Il «difensore» dei giornalisti di Umberto Zanatta

Torino, è morto Umberto Zanatta Torino, è morto Umberto Zanatta Il «difensore» dei giornalisti TORINO. Lutto nel giornalismo italiano. E' morto la scorsa notte, all'ospedale Mauriziano di Torino, Umberto Zanatta. Aveva 59 anni ed era da tempo gravemente ammalato. Zanatta aveva iniziato la professione giornalistica alla fine degli anni '50 nella redazione torinese del quotidiano «Italia», poi era passato al «Nostro tempo» diretto da monsignor Carlo Cbiavazza. A metà degli anni Sessanta era stato assunto a «Stampa sera», dove ha lavorato prima come inviato speciale poi come viceredattore capo; e, alla chiusura della testata, era approdato a «La Stampa». Impegnato nel sindacato dei giornalisti, che fu una «grande ragione» della sua vita, era stato dirigente dell'associazione Stampa Subalpina ed aveva ricoperto incarichi nazionali nella Federazione della stampa, diventando, come ricorda una nota della Fnsi, uno dei «più generosi dirigenti del sindacato unitario dei giornalisti italiani». «Più volte componente della giunta della Fnsi e della commissione contrattuale federale - aggiunge la nota - Umberto Zanatta ha sempre esercitato il suo impegno sindacale con grande rigore e fermezza, unite ad equilibrio ed intelligenza, contribuendo in maniera determinante alla costruzione del sistema di tutele contrattuali della categoria». La Fnsi ricorda anche le «eccezionali qualità umane» del collega scomparso, un «uomo capace di spendersi per amici e colleghi come pochi altri». Umberto Zanatta era anche que- Umberto Zanat a sto: non è mai stato un uomo di mezze misure. Sembrava «tagliato con l'accetta», come si diceva un tempo nel vecchio Piemonte, sapeva indignarsi di fronte a qualsiasi ingiusizia. Incredibilmente vitale, l'«uomo con il tascapane», come amava definirlo un altro grande amico scomparso, Giancarlo C arcano, per lui nulla sembrava impossibile. Ed era sempre pronto a battersi con una generosità senza limiti che gli faceva perdonare qualsiasi irruenza anche da chi non condivideva le sue idee. Zanatta è stato sempre in prima linea. Fu uno dei dirigenti del sindacato subalpino che guidò in prima fila la lunga autogestione alla «Gazzetta del Popolo». Quando arrivarono gli anni bui della «strategia del terrore» fu tra i fondatori di quello che venne poi chiamato il «Movimento dei giornalisti democratici». E negli anni Ottanta, quelli del «grande riflusso», diede vita, con un manipolo di colleghi, al «Gruppo di Fiesole», che diventò uno dei riferimenti del giornalismo italiano. Un impegno e una bandiera che tenne alta fino a due anni fa quando fu colpito da un brutto malore durante un'assemblea. Una delle tante che si tenevano sul contratto. L'ultima per lui. Perchè da quel giorno iniziò un calvario straziante, che lo ha sempre visto combattivo. Fino a ieri mattina quando, piegato dal male, si è arreso. Cesare Roccati Umberto Zanatta

Persone citate: Carlo Cbiavazza, Cesare Roccati, Umberto Zanatta, Zanatta

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino