« Senza di noi si perde»

« Senza di noi si perde» « Senza di noi si perde» Bertinotti insiste: nessun taglio zione, l'Ulivo perde. «C'è un modo di fare politica che ha a che fare con la spazzatura. E la spazzatura è ormai una modalità dello spettacolo, della cultura. Meglio tenersene lontano, con disprezzo». Il Polo non ce l'ha fatta, lei dice. E uno dei motivi è che il doppio turno penalizza proprio le destre. Voi, però, al doppio turno siete contrari. «Noi non ragioniamo in termini di premio o punizione per questa o quella forza politica. Il doppio turno su collegio uninominale con ballottaggio conclusivo tra candidati in alternativa tra di loro è un sistema che non condividiamo. Perché esclude alcune forze politiche, determina una concorrenza al centro che tende ad assimilare tra di loro i candi¬ dati del ballottaggio, e rende indifferente l'elettorato, che non va a votare». E allora, cosa proporrete in Bicamerale? «Al primo turno si vota per l'8Ò per cento dei seggi del Parlamento col metodo proporzionale. Per evitare una proliferazione impropria delle forze politiche ci può essere anche uno sbarramento. Al secondo turno, invece, per introdurre l'elemento di stabilità del governo, si vota l'attribuzione per coalizione: le forze che si coalizzano concorrono per attribuirsi il restante 20 per cento dei seggi in Parlamento. La coalizione che vince li prende, se li annette, dando così luogo ad una buona garanzia di stabilità. Che potrebbe essere ulteriormente rafforzata dall'istituto della sfiducia costruttiva, in mo¬ do che si possa far cadere un governo solo quando esiste la possibilità di dar vita a un altro». Dunque, niente elezione diretta del premier. «Si dovrebbe fare come nelle regionali, dove c'è la possibilità di dare un'indicazione sulla scheda. Ma deve essere il Parlamento a fare propria questa indicazione, il sistema deve essere a centralità parlamentare». La politica italiana è in genere un gioco a somma zero. Siete disposti a cedere sulle riforme istituzionali per mantenere garanzie sociali? «Il problema non si pone. Intendiamo far valere a livello politico il problema della riforma dello Stato sociale e non dei tagli, e a livello istituzionale quello dello sviluppo della democrazia invece che una soluzione neo-autoritaria. C'è un nesso politico tra le due cose, non una logica di scambio. E da queste elezioni escono certamente rafforzate le ragioni per cui la spesa sociale va rifondata, non tagliata». Antonella Rampino «Pochi alle urne E' profonda la crisi sociale» «Pochi alle urne E' profonda la crisi sociale» 111ÌI 7; Si':'fe: ili» «Ecpropostper la « SBerCenPARIGIindeboliquotidiaturno deNel seressate de» si listato il Lecco e messo dquindicta la "ca

Persone citate: Antonella Rampino, Bertinotti