Sandretto Maxigruppo con la Cannon
Sandretto Sandretto Maxigruppo con la Cannon MILANO. Giochi fatti per la Sandretto, leader italiano nella costruzione di presse a iniezione per materie plastiche, che dal dicembre 1993 usufruiva delle misure previste dalla legge Prodi. Il ministro dell'industria ha firmato un decreto d'acquisizione del 70 per cento della Sandretto da parte della Cannon e del 30 per cento da parte di Mediocredito (successivamente il 15 per cento della quota Mediocredito andrà a Interbanca). L'offerta viene valutata nell'ordine dei 120 miliardi. Il risultato dell'operazione è che nasce il primo costruttore italiano nel campo della plastica, un gruppo di importanza mondiale a livello di marchi: per parlare della Sandretto quest'azienda ha il 12 per cento del mercato europeo, filiali in Usa e licenziatari in Sudamerica. Il nuovo gruppo vale complessivamente 700 miliardi: 400 per parte della Cannon e 300 della Sandretto, considerando la sua attività in Sudamerica. L'ingresso della Sandretto nel gruppo Cannon porta alla creazione di un'impresa che dà lavoro a quasi 2000 persone. «Usciamo dalla legge Prodi senza aver utilizzato una lira di denaro pubblico e oggi l'azienda è liquida - dice Carlo Garello, direttore generale della Sandretto -. Inoltre rientrare in un gruppo di tale entità è per noi linfa vitale, perché vuol dire ricerca e sinergie nella distribuzione. Quello che soprattutto siamo andati a cercare in Cannon è l'innovazione». Strategie per il futuro? Maggiore penetrazione nei mercati su cui si è già presenti e particolare attenzione al settore automobilistico e a quello degli elettrodomestici «bianchi», risponde Garello. Ma i particolari sono «top secret»: i concorrenti stanno dietro la porta.
Luoghi citati: Interbanca, Milano, Sudamerica, Usa
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