Un regista dietro la vittoria di Luciano Borghesan
Un regista dietro la vittoria Un regista dietro la vittoria Così è cambiato il «look» del Professore città non può rilassarsi, deve stare composto, ma presente sul problema, pronto a descrivere il futuro. E il candidato vincente deve parlare in modo dinamico, rendendo l'idea di quanto sta per capitare. Un progetto non è una relazione, caro Professore. Bisogna essere istantanei e sintetici. Guai a iniziare il discorso con il «Ma...» o con una negazione. Ecco il Castellani 2, quello del ballottaggio, nasce da questi e altri consigli di Teo De Luigi, e dei giornalisti Maura Fassio e Beppe Gattino. Ogni giorno per due settimane si sono riuniti con il Professore per costruire la tattica contro il candidato del Polo. Mosse concordate in quattro, ma poi dirette da Teo. Sempre dietro al sindaco, lui. Un'ombra. A «Moby Dick», a «Porta a Porta», nelle conferenze stampa. Tra il pubblico, nei faccia a faccia. Nato a Rimini 57 anni fa, laureato in pedagogia, ha lavorato con Sergio Zavoli nei programmi Rai «Viaggio intorno all'uomo», «La notte della Repubblica». Ora De Luigi vive a Torino. Questa è la sua prima esperienza elettorale. «Sono solo un esperto di comunicazione dice il regista -, e ho studiato con Castellani il modo di far percepire al pubblico che lui era meglio dell'avversario. Credo che se un risultato c'è stato è grazie al fatto che con Castellani è scattato un clic, un'intesa sul modo di intendere la politica, nel senso pulito del termine. Bastavano pochi accorgimenti per tirar fuori la sua spontaneità ed evidenziare le differenze da Costa». Il riferimento per Teo è stato il suo Zavoli, sciolto nel parlare, impegnato ad affrontare gli argomenti più delicati e complessi. L'avversario? «Un Feltri. Incline alla battuta. Sotto il blitz niente». Così De Luigi spiega Costa a Castellani. «E' un bravissimo comunicatore, perché è anche avvocato, giornalista, ma tradisce i suoi vent'anni di vita di partito, di Parlamento. Recita bene: "Castellani un sindaco onesto, ha fatto anche bene, ma io posso far di me- glio". Poi ha esagerato, si è messo persino la spilla dell'autoreferenzialità sulla giacca, con una sola scritta: COSTA». Per il regista, il piano per battere il candidato del Polo è semplice: «Lo vedi in quel manifesto dove è inquadrato fino al ginocchio? E' in piazza San Carlo, con l'impermeabile sul braccio. Quello è un turista. Nel salotto bello di Torino. La città vera non la conosce. Da lontano si presenta bene, è a suo agio, è un oratore». Castellani ascolta e Teo gli dà le dritte: «Noi dobbiamo stringerlo sui progetti. Farlo vedere da vicino. Ma ci devi essere anche tu, così possono fare il confronto. Tu sereno, e lui con i tic, le tensioni». Costa alza i toni della polemica e cade nella trappola. «Come fa a diventare sindaco uno che parla di fenomeni purulenti a Torino? Dice proprio "purulenti"». La squadra del centro sinistra chiede di organizzare dibattiti. «Meglio in tv, così le telecamere gli fanno il primo piano, e dallo studio non può scappare». Con una battuta, l'il maggio, Teo anticipa la vittoria: ora la gente lo conosce, e lo evita. Luciano Borghesan Per giorni una squadra ha istruito il sindaco su come comportarsi per vincere la sfida Teo De Luigi, regista l'uomo «ombra» di Castellani
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