Allarme a destra e sinistra «Unità nazionale a rischio»
Allarme a destra e sinistra «Unità nazionale a rischio» Allarme a destra e sinistra «Unità nazionale a rischio» LACONDANNA DEB PARTITI AROMA LLARME tra le forze politiche per i fischi indirizzati dagli alpini a Romano Prodi e le proteste formalizzate al presidente Scalfaro e al ministro Andreatta. Nessun esponente politico sottovaluta l'episodio verificatosi a Reggio Emilia, destinato ad accrescere la tensione scaturita dal blitz del commando separatista a Venezia. «Stiano attenti gli uomini del governo Prodi: si sta distruggendo il tessuto connettivo dell'unità nazionale, indebolendo le difese più importanti contro le spinte secessionistiche e contro l'egoismo dell'individualismo edonista - ammonisce Gianni Alemanno, An, inaugurando la serie delle reazioni -. La protesta degli alpmi è un segnale allarmante che non può essere ignorato». «Concordo con la prima protesta degli alpini che hanno portato il cappello sul cuore sfilando davanti alle più alte cariche del- lo Stato. Non posso essere d'accordo invece sull'oltraggio perpetrato al tricolore», gli fa eco Luigi Manfredi, senatore di Forza Italia. «In mezzo a cento persone, è più facile sentire i tre che fischiano piuttosto che i 97 che sono d'accordo o quelli che, magari, esprimono diversamente il loro dissenso...», frena Gianni Rivera, sottosegretario alla Difesa e deputato di Rinnovamento, escludendo che la protesta delle penne nere possa essere una spia di volontà secessioniste. «Piuttosto spiega - è in corso una ristrutturazione incisiva delle forze armate. E qualsiasi riforma, pur necessaria, scontenta qualcuno...». Polemici Rocco Buttiglione e Gianni Baget Bozzo, che imputano il malessere all'incapacità del governo di aiutare gli italiani a riscoprire il senso della propria identità. Secondo Leopoldo Elia e Augusto Barbera, invece, i pericoli nascono dalla caduta delle aspettativi, di rinnovamento, nate all'indomani della crisi della Prima Repubblica. Ma su un punto c'è accordo: è la Bicamerale a dover dare in tempi rapidi una risposta a questo malessere. In particolare, Buttiglione rileva che «gli alpini vengono da regioni dove la Lega è storicamente forte, dove c'è stata un'identificazione tra difesa della patria e del proprio villaggio. E nel momento in cui il Carroccio cerca di divorziare dalla propria patria, è poco saggio indebolire la presenza di questi reparti». Un modo per salvare l'unità, ha spiegato Elia - capogruppo del ppi al Senato - c'è ed è quello di abbracciare in tempi più che rapidi l'idea di un federalismo serio e concreto. Badando a non fare confusione con l'episodio di Venezia, mette in guardia il costituzionalista La Barbera. Tuttavia, «in entrambi i casi siamo di fronte alla spia di un grave riscliio per l'identità nazionale». Quanto a Baget Bozzo, rileva come l'identità nazionale «si è già persa negli Anni 60 con la cooperazione tra de e pei»: «Il carattere oppressivo dell'attuale partitocrazia ha dato il via alla protesta di cui la Lega è stata la prima forma». La stessa Lega che ora ha deluso l'elettorato del Nord, «dal momento che offre un grande ideale: la secessione, ma nulla in concreto come la riduzione del sistema fiscale». [r. i.] Il leader del Cdu Rocco Buttiglione
Luoghi citati: Reggio Emilia, Venezia
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