Valona, i narcos assediano l'ospedale di Vincenzo Tessandori

Faida per il controllo della droga: tre morti. Chiesto l'intervento della Forza multinazionale Faida per il controllo della droga: tre morti. Chiesto l'intervento della Forza multinazionale Vqlonq, i narcos assediano l'ospedale «Curate i nostri feriti», e i soldati li portano in Italia TIRANA DAL NOSTRO INVIATO A Valona il tempo s'è fermato. E la città rimane la più difficile di questo disgraziato Paese, percorso da bande indifferenti ai militari della forza multinazionale di protezione, dai malaffari, dalle vendette. Tre morti ammazzati, in diciotto ore, e due feriti che sono stati trasportati in Italia. Il finimondo è scoppiato l'altra notte in località Acquafredda, che non è distante dal campo base degli italiani. Una sparatoria nutrita, forse un agguato e in due sono stati uccisi, mentre altri tre sono rimasti feriti, lì, sulle loro auto, in mezzo alla strada, con le portiere aperte, le carrozzerie sforacchiate e i vetri in frantumi. Quelle raffiche così rabbiose avevano richiamato l'attenzione dei carabinieri che, quando calano le tenebre, escono in pattuglia per la città seguendo itinerari prestabiliti. E quando sono arrivati sul teatro, chiamiamolo così, dello scontro, oltreché nell'ucciso e nei feriti si sono imbattuti in altri due uomini che stringevano quattro borsoni. E dentro, 120 chilogrammi di marijuana pronti all'export. Dunque, una spedizione andata male, conclusa con agguato e vendetta per qualche sgarro. E difatti, ieri, hanno freddato un'altra persona. Ed è una vendetta, su questo nessuno ha dubbi. La faida di certo continuerà perché è in gioco la supremazia nel mercato della droga. E non sembra che la polizia sia in grado di fare qualcosa per frenarla. Per la verità, la polizia non sembra essere in grado neppure di dirigere il traf- Zani Caushl. A destra: bande albanesi che restano padrone di tutto il Sud fico, e per questo si presenta così arduo il lavoro dei carabinieri-istruttori, arrivati ieri per mettere a punto una vera scuola. L'altra sera, per dire del grado di professionalità degli agenti albanesi, neppure la gragnuola di proiettili ne aveva attirato l'attenzione, e soltanto dietro un richiamo dei carabinieri italiani si sono mossi per le prime indagini. Che non devono essere risultate particolarmente incisive, se è vero, come pare, che mentre la polizia faceva le sue ricerche, gli amici dei feriti passavano di casa in casa per spedire i medici al pronto soccorso. «Siamo terrorizzati e se la situazione non cambia, abbandoneremo l'ospedale», minaccia Servet Kujdeli, direttore sanitario dell'ospedale di Valona. Il medico si è rivolto agli unici che danno un minimo di sicurezza: ai militari della missione «Alba». E si son vissuti momenti di tensione, anche ieri, quando i medici hanno deciso che due, uno ferito al polmone, l'altro alla spina dorsale, non potevano rimanere, dovevano essere trasportati altrove. Dove? In Italia, con l'elicottero. La marijuana trovata l'altra sera sulle auto ad Acquafredda doveva essere caricata sui gommoni che, ogni notte, salpano per le Puglie con venti profughi. Del resto, sembra il momento delle grandi spedizioni, perché chi porta la droga ottiene il passaggio gratuito e se si dimostra sveglio può iniziare una nuova attività in Italia. Reoland Telushi, 25 anni, e un ragazzo di 15, ieri sono stati pizzicati dai carabinieri che U avevano intercettati sul litorale di Cesine, appena a Sud di Lecce. Sbarcati da un gommone, insieme ad altri sei, tutti con grosse borse. E mentre i compagni sparivano in un boschetto, Telushi e il ragazzo erano attardati dai loro borsoni: dentro, due chili di marijuana, confezionati in sacchi impermeabili, di quelli usati per il trasporto in Albania degli aiuti umanitari. Il qhe fa sospettare che l'import-export della droga sia lo stesso che, l'altra sera ad Acquafredda di Valona, ha avuto quel contrattempo provocato dai kalashnikov. Sia come sia, il lavoro della polizia non sembra soddisfare, del resto quando si sono imbattuti nei due ammazzati e nella droga, i ca¬ rabinieri del Tuscania non solo hanno faticato per far arrivare gli agenti, ma poi li hanno dovuti scortare fino al comando. E questo scarso spirito di iniziativa mostrato dai poliziotti potrebbe costare, si dice, la scomoda poltrona al loro capo, Milto Korda. Ma è caos un po' dappertutto. A Korga, città dell'interno dalle grandi tradizioni culturali ormai scolorite, una banda ha dato l'assalto a un pullman partito dalla frontiera greca di Kapshtica con destinazione Tirana. Quando l'autista ha visto i mitragliatori, ha tentato di accelerare, ma gli altri hanno fatto fuoco: due i morti. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Korda, Servet Kujdeli, Zani