Bancaroma prepara le forbici di Marco Zatterin

Oltre 4000 posti in gioco. i sindacati: prima serve l'intesa nazionale Oltre 4000 posti in gioco. i sindacati: prima serve l'intesa nazionale Bancaromo prepara le forbici «Flessibilità entro un mese o si taglici» ROMA. 0 la flessibilità o la mobilità. Il grappo Cassa di risparmio di Roma, a cui fanno capo Bna, Banca di Roma e Banca Mediterranea, chiede ai sindacati di discutere e definire entro il 13 giugno, un venerdì guarda caso, una soluzione per il graduale taglio dei 4260 dipendenti in esubero identificati dai vertici degli istituti, oppure awierà «un'unica operazione di riduzione degli organici» cosa che, in parole povere, vuol dire licenziamento. I rappresentanti dei lavoratori sono preoccupati per i numeri e, soprattutto, per il poco tempo disponibile per chiudere la trattativa: un'intesa aziendale prima della definizione dell'accordo nazionale sulla riorganizzazione del sistema attualmente in discussione sarebbe, a loro avviso, un errore. Il grappo romano ha rotto gli indugi. In un lettera inviata alle rappresentanze delle tre aziende, gli uomini di Cesare Geronzi spiegano che «superata la fase critica della concentrazione» si sta recuperando «capacità di produrre ricavi in linea con il sistema», ma «permane una rilevante e strutturale penalizzazione sul fronte dei costi». In cifre, si spiega, «occorre una riduzione dei costi del personale di almeno il 15%», risparmiando 330 miliardi dalla Banca di Roma (3000 tagli), 130 dalla Bna (1200) e 6 dalla Banca Mediterranea (60). La morale è che «il gruppo non può attendersi recuperi di redditività in assenza di significativi interventi sui costi», perché a bocce ferme «sono posti a rischio i progetti di investimento e la realizzazione del disegno imprenditoriale». Che fare? Due sono le strade indicate dalla Cassa per «conseguire i risparmi» sul fronte del lavoro. La prima è l'azione secca di cui sopra «da effettuarsi in applicazione delle norme vigenti», piano che «comporterebbe un grave impatto sul piano sociale, poiché non sono disponibili misure di sostegno per il personale collocato in mobilità». Nel caso della Bna si aggiungerebbe «là contestuale cessione/ cjHusura.dj tutte le dipendenze dalla redditività' insufficiente». La seconda strada è quella del negoziato graduale entro il 13 giugno, data fissata in vista dell'auspicato collocamento sul mercato del 35% che Tiri detiene della Banca di Roma. Qui si propone la creazione di risorse finanziarie di solidarietà per il personale in mobilità attraverso un vasto ventagbo di mosse come la sospensione «per alcuni anni» di premi aziendali, automatismi e bonus; la limitazione delle forme di previdenza aziendale complementare in atto; l'introduzione di nuovi criteri di mobilità territoriale; la semplificazione del part rime e la flessibilizzazione dell'orario. I sindacati sono disponibili al dialogo, ma già parlano di «ultimatum», sottolineando come «brandendo l'arma dei licenziamenti, si vogliono imporre clausole capestro». Inoltre, si precisa che chiudere questo caso in via autonoma, potrebbe anche minare l'esito della trattativa nazionale. L'azienda afferma che questa è l'unica possibilità per rilanciare il grappo che nel 1996 «ha mostrato segnali di ripresa» e offre un mese per sigillare la vertenza. In caso contrario, metterà mano alle forbici. Marco Zatterin

Persone citate: Cesare Geronzi

Luoghi citati: Roma