Pensioni Quattro proposte per la riforma di S. 1.

Pensioni Pensioni Quattro proposte per la riforma ROMA. L'idea è forse di evitare lo scontro con i sindacati. Sulle pensioni il Cer, Centro di studi economici indipendente ma legato da più di un filo al governo, tira fuori proposte per risparmiare seimila miliardi. I singoli punti non sono nuovi; la questione più indigesta per i sindacati, quella dei trattamenti di anzianità, sarebbe aggirata mettendo insieme un gettito sufficiente con «riforme a presa rapida». Attenzione, ammonisce Giuliano Amato invitato a discutere la proposta: nella situazione in cui siamo è forse più facile fare il contrario; senza incidere sulle strutture si rischia lo stallo. I punti del Cer sono quattro: 1) contributo di solidarietà, a carico delle pensioni e dei redditi con aliquote differenti, nella forma già ipotizzata e accantonata dal governo (1650 miliardi); 2) scala mobile decurtata sulle pensioni di anzianità, 1% all'anno in meno fino al compimento dei 65 anni di età; 3) applicazione a tutti i lavoratori, prò rata d'ora in poi, del sistema di calcolo «contributivo» della pensione introdotto dalla riforma Dini; 4) graduale aumento dei contriuti per i lavoratori autonomi. Funzionerebbe? Amato, che come presidente del Consiglio attuò la prima riforma, teme di no. Per poter tagliare, spiega, occorre dare qualcosa in cambio; e questo qualcosa si può ottenere solo modificando gli assetti, soprattutto con un vero avvio della previdenza complementare per larghi strati di lavoratori: «Se non se ne farà nulla temo che si batterà una capocciata contro il muro e chi ci finirà se lo meriterà anche». In prospettiva, sostiene Amato, «per i ceti medi la pensione pubblica non dovrebbe coprire più del 50-55% del reddito precedente»; la riforma si è potuta fare in Olanda, «dove la borghesia è abituata a standard di vita più ragionevoli che in Italia». Anche altri ritengono che per modificare i meccanismi di spesa non si possa che modificare le strutture. Nuova è la proposta del presidente dell'Inps, Gianni Billia: se uno degli scopi della riforma dello Stato sociale, come tutti sostengono, è aiutare la famiglia, si potrebbe portare l'età di pensione a 65 anni anche per le donne in cambio di un forte sussidio per un anno («un milione, un milione e mezzo al mese») alle lavoratrici che hanno un figlio. «A conti fatti - dice Billia - si risparmierebbe non poco». [s. 1.]

Persone citate: Billia, Dini, Gianni Billia, Giuliano Amato

Luoghi citati: Italia, Olanda, Roma