«Marlon Brando, il mio eroe» di Fulvia Caprara

«Marion Brando, il mio eroe» «Marion Brando, il mio eroe» 77 neo-regista, un ex maledetto redento: sono un sentimentale CANNES DAL NOSTRO INVIATO Marion Brando è il suo guru, «On the road» di Kerouac e «De profundis» di Oscar Wilde i suoi libri guida, «Il tempo dei gitani» di Kusturica il suo film preferito: Johnny Depp è un ragazzo bello e gentile, con la pelle ambrata e gli occhi dolci, che ha capito presto, a sue spese, quanto possa essere inutile e deleterio scegliere di vivere seguendo i percorsi dell'autodistruzione. «Di gente che va avanti a furia di droga e alcol dice - ne ho conosciuta tanta, io ne sono venuto fuori, e oggi penso che in fondo quello non sia altro che un facile cliché dietro cui nascondersi». Fidanzato con la modella Kate Moss che lo ha seguito anche qui al Festival, per il suo debutto dietro la macchina da presa, Depp ha trovato in Brando la sua guida spirituale: ((Ab¬ biamo un rapporto straordinario, è un grande amico, esattamente come potrebbe esserlo uno della mia età. Per me è un eroe e anche un incredibile maestro». Con il grande attore, Depp, che ha avuto una bisnonna di origine cherokee morta a 104 anni «senza mai smettere di masticare il suo tabacco», condivide la passione per la causa degli indiani d'America, vittime di un «orribile genocidio» e di un «governo che non esita a privarli della loro terra per far posto a spaventosi alberghi e cosiddetti parchi di divertimenti». Il problema degli indiani, dice ancora Depp, viene troppo spesso liquidato a colpi di stereotipi tipo «sono tutti alcolizzati» e nessuno si occupa seriamente delle «terribili ingiustizie» sopportate da quel popolo. «Cerco di fare il massimo per occuparmi di questi problemi - aggiunge il neo-regista -, ma il mio è un approccio basato più sulle emozioni e i sentimenti che sulle posizioni politiche». Religioso, ma in modo problematico, scaramantico tanto da farsi tatuare sulla mano un piccolo 3 perché «è un numero perfetto e porta fortuna», Depp sostiene che «gran parte degli americani vive come con una benda sopra gli occhi. Nessuno fa caso a quello che accade intorno, ai problemi dei propri simili. L'unica cosa che conta è arrivare, raggiungere il risultato. Ma qual è il risultato? Il sogno americano non esiste e non è mai esistito, è solo propaganda». Per «The brave», Depp ha avuto la collaborazione di Iggy Pop che, per comporre la colonna sonora, si è fatto ispirare direttamente dalle immagini del film: «Quando si vedono delle cose e si provano dei sentimenti, creare musica diventa subito facile». Sul set Johnny Depp tornerà tra poco, stavolta solo in veste di attore, per recitare nel nuovo film di Terry Gilliam «Fear and love». La prima esperienza di regia lo ha molto stancato e non sa ancora se la ripeterà: «Non vorrei sembrare drammatico, ma sono felice di essere sopravvissuto... La cosa più tremenda è stata l'insonnia: non sono mai riuscito a dormire e quando mi capitava non facevo che sognare e risognare il film». Fulvia Caprara

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