Berlusconi conquista la «sua» Milano

Berlusconi conquista la «sua» Milano Il Cavaliere vota in ospedale e esce nel pomeriggio: è una vittoria fortemente voluta Berlusconi conquista la «sua» Milano Telefona adAlbertini: «Tutto andrà per il meglio» MILANO DALLA REDAZIONE Massi: «Leggero vantaggio di Albertini». Anzi di più: «Stabilizzato vantaggio per Albertini». Anzi di più: 5 punti in più secondo le prime proiezioni. Silvio Berlusconi si tiene al coperto nel villone di Macherio. Parlerà, ma non subito. Telefoni e tv gli portano l'incertezza di Torino, più un paio di sconfitte. Ma Milano si stabilizza. Milano cresce. Milano entra (dopo la Regione Lombardia) nella costellazione polista. Silvio Berlusconi lo aveva voluto, fortissimamente voluto, a costo di ripetere gli appelli contro il pericolo rosso, anche se l'avversario da battere, qui a Milano, era un uomo di Confindustria, niente affatto apparentato con Rifondazione. Giornata che si conclude in rosa per il Dottore. Cominciata con una telefonata a Albertini: «Le volevo dare una iniezione di fiducia. Tutto andrà per il meglio». A metà pomeriggio Berlusconi aveva lasciato l'ospedale San Raffaele, dove ha votato in mattinata. Il presidente del «seggio volante» ha portato la scheda elettorale direttamente nella stanza 719, dove Berlusconi aspettava in vestaglia. Alle 11,30 gli hanno consegna- to la scheda, la matita, poi sono tutti usciti dalla stanza per assicurare la segretezza del voto. Di nuovo tutti dentro. Berlusconi ha infilato la scheda nell'urna. Nessun commento, tranne un: «Ecco fatto». Gli sono rimaste un paio d'ore per gli ultimi controlli medici, poi è arrivata la Mercedes blindata e la scorta. Alle cinque e mezzo del pomeriggio il corteo ha sgommato verso Macherio, dove Berlusconi passerà un paio di giorni di convalescenza. Il comunicato ufficiale recita: «L'onorevole Silvio Brlusconi, dopo l'intervento a cui è stato sottoposto lunedì scorso per rimuovere un calcolo all'uretere, si è completamente ristabilito». Dunque in villa a aspettare il responso delle urne. Su questo voto, sulla candidatura di Gabriele Albertini, il Dottore si è giocato moltissimo. Contro il parere di alleanza nazionale ha scelto e imposto lo sfidante di Aldo Fumagalli («un imprenditore contro un imprenditore») sebbene designandolo con poca grazia: «Lo ammetto, Albertini l'ho scelto in corso d'opera». Non solo. E' sceso personalmente in campo, collocandosi testa di lista sotto alla bandiera di Forza Italia, per rastrellare il maggior numero di preferenze. Il 27 aprile le urne gli hanno dato ragione: 49.212 schede sono state per lui. E in qualche misura gli ha dato ragione la piazza, quel 3 maggio scorso, quando nelle strade milanesi hanno sfilato 150 mi¬ la persone (anche se in gran parte portate da tutta Italia da alleanza nazionale) per protestare contro «il governo delle tasse». Berlusconi ne ha fatto una manifestazione elettorale, tenendosi accanto il timido Albertini («E' la prima volta che vengo a un corteo. Sono emozionato») sul grande palco di piazza del Duomo incendiato dal sole. Da lì il capo di Forza Italia ha tuonato; «Dobbiamo impedire che i comunisti conquistino la città. Dobbiamo ostacolare l'occupazione rossa della nostra Milano». E ancora: «C'è una coalizione di potere che minaccia il nostro benessere, la nostra democrazia, la nostra libertà». In queste ultime settimane di campagna elettorale, non si è risparmiato nulla. Teatri, Palalido, passaggi televisivi, telefonate in diretta alle tv locali. Persino una lettera spedita a 100 mila famiglie milanesi per tessere le lodi del candidato, sebbene alla sua maniera. Dicendo più o meno: state tranquilli milanesi, prometto che sarò io a controllare il suo operato e quando sarà necessario «sarò pronto a tirarlo per la giacchetta». A questo abbraccio un poco soffocante, Albertini non ha mostrato sgradimento. «Sono contento di avere la collaborazione dell'onorevole Berlusconi. E non mi sento affatto sotto tutela». Anche se il suo contendente Aldo Fumagalli gli ha rinfacciato «di essere un prestanome». Berlusconi ha guardato tutto dall'alto, mosso pedine e propaganda senza troppa discrezione. E' stato molto più di un garante e adessso, nonostante le fitte post-operatorie, si godrà la vittoria. «Il nostro uomo l'ho imposto anche ad An un imprenditore contro un imprenditore Ammetto, l'ho scelto in corso d'opera» Il leader del Polo delle Libertà Silvio Berlusconi: è stato dimesso ieri dall'ospedale