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la SsangYong sbarca in Italia L'operazione prevede investimenti per 170 miliardi e ottocento posti la SsangYong sbarca in Italia Joint venture coreana per produrre fuoristrada SEUL DAL NOSTRO INVIATO I coreani sbarcano in Italia per produrre un fuoristrada. La SsangYong Motor, il braccio automobilistico della conglomerata SsanYong, vuole aprire una fabbrica in joint-venture con la famiglia Vignuzzi, che lavora da anni nell'importazione di auto orientali, e con partner pubblici italiani. L'obiettivo è partire entro 24 mesi e arrivare a produrre nel giro di quattro anni 30 mila veicoli basati su tecnologia coreana, ma «ad alto contenuto europeo» (per i motori ci sono già accordi con Mercedes Benz e con l'italiana Vm) da destinare al mercato dell'Unione e ai Paesi dell'Est. L'investimento di 100 milioni di dollari (170 miliardi di lire), che promette di dare lavoro ad 800 persone, dovrebbe essere coperto al 49% da fondi pubblici - investiranno sia la Gepi sia la Spi - mentre la SsanYong avrà una quota del 21%, la famiglia Vignuzzi del 10 e il restante 20 sarà offerto ad altri investitori. Proprio la possibilità di sfruttare fondi pubblici, oltre che la posizione strategica del nostro Paese, spinge i coreani verso le sponde italiane. La lettera di intenti l'innata nei mesi scorsi dai due partner privati non specifica ancora dove sarà il nuovo stabilimento, anche se per la SsanYong è indispensabile che sorga vicino ad un porto dove potranno arrivare gli elementi «made in Corea». Nella lista delle località prescelte c'è così al primo posto Gioia Tauro che ha anche il pregio di essere una zona «obiettivo uno» per gli incentivi europei, con agevolazioni che possono superare il 50% della somma investita dai privati. Ma in lizza ci sono anche Massa Carrara e Cornegliano, in Liguria. Il ministro dei Trasporti Claudio Burlando, a Seul per una missione economica, ha «benedetto» l'intesa, assicurando che il governo aiuterà la jointventure nella scelta del luogo più adatto. [f. man.)