Massimo, la musica cancella 23 anni di attese e veleni

Massimo, la musica cancella 23 anni di attese e veleni Riaperto il teatro di Palermo, il sindaco: in questa città l'ottimo ha sempre ucciso il buono Massimo, la musica cancella 23 anni di attese e veleni PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Mancano pochi minuti alle 18 e ancora ci sono operai che martellano, segano, spostano vasi. Le luci sono già accese tutte. Il pubblico s'incrocia Nel foyer. Scintillano gli sparati bianchi degli uomini e i gioielli più preziosi delle signore. I fotografi occupano le postazioni strategiche. Sta per scoccare il momento della riapertura del Teatro Massimo, chiuso da 23 anni in uno sciupìo sconsiderato di miliardi, fra denunce, azioni giudiziarie, negligenze, polemiche che giusto alla vigilia dell'evento si sono rinfocolate. E' l'inaugurazione dei veleni e dell'orgoglio. Da due sere - fino a notte inoltrata - un fiume di macchine porta i palermitani e non soltanto loro ad ammirare la facciata ripulita del teatro e i due leoni che l'incorniciano inondati da fasci di luce. I più non ci hanno mai messo piede. I più giovani ne hanno soltanto sentito decantare la spaziosità, gli ornamenti, le «prime» che richiamavano l'aristocrazia d'Europa, l'acustica straordinaria che - dal 12 maggio 1887, quando il grande teatro progettato dal Basile fu inaugurato con il «Falstaff» di Verdi - qui ha richiamato i maggiori artisti del secolo. Il vento della discordia - per una riapertura che prevede 650 posti a sedere rispetto ai 1200 esistenti, mentre rimangono da restaurare tre ordini di palchi e il loggione, il palcoscenico è una scatola vuota, e la fossa orchestrale manca ancora completamente - è stato soffiato dagli oppositori del sindaco Leoluca Orlando. An e Fi si sono distinte, accusando Orlando di essersi fatto così la campagna elettorale, di aver speso 8 miliardi in opere di facciata anziché in interventi utili per il ripristino complessivo del teatro. Altri ancora si sono aggiunti al coro, parlando di autoglorificazione del sindaco, di inaugurazione finta, di un bieco compromesso fra esigenze di immagine e rispetto della tradizione siciliana che si sarebbe tradotto in un concerto di serie B alle 18 (con una programma da banda di paese, direttore Franco Marinino, orchestra e coro del Massimo) e un concerto di serie A alle 20 (con la Filarmonica di Berlino e la direzione di Claudio Abbado). Secondo i bene informati, ancora, gli orchestrali tedeschi non volevano neppure venire, rinviavano di continuo la firma del contratto, fino a una settimana fa la loro partecipazione era in forse, e solo un intervento politico ad alto livello - affiancato dalle insistenze del maestro Abbado, che già due anni fa si era impegnato con Orlando - alla fine li avrebbe portati a Palermo. Ma il sindaco sembra non essere scalfito dagli attacchi. Il 19 prossimo, insieme con un altro stuolo di pubblici amministratori, dovrà presentarsi in tribunale e rispondere dei soldi che il giro degli appalti ha fatto mangiare negli anni scorsi. Adesso replica: «Sono conten¬ to di questo polverone. E' la prima volta, credo, che si fa una polemica politica parlando di cultura. Dico solo, alla maniera di Catalano: è meglio vivere in una città dove il Massimo si apre o era meglio che il Teatro rimanesse chiuso? Abbiamo fatto opere definitive. Una soltanto non lo è: la pavimentazione ai piedi del palcoscenico. Lì verrà la fossa orchestrale, per ora c'è una copertura provvisoria, con legni donati da un imprenditore palermitano. In due anni, un'esperienza esaltante: la struttura del Comune che si concilia con la disponibilità degli sponsor. In 20 giorni abbiamo raccolto 3 miliardi, quanto ci serviva per questa prima "tran- che" di lavori. Poi vedremo. Abbiamo aperto con una stagione sinfonica. In quella '97-'98 metteremo in cartellone almeno un'opera lirica. Di certo sceglieremo una programmazione specializzata, aperta al Mediterraneo: abbiamo una relazione con l'Università del Cairo, pensiamo al mondo arabo. Una ragazzina ieri mi ha detto: "A Palermo l'ottimo ha sempre ucciso il buono". Credo che abbia ragione. Credo che abbiamo fatto dei miracoli». Il miracolo è stato visto fin dalla mattina, quando Abbado ha incominciato le prove. Avevano gli occhi lucidi i ragazzi del Conservatorio, gli orchestrali e i coristi del Massimo, quando sono entrati in sala. Lo spettacolo era straordinario. Sontuose le cornici dei palchi, gli affreschi della grande cupola, gli ori, gli stucchi, i dipinti lungo le balconate. Bellissimi i lampadari e gli ottoni messi a lucido. Ricca la decorazione dei fiori: 20 mila garofani bianchi disposti a festoni e grappoli come racconta una foto inizio secolo, e 10 mila fra rose, bocche di leone, violacciocche, gerbera bordeaux, per i cesti ai piedi del palcoscenico. Abbado era in camicia azzurra e pantaloni grigi. I 90 orchestrali avevano occhi spalancati e respiravano la solennità di quel momento. Poi il maestro ha preso la bacchetta, le prime note della prima sinfonia di Brahms si sono levate, e tutto il resto si è volatilizzato, polemiche, veleni, strumentalizzazioni e risse politiche. Era la musica e nient'altro contava. Soltanto più tardi Abbado ha raccontato la sua emozione. E con quanta gioia avesse accettato la proposta di inaugurare il teatro, «dopo Ù concerto diretto da Mannino». E come siano «male informati quelli che attaccano Orlando, dimenticando che una stagione concertistica si apre e una lirica si annuncia». Sarà lui a dirigere l'opera annunciata? «No - ha detto. - Il Berliner è impegnato fino al 2000. Nella primavera '98 sarò a Salisburgo. Ma tornerò. E volentieri». Così come volentieri è tornato a Palermo Cesare Romiti per ascoltare l'amico Abbado. E per esprimere ammirazione «per il grande progresso di civiltà dimostrato dagli sponsor in questa occasione». Alle 18 Orlando sedeva nel palco reale fra il cardinale Pappalardo e il suo successore monsignor Di Giorgi, con tutte le autorità. Si alzava il sipario, su cui è dipinta una scena straordinaria: l'ingresso di Carlo V a Palermo. Restavano vuote 34 poltrone. Si è incominciato con il verdiano «Va' pensiero». Dopo, Bellini, Mascagni, Puccini, Marinino. Poi il concerto diretto da Abbado. Per il quale i 24 posti del palco reale sono stati tutti occupati: allora sono arrivati anche Violante e Veltroni. Liliana Madeo «Entro il '98 allestiremo anche un'opera lirica» UNA STORIA INFINITA // bando di concorso per la costruzione del Massimo fu pubblicato nel 1864. Fu vinto dall'architetto G. R. Filippo Basile. La costruzione iniziò undici anni dopo. Il teatro fu inaugurato il 16 maggio del 1897, con l'esecuzione del Falstaff. Il teatro nacque incompiuto, causa esaurimento dei fondi. Fra i progetti mai portati a termine, la fossa orchestrale. Nel 1974 fu chiuso per rimettere a norma di legge l'impianto elettrico. I lavori (causa mancanza di fondi) sono durati 23 anni. Nel '95 il Comune di Palermo ha avocato la direzione dei lavori. A sinistra il teatro Massimo di Palermo. Sopra l'interno. Sotto il maestro Claudio Abbado assieme al direttore artistico e al sindaco Abbado: torneremo a suonare in questa sala Alleanza nazionale e Forza Italia contro Orlando: ha fatto spendere al Comune otto miliardi per opere di facciata

Luoghi citati: Berlino, Comune Di Palermo, Europa, Palermo, Salisburgo