Goodbye con Pavarotti di Marinella Venegoni

Londra, il glorioso teatro da domani chiude per restauri Londra, il glorioso teatro da domani chiude per restauri Goodbye con Po va rotti Covent Garden, ultimo concerto LONDRA. Un recital di Luciano Pavarotti sarà stasera il fastoso regalo di arrivederci agli affezionati frequentatori del Covent Garden, che chiude per restauri. Allo storico teatro londinese, Big Luciano è legato da un affetto speciale. Che effetto le fa, Maestro, cantare alla vigilia dei restauri al Covent Garden, che le ha dato fama internazionale? «Questo succede ormai con molti altri teatri. Mi fa piacere che vogliano riprendere prima del Duemila, come mi hanno detto. Sperano anzi di esser pronti per il dicembre '99, e spero io di essere libero e in piena forma, per quell'epoca: è il teatro che mi ha lanciato, nel novembre 1963. Dovevo fare 4 recite di "Bohème", per preparare l'arrivo del gran divo Di Stefano. Ma quando arrivò, non stava bene; cantai io e i giornali cominciarono a parlare di me. Di domenica poi, Di Stefano doveva fare lo show più importante, il "Sunday Night". Finì che andai io anche lì: fui visto da una ventina di milioni di persone. E fu la consacrazione. Veramente, me l'ero già meritata, avevo già fatto le mie recite. Londra, una città meravigliosa, policroma, con tutte le sue libertà e la democrazia per strada, mi ha affascinato fin dall'inizio». E' la vigilia del Pavarotti International, che martedì 17 giugno andrà in diretta su Raiuno con i tre tenori: lei, Domingo, Carreras. Anche qui, nel segno di due teatri di tradizione, La Fenice e il Liceu di Barcellona, ai quali andrà l'incasso di Modena. «I tre tenori a Modena sono una cosa bellissima e insperata. Il Liceu di Barcellona è quasi finito; la Fenice è quasi cominciata». Perché tutti questi incendi? «Bisognerebbe dare la colpa all'uno o all'altro, ma così andiamo ai discorsi politici che a me non piacciono. Sarà incuria, ma è anche vero che di notte il teatro dorme solo. E i teatri bruciano in tutto il mondo». E' vero che ci sarà Michael Jackson a Modena? «Sì, viene a Modena a fare lo spettatore di lusso e per incontrare me». E' vero che lei e Jackson vi siete incontrati su un camper, la sera dei Telegatti, e avete deci- so di fare un disco insieme? «Non racconto niente perché non so ancora niente. Era il primo approccio. Ma questo album lo vorremmo incidere in ottobre per farlo uscire a Natale: le vendite andranno ai bambini che soffrono nel mondo. E speriamo di vendere tanti dischi». Le piace il «Va' Pensiero» di Zucchero? «E' un'idea geniale. Cantata come la canta Zucchero è bellissima. La musica quand'è bella è bella, anche cantata pop». Ha visto in tv 1' «Otello» di Torino? «Io no, stavo cantando in Germania. Ma chi l'ha visto mi ha detto meraviglie». Che pensa del tenore Cura, l'Otello argentino? Dicono che Otello non si canta da giovane. «Ho sentito parlare di Cura, non so come canta. L'asserto che da giovani non si fa Otello rimane buono anche per Cura: non vuol dire, perché l'ha fatto bene, che non gli si rechi danno in futuro: è un problema sottomettere le corde vocali ari uno sforzo. Lo faceva chi aveva brutta voce o Del Monaco, che aveva una voce grandiosa. La credenza va rispettata, con eccezioni: credo per esempio che Domingo sia migliorato, da quando ha cantato Otello». Domingo ha aperto un risto¬ rante a New York. Le è mai venuto in mente di fare altrettanto? «Mi viene in mente di andare a mangiare, al ristorante. Il mio ristorante di Modena, "Europa 92" da Cesare, è fra i migliori del mondo». A Torino qualcuno sussurra che lei potrebbe fare qualcosa per ricostruire la cappella della Santa Sindone. Per esempio, regalare un suo nastro inciso per un disco. E' vero? «Non ne ho mai parlato con alcuno. Ma potrebbe essere». Marinella Venegoni «Per Natale un mio disco con Jackson. E' bellissimo "Va' pensiero" di Zucchero» g&MPA ude per restauri va rotti concerto Luciano Pavarotti: l'incasso del concerto dei tre tenori andrà alla Fenice e al Liceu di Barcellona