Tapié:l'«altra arte» piace ai torinesi
Già seimila visitatori alla Gallerìa Civica per la mostra che chiuderà 1' 1 giugno Già seimila visitatori alla Gallerìa Civica per la mostra che chiuderà 1' 1 giugno Tapié: r«altra arte» piace ai torinesi // critico francese fu lo «scopritore» dell'Informale Arte a Torino negli Anni Cinquanta. A poco più di due settimane dalla chiusura, oltre seimila persone hanno visitato la raffinata mostra Torino, Parigi, New York, Osaka. Tapié. Un Art Autre, allestita nella Sala Mostre Temporanee della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea (via Magenta 31, sino al 1° giugno, orario 9-19). Si tratta di un appuntamento da non perdere, perché racchiude gli aspetti di una stagione artistica torinese sviluppatasi a partire dal 1956 per merito del critico e teorico francese Michel Tapié de Céleyran (Mauriac 1909-Parigi 1987). In questo senso l'esposizione, curata da Mirella Bandini, con la collaborazione di Anna Minola e Barbara Bertozzi, appare caratterizzata da una scelta di opere che consentono di ripercorrere l'esperienza di Tapié, di rinnovare l'incontro con quegli artisti che formarono il corpus di una ricerca estremamente vitale, di scandagliare un ambiente ricco di riferimenti con l'arte internazionale. In particolare, la mostra verrà presentata il 22 settembre al Réfectoire des Jacobins sede dell'Espace d'Art Moderne et Contemporain di Toulouse, in Francia. Nato nel Castello di Mauriac, Tapié era un lontano cugino del pittore Henri de Toulouse-Lautrec. Stabilitosi a Parigi frequentò i corsi di pittura di Amédée Ozenfant e Fernand Léger all'Académie Moderne. Successivamen- te, alla fine degli Anni Quaranta, si dedicò alla critica d'arte e nel 1952 pubblicò il volume-manifesto «Un Art Autre où il s'agit de nouveaux dévidages du Réel», che costituì il primo documento intorno alla corrente informale di Dubuffet, Michaux, Mathieu, Hartung, l'americano Pollock, gli italiani Dova e Capogrossi. E in tale angolazione, l'indagine di Tapié si pone in una direzione in cui è «necessario porre le basi di una comunicazione tra l'opera d'arte e l'amatore» e, ancora, «L'arte si esercita altrove, al di fuori, su un piano diverso da questo Reale che percepiamo altrimenti (...) l'arte è altro». Un'arte che propose a Torino attraverso l'International Center of Aesthetic Research, fondato insieme a Franco Assetto e Luigi Moretti, con presidente Ada Minola. Nel 1959 realizzò al Circolo degli Artisti la rassegna internazionale «Arte Nuova» e tre anni dopo organizzò, proprio alla Galleria Civica, la mostra «Strutture e Stile. Pittura e scultura di 42 artisti d'Europa, America e Giappone». A 35 anni da quell'avvenimento è ora possibile accostarsi ai dipinti dell'Accardi e a «Tutto nero» di Burri, allo spazialismo di Fontana e al «cielo» di Antonio Carena, alle sculture di Cherchi e Garelli e alle pagine informali di Spazzapan, sino alla gestualità di Vedova e Parisot, Mastroianni, Moreni e il ritratto di Saura, Rambaudi e Giò Minola. [a. mi.] Il critico d'arte Michel Tapié de Céleyran al Festival di Osaka nel lontano 1960
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