Una famiglia per bersaglio
Una famiglia per bersaglio Una famiglia per bersaglio Catena di vendette dopo l'addio ai clan ciato contro la famiglia Zirpoli, famiglia di camorra passata dall'altro lato della barricata. Il messaggio di Felicia Tuono era chiaro: «Se i vostri parenti pentiti non ritratteranno le accuse, vi stermineremo tutti, dal primo all'ultimo». Da allora una serie di minacce, attentati, omicidi e intimidazioni stanno funestando chiunque sia stato o sia legato ai fratelli Leonardo e Salvatore Zirpoli, i pentiti che con le loro confessioni hanno squarciato il velo sulle conni¬ venze tra la camorra vesuviana e decine di agenti e funzionari di polizia finiti in prigione alcuni mesi fa. Il primo a decidere di collaborare due anni fa è stato Leonardo, seguito a ruota da Salvatore e da un fratellastro, Gennaro Brisciano. La lunga mano della camorra ha cominciato a colpire presto, nei primi mesi del '96. Ne ha fatto le spese il suocero di Leonardo, che si è visto incendiare il ristorante che aveva inaugurato da poco. Dopo le fiamme, i messaggi intimidatori. Se ne sono incaricate le donne del clan in cui gli Zirpoli hanno militato per anni ricoprendo incarichi importanti. Felicia Tuono e Immacolata Adamo, le mogli dei boss Mario e Raffaele Ascione, hanno fatto sapere ai familiari dei pentiti che «sarebbero stati rasi al suolo tutti, dal primo all'ultimo». Sono finite in prigione, le «dark ladies». E' stato arrestato anche un avvocato, Vincenzo Strazzullo, che avrebbe tentato di indurre Leonardo a ritrattare le accuse contro i suoi vecchi amici. Ma non per questo sono finiti i guai per la famiglia Zirpoli. Il 26 gennaio scorso, a Ercolano, è stato ucciso con una raffica di mitra il figlio di Leonardo, Ciro, 16 anni da poco compiuti. Poche settimane prima dell'agguato, Giuseppina Brisciano, sorellastra dei pentiti, era rimasta ferita in un'imboscata. Il 9 febbraio, con un crescendo di violenza che polizia e carabinieri non sono mai riusciti ad arrestare, i «guaglioni» degli Ascione sono entrati di nuovo in azione: sono entrati di notte nel cimitero di Ercolano e hanno devastato la tomba di Ciro Zirpoli, mandando in mille pezzi la lapide di marmo. Ieri, l'ultimo episodio dai contorni ancora confusi, ma che secondo gli inquirenti va comunque inquadrato nella strategia del terrore inaugurata dalla camorra contro la famiglia dei pentiti di Ercolano. Ma perché la mala vesuviana ha tanta paura dei fratelli Zirpoli? Un anno e mezzo fa Salvatore e Leonardo hanno cominciato a svelare i mille misteri che per un decennio hanno avvolto le attività dei clan Ascione, Vollaro, Cozzolino e Abbate, che hanno costruito un impero finanziano con il traffico dell'eroina in quasi tutta la provincia a Sud del capoluogo: un complicato intreccio di interessi in cui sono rimasti implicati funzionari e agenti di polizia. Sono finiti in prigione, tra gli altri, l'ex capo della squadra mobile napoletana Costanzo Sossio e una decina di agenti di polizia. Secondo i pentiti, per anni si sono messi al servizio dei clan, addirittura organizzando finte operazioni per mettere nei guai esponenti di bande rivali. Fulvio Milone Attentati e omicidi a Ercolano contro gli Zirpoli, colpevoli di aver rivelato le connivenze tra camorra e agenti di polizia Un messaggio alla donna: «Dì a tuo marito di stare buono il bimbo è in mani sicure» Poi la restituzione in serata Accanto: la tomba di Ciro Zirpoli, 16 anni, ucciso a gennaio. La sua tomba è stata profanata alcune settimane dopo. In alto: pentito in aula
Luoghi citati: Ercolano
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