Sindaco a Roma? Fini è tentato di Fabio Martini
Sindaco a Roma? Fini è tentato Sindaco a Roma? Fini è tentato «Ora dico no... ma non lo escludo» Mannoni al Tg3: «Allora, il suo è un no definitivo?», Fini ha risposto: «No, non c'è quasi nulla di definitivo...». Sono parole diversissime da quelle pronunciate ancora due mesi fa da Fini ai suoi fedelissimi che gli andavano a chiedere se volesse candidarsi a Roma: «Se possiamo vincere con le armi convenzionali - era la risposta di Fini - perché usare la bomba atomica?». Da qualche giorno, il leader di An è diventato più possibilista e uno che lo conosce benissimo come Teodoro Buontempo dice: «L'approccio di Fini è cambiato e la vera novità sta in quel suo appellarsi agli elettori di An. Uno che proprio esclude di correre, non inserisce il proprio nome nelle primarie...». Fini è tentato, ma per nulla persuaso dall'idea che la corsa al Campidoglio sarebbe per lui l'optimum. Fini sta riflettendo, però la tentazione c'è. «Il prossimo è il sindaco del Giubileo, è il sindaco che riceve in Campidoglio i leader di tutto il mondo - spiega il porta¬ voce di An Adolfo Urso - e se quel sindaco fosse di Alleanza nazionale, non dico il borgomastro di Berlino, ma nessun altro potrebbe continuare a coltivare anacronistici pregiudizi. E poi un sindaco di An a Roma che fa bene, diventa il candidato naturale alla presidenza del Consiglio». Morale della storia: Fini sindaco di Roma «sdogana» definitivamente An e si lancia verso Palazzo Chigi. Uno scenario accattivante, ma accanto ai «prò» ci sono anche i robusti «contro» che angustiano Fini. Qualche giorno fa, in una chiacchierata di partito, Maurizio Gasparri spiegava: «Ma se Fini va in Campidoglio, a via della Scrofa chi ci sta?». Come dire: e al partito chi ci pensa? An senza Fini non rischia l'infarto? Un enigma che angustia molti dei «colonnelli», consapevoli come sono che il fenomeno-An, è legato all'effetto-Fini, a quel «carisma» del personaggio che risulta confermato da tutti i sondaggi, che in quanto a popolarità indicano il leader di An secondo soltanto a Di Pietro. Eccola dunque la paura di Fini: se divento sindaco, mi estranio dalla grande politica, devo far bene in mia città difficile come Roma e intanto rischia di rompersi il giocattolo-An. «Certo - dice Urso - ma sbaglia chi, come Pierferdinando Casini, candida Fini perché pensa di potersene sbarazzare. Non dimentichiamo mai che il Polo delle Libertà nasce a Roma nel 1993 quando il segretario dell'msi si candida a Roma, Berlusconi dichiara che lo voterebbe e Fini ottiene il 47%. Se Fini diventa sindaco della Capitale, come non capire che An diventa un'altra cosa?». Già, ma se Fini getta la spugna? Nei suoi pourparler, il leader di An ha già dato la linea: il candidato del Polo per il Campidoglio o appartiene ad An (Urso e Fiori inpoleposition), o viene dalla società civile (un imprenditore, come a Milano), oppure si va oltre il Polo. E il nome è sempre lo stesso: Mariotto Segni. Fabio Martini
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