Drupi, con i dischi fu la rivoluzione

Il suo ultimo album a 20 mila lire: parte la deregulation Il suo ultimo album a 20 mila lire: parte la deregulation Drupi, con i dischi fu la rivoluzione PAVIA DAL NOSTRO INVIATO L'epoca della deregulation discografica comincia qui, in una casa del centro storico di Pavia con i gerani rosa sui balconi: la casa di Drupi, al secolo Giampiero Anelli, detto anche l'indiano del pop italiano per il suo aspetto sempre un poco selvaggio e per l'atteggiamento solitario. Cinquantanni fra poco, un passato di successi nazionalpopolari come «Vado via» che ha venduto 9 milioni di dischi, «Sereno è», «Piccola e fragile», Drupi torna sulla breccia con «Bella e Strega», un album di canzoni inedite che è andato a registrare a Los Angeles con il «piccolo aiuto» di un gruppo di amici che sono poi anche 3 meglio dei musicisti che accompagnano le grandi star in tournée. Tutto comincia con il suo amicone vero, Larry Dunn, tastierista degli Earth Wind and Fire di buona memoria, che gli ha fatto arrivare in studio i bassisti Alfonso Johnson e Bobby Watson, poi quel leone di batterista che è Vinnie Colaiuta, e il chitarrista Jorge Evans e non sarebbe neanche finita qui. Risultato: un pugno di canzoni scritte con la sua compagna Dorina Dato, dal sound molto «earth windandfiriano», sax e organo, chitarrona e batteriaccia tosta; canzoni gradevoli e ricche di pathos e strumenti; un paio di ballate m una delle quali, «Be Carefull», Drupi si cimenta in un'inglese perfetto e si candida all'Fm Usa. Se non sapessimo che è lui, correremmo a scoprire di chi è questo gran cuore soul. La deregulation comincia a Pavia perché, al ritorno dagli Usa, Drupi da indiano tosto qual è ha deciso che voleva vendere il disco a 20 mila lire. E ha fatto il giro delle case discografiche: «Erano tutti interessati, all'album - racconta -. Ma nessuno al prezzo che imponevo. Ma perché?, dicevo io: con 8/9 mila lire un ed si fa, per la promozione ci arrangeremo. Rischiamo. Invece niente». L'unico che ha creduto all'indiano di Pavia è stato Marco Rossi, che con l'etichetta Tring sta facendo dischi a basso prezzo. Ma il mercato, travagliato da una gravissima crisi, è in subbuglio e le regole cominciano a saltare: già la Bmg, per il solo mese di maggio, vende «Canzoni» di Dalla e «Dove c'è musica» di Ramazzotti a 21.900 lire il ed e 14.900 la cassetta. Adesso, è aperta la corsa al ribasso ulteriore. A che cosa si rinuncia, Drupi, vendendo un disco che le è costato un sacco di soldi a ventimila lire? «Al pareggio garantito a 8 mila copie vendute, come fanno tutti. E per la promozione sono guai: io ho fatto sentire il disco a Fazio, che mi ha invitato in tv per la partita del Milan, e parlerà di me Mentana su Canale 5. Altra tv, niente e non m'interessa: a "Domenica In", due anni fa, non si sono neanche accorti che suonava con me Vinnie Colaiuta. Basta. Poi ci sono le radio: Radio Italia mi trasmette, ma tutti gli altri network vogliono soldi, si arrivano a pagare anche 50 milioni per una campagna vera, e noi non lo facciamo. Mi trasmettono le radio piccole, come Subasio, Latte & Miele, Cuore: le altre stanno alla finestra. Ma ho già 50 mila prenotazioni in Francia». Com'è l'accordo con Rossi? «Rischiamo insieme e il break even è a 40 mila copie; in Italia 20 mila. Ma già ci guardano con sospetto, si fatica a far la distribuzione, ci boicottano un po'. Beh, impareranno a fare la musica che va bene, e a tornare a rischiare. La parola d'ordine è: meno prezzo, più qualità». Vuol passare alla storia come l'alfiere della deregulation? «Non me ne frega niente. Le mie soddisfazioni me le sono prese». [m. ven.] Drupi lancia a 20 mila lire «Bella e strega», un album di canzoni inedite che è andato a registrare a Los Angeles con il «piccolo aiuto» di un gruppo di amici, quelli che di solito accompagnano le star in tournée «Meno prezzo, più qualità: ci guardano con sospetto ma torneranno a rischiare» schi ne ualità: petto hiare»

Luoghi citati: Francia, Italia, Los Angeles, Pavia, Usa