I dati sull'inquinamento nucleare in Russia

/ dati sull'inquinamento nucleare in Russia / dati sull'inquinamento nucleare in Russia ERANO già note le quantità di inquinanti radioattivi liberati dal trattamento dei prodotti nucleari negli Stati Uniti, mentre si è venuti a conoscenza solo recentemente dell'incredibile quantità di scorie radioattive messe in circolazione nell'ambiente dall'ex Unione Sovietica. In entrambi i Paesi il problema è legato al riprocessamento del combustibile nucleare utilizzato per produrre materiali bellici. Il riprocessamento permette l'estrazione di uranio e plutonio ma crea numerosi tipi di inquinamento radioattivo e rifiuti estremamente pericolosi. Durante il periodo della «guerra fredda», fu soprattutto l'Unione Sovietica a contaminare direttamente l'ambiente immettendo ingenti quantità di scorie radioattive nei fiumi e nei laghi. Un'altra tecnica ancora utilizzata su vasta scala è l'immissione nel sottosuolo di fluidi radioattivi. Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica nel 1991, la Russia ha continuato il riprocessamento nucleare tramite tre reattori che funzionano come produttori sia di energia sia di materiale utile per la costruzione degli arma¬ menti nucleari. Al contrario gli Stati Uniti hanno smesso il riprocessamento nucleare nel 1988. In Russia gli impianti di riprocessamento più inquinanti sono il Mayak, vicino alla città di Chelyabinsk, il Tomsk-7 e il Krasnoyarsk-26, mentre negli Stati Uniti sono Hanford, nello Stato di Washington, Savannah River, in Georgia, e Oak Ridge, in Tennessee. Molti centri densamente abitati si trovano nei pressi di questi impianti: tenendo conto che esposizioni dell'uomo a livelli di radioattività dell'ordine delle decine di Curie (l'unità di misura di un Curie equivale a trentasette miliardi di disintegrazioni nucleari al secondo) possono dar luogo a significativi effetti sulla salute, anche nelle forme più gravi quali i tumori, si pensi che entrambe le nazioni hanno rilasciato nell'ambiente qualcosa come un miliardo e mezzo di Curie. Tra questi, circa tre milioni di Curie sono stati rilasciati dagli impianti degli Stati Uniti, mentre l'enorme quantità restante è stata liberata dall'ex Urss. A termine di paragone, l'incidente di Cernobil del 1986, pur avendo causato una gravissima contaminazione dell'ambiente e molti casi di cancro, ha rilasciato una quantità di radioattività praticamente trascurabile rispetto alle cifre citate. Tra il 1949 e il 1952, l'impianto sovietico di Mayak, per esempio, ha sistematicamente immesso scorie radioattive nel fiume Tedia per un totale di più di due milioni e mezzo di curie. Circa centoventimila persone che vivono nelle vicinanze sono state direttamente colpite per anni dalle radiazioni, mentre più di ventottomila di queste persone, che vivono sulle sponde del fiume, hanno bevuto, cucinanto e si sono lavate con queste acque e ne hanno mangiato anche i pesci. Negli Anni 50 i russi hanno cercato di contenere le acque radioattive del fiume Techa, ma queste stanno inesorabilmente migrando e contaminando anche le acque del fiume Ob, uno dei maggiori fiumi della Russia le cui acque si immettono direttamente nel mare. I prodotti radioattivi di scarto sono anche stati immessi nei laghi, come per esempio nel caso del lago di Karachai in Russia. E' stato calcolato che attualmente questo lago contiene centoventi milioni di curie. Nel 1967, in conseguenza di un periodo di scarsità di precipitazioni, il livello del lago è sceso e la polvere radioattiva lungo le rive è stata presa in carico dal vento e trasportata a decine o centinaia di chilometri di distanza. Altro caso inquietante è l'impianto nucleare di Krasnoyarsk-26: costruito interamente sottoterra, ha un volume pari a tre volte e mezzo la Piramide di Cheope. Dal 1963 a oggi, i liquidi di scarto radioattivi vengono immessi a pressione nel sottosuolo, dove vanno a inquinare le falde acquifere nonché il vicino fiume Ianisej, che attraversa la Russia centroorientale fino a sfociare nel Mare Artico. L'inquinamento radioattivo deriva anche dalle operazioni di estrazione mineraria dell'uranio. Gli scarti rocciosi di estrazione di questo minerale vengono sistematicamente abbandonati all'aria aperta e lasciati così soggetti al dilavamento e trasporto ad opera delle acque pluviali e del vento. L'ex Urss ha accumulato in discariche a cielo aperto circa cinque miliardi di tonnellate di scarti rocciosi radioattivi, corrispondenti a un rilascio di radioattività nell'ambiente di seicentomila curie. La Russia ha in programma di ricoprire queste discariche radioattive entro l'anno 2000 con uno strato isolante di argilla. Simili discariche sebbene di dimensioni molto più modeste, sono disseminate anche negli Stati Uniti. Alla fine del 1994, tredici su ventiquattro di queste discariche erano state ricoperte e protette. Fortunatamente, i dati, le tecnologie, e l'esperienza accumulata dai tecnici sovietici ed americani negli ultimi cinquant'anni sono estremamente importanti per individuare soluzioni ai problemi di bonifica e gestione di questi siti inquinanti. Grazie alla fine della «guerra fredda» e alla divulgazione internazionale di questi dati, il Dipartimento americano dell'Energia e il Ministero dell'Energia atomica della Federazione Russa si sono recentemente associati per creare un organismo di ricerca mirato alla soluzione di questi importantissimi problemi. Alessandro Tibaldi Università di Milano

Persone citate: Alessandro Tibaldi Università, Curie, Ridge