Veneto, incubatrice delle rivolte anti-Stato di Ferdinando Camon

Veneto, incubatrice delle rivolte anti-Stato Pur se ideologicamente opposte, un filo lega le ribellioni di ieri a quelle di oggi Veneto, incubatrice delle rivolte anti-Stato IL Veneto è dunque l'incubatrice di tutte le rivolte anti-statali di questi anni? Nel Veneto sono nati i gruppi terroristici di destra e di sinistra, che poi si sono trapiantati in giro per l'Italia: son nati Potere Operaio e Autonomia Operaia; da questi son venuti Prima Linea e le Brigate Rosse; molti capi di Potere Operaio sono stati poi implicati in azioni di sequestri o attentati. Nel Veneto è nato il gruppo di Franco Freda, sospettato di aver compiuto la strage di Piazza Fontana. E' vero che per questo tremendo reato ci fu prima una condanna e poi un'assoluzione, ma è anche vero che attualmente il capo del gruppo risulta condannato per ricostituzione del partito fascista. Se il Veneto è segnato da una costante produzione di pensiero e di attività antistatale, ci dev'essere qualche continuità tra Toni Negri, Franco Freda e, poniamo, Fabio Trevisan. Tra terrorismo di destra, terrorismo di sinistra, e secessionismo leghista. Non importa che i leaders si sentano incompatibili e nemici uno all'altro. E che i partiti e i movimenti che li seguono siano ideologicamente quanto di più opposto si possa immaginare. Importa che la regione sia la stessa, e che questa regione - classificata dagli storici come bianca, cattolica, controriformista, repressa - esprima le punte più acute di violenza illegale e di ribellione armata. Fino a mettere in crisi lo Stato. E' certamente la regione che più di ogni altra ha «fatto» lo Stato. Quando si trattava di morire in prima linea per costruire l'Italia, in trincea c'erano soprattutto veneti: non solo perché le trincee erano in casa loro, ma anche perché erano uomini costruiti per l'obbedienza «perinde ac cadaver»: cultura, lavoro, religione, tutto ne faceva dei docili strumenti nelle mani dei comandanti. La loro ribellione allo Stato indica che hanno costruito questo Stato agendo come strumenti di una volontà altrui; e che lo Stato che hanno costruito non è quello che volevano. I giornali hanno l'impressione che questa regione sia estranea allo Stato. Ma la regione ha l'impressione che lo Stato sia sempre stato estraneo alla sua storia. Quando si obietta che lo Stato italiano era uno Sta- Tonleader di Auto egri omia Operaia to democristiano, quindi anche veneto, espresso dai voti veneti, si sbaglia: in realtà i veneti con quei voti credevano di stringere un rapporto con la Chiesa, non con il governo. Con il Padreterno, non con Montecitorio. Tutte le ribellioni nate nel Veneto (dell'ultra-Pci, dell'ultraMsi, dell'ultra-Lega) sono l'esplosione di una crisi: il terrorismo rosso incarnava una crisi per le svolte della sinistra, che rinunciava alla rivoluzione; il terrorismo nero incarnava una crisi per le svolte della destra, che rinunciava alla reazione; il terrorismo leghista incarna la crisi per le svolte del leghismo: era col Polo ma ha tradito, è con l'Ulivo ma dissente, prometteva il federalismo ma non riusciva a darlo e allora promette mille volte di più, la secessione. I tre terrorismi (di sinistra, di destra e di centro) sono crisi isteriche per l'immobilità della storia. Nascono tutti e tre nel Veneto perché il Veneto (sto per dire l'esatto opposto della nozione che ne hanno storici e politici) è la regione italiana dove la storia ha galoppato di più, e ha percorso lo spazio più lungo. Da una società paleo-contadina vetero-cattolica è passato, in tre generazioni, a una società industriale avanzata e policentrica. In questo passaggio due generazioni sono morte di fatica e di rinuncia: han gettato le loro ossa come fondamenta della nuova società. Toni Negri aspettava al varco i figli delle periferie operaie che si acculturavano: e li spingeva alla rivoluzione invece che all'integrazione. Franco Freda raccoglieva pochi mistici, delusi per la morte di Dio, della nazione e dell'Europa. La lega e la Life riuniscono i figli dei neoricchi, arricchiti da troppo poco tempo per sentirsi sicuri. Nel terrorismo di sinistra, di destra e di centro la forza motrice è la «paura». La paura cattolica, che era essenzialmente paura del dopostoria, è diventata paura della storia: di perdere quel che si è (Freda, Negri), quel che si ha (Lega). Era il Pei che poteva liberare dalla paura i giovani di sinistra: e non l'ha fatto. E' la Lega che può liberare dalla paura i giovani di centro: e non lo fa. Ferdinando Camon Toni Negri leader di Autonomia Operaia

Persone citate: Fabio Trevisan, Franco Freda, Freda, Negri, Toni Negri

Luoghi citati: Europa, Italia, Veneto