«Non voglio incontrare il killer di mio figlio» di Susanna Marzolla

«Non voglio incontrare il killer di mio figlio» La guerra di un padre milanese: il giovane aveva strangolato e poi coperto di terra il bimbo «Non voglio incontrare il killer di mio figlio» «L'hanno scarcerato, non entri in paese» MILANO. «Come cittadino lo capisco: ci sono le leggi e vanno rispettate; quel giovane ha pagato il suo debito con la società ed è giusto che sia libero. Ma come genitore io mi domando: è giusto, è umano che io rischi di incontrare tutti i giorni chi mi ha ucciso un figlio?». E' una voce pacata, civile, quella di Vito Laricchiuta. Non cerca astiosamente vendetta, chiede soltanto come sia possibile evitare il «riaprirsi quotidiano di una dolorosissima ferita»: quella della morte di suo figlio Tommaso. Otto anni e una bicicletta rossa. Con cui esce da casa un giorno di settembre del 1982 per «andare a giocare». E non toma più. Lo cercano per a sera, a notte, si teme sia caduto in un canale... Finché qualcuno si ricorda: «Era con Pasquale». Già, Pasquale Pastore: non ha ancora 15 anni e tutti in paese lo conoscono come un balordo. Quando i carabinieri vanno a casa a chiedergli se ha visto Tommaso diventa pallido e si confonde. Lo portano in caserma e, nel giro di poche ore, confessa. Tommaso è morto, ucciso; picchiato e poi strangolato. Alla fine sepolto nel bosco della Miorina, alle porte di Buscate. Paese di quattromila anime in provincia di Milano; dove tutto avvenne quindici anni fa e dove la storia si ripresenta oggi. Pasquale però giura di aver solo assistito al delitto. E accusa un amico più grande, Carlo Zoechi, 21 anni allora. «Che si è fatto diciannove mesi d'isolamento a San Vittore senza aver fatto nulla - ricorda Laricchiuta - purtroppo è così che vanno i processi in Italia. L'hanno assolto con formula piena; per l'altro, per l'assassino vero, ha funzionato come transfert: lo accusava di tutte le cose che aveva fatto lui». Perché lui, Pasquale, aveva incontrato Tommaso e l'aveva sollecitato a seguirlo nel bosco. Lui lo aveva picchiato dicendogli: «Vai a casa e portami il tuo salvadanaio; e anche i soldi di mamma e papà». Lui aveva continuato a picchiarlo sempre più forte perché Tommaso non vole¬ va, e piangeva, e minacciava di raccontare tutto. Lui lo ha strangolato, gli ha riempito la bocca di terra, lo ha sepolto alla meglio e ha messo sulla «tomba» due rami incrociati. «Chi è genitore può facilmente immaginare cosa si prova difronte a una storia del genere. Io alla morte di mio figlio ho cercato di regire in modo positivo: mi sono impegnato nel sociale; ho messo su una squadra di calcio». Racconta Laricchiuta. E si intuisce lo sforzo, fatto insieme alla moglie Annunziata, di ritrovare una normale quotidianità nel lavoro (hanno un laboratorio tessile artigiano), nella crescita di due figlie (la più grande ha adesso 28 anni, l'altra 17) e nella scelta di mettere al mondo un'altra creatura: un figlio maschio «che ha 10 anni, che abbiamo chiamato Tommaso e che sa tutto del suo fratellino scomparso». Ma, anche se sa tutto, «è stato un brutto colpo, per me e per lui, senthsi dire, per strada: sai, è tornato l'assassino di tuo figlio». Laricchiuta l'ha saputo così. E per prima cosa, è andato dai carabinieri: «Nessun esposto, nessuna denuncia - premette - volevo soltanto sapere se era vero. E volevo parlare con loro per capire cosa si poteva fare». Per vero, è vero: Pasquale Pastore è tornato a vivere a casa della madre, col solo obbligo di firma settimanale. Adesso ha 31 anni e non sembra che in carcere abbia risolto i suoi problemi: fa solo lavoretti precari e per star calmo va avanti a tranquillanti. Sul «cosa si può fare» Laricchiuta ha avuto una risposta disarmante: niente. Al limite un consiglio: se lo incontra, cambi strada. «E io mi domando: è giusto? So benissimo che lui ha tutto il diritto di vivere a Buscate. Non pretendo certo una legge per il mio caso - conclude Laricchiuta -. Pongo solo un problema di sensibilità: allo stesso assassino, alla sua famiglia, alle istituzioni». Susanna Marzolla «Come genitore mi chiedo: è giusto che si riapra una vecchia ferita?» A Destra: Davide Mutignani, il bimbo di 11 anni trovato cadavere otto giorni fa. Sotto: il pm Giuseppe Bellelli

Persone citate: Carlo Zoechi, Davide Mutignani, Giuseppe Bellelli, Pasquale Pastore

Luoghi citati: Buscate, Italia, Milano, Vito Laricchiuta