Chailly. Ma già è alle porte la stagione di primavera, che presenta l'integrale delle nove sinfonie beethoveniane proposte dallo stesso Inbal, il «Klagende Lied» di Mahler con Giuseppe Sinopoli e la solidissima accoppiata Umberto Benedetti Michelangeli - Alexander Lonquich nella riscoperta dei concerti pianistici mozartiani. Sarà anche un momento di verifica della risposta del pubblico ad una offerta alla cui altissima qualità non ha sempre corrisposto un adeguata reazione in termini di presenze e di entusiasmi. Una verifica dalla quale possono dipendere non solo le future programmazioni musicali, ma anche il domani dell'orchestra. Leonardo Osella