Il Papa: vengo in un Libano sovrano

Protetto da carri armati e da elicotteri, ha invitato la gente a «non innalzare nuovi Muri» Protetto da carri armati e da elicotteri, ha invitato la gente a «non innalzare nuovi Muri» Il Pupa: vengo in un Libano sovrano Trionfale visita a Beirut ancora ferita dalla guerra BEIRUT DAL NOSTRO INVIATO Un trionfo blindato per Papa Wojtyla, ma comunque un trionfo nella Sarajevo del Medio Oriente. Beirut ha accolto Giovanni Paolo II con elicotteri e carri armati, mentre tutte le campane del Paese suonavano a stormo, e decine di migliaia di persone - cristiani e musulmani insieme - per le strade, e l'amara sensazione di un viaggio «mutilato», perché Tiro e Sidone, nel Sud del Paese, zona di incursioni israeliane (proseguite anche ieri, secondo i libanesi) erano «off limits». Della Siria, del «Grande Fratello» che per un giorno ha tolto dalle strade i suoi «mukhabarat», i temutissimi uomini in civile dei «servizi», vero padrone di quella parte del Libano che non è occupata da Israele, non si è parlato. Ma le poche parole pronunciate da Giovanni Paolo II sull'aereo sono state chiare. Qualcuno teme che il viaggio legittimi l'occupazione siriana, gli abbiamo detto; e ha risposto: «Vado in Libano. Nel Libano sovrano». Libano sovrano, ed entusiasta come sanno esserlo le folle mediorientali; e addirittura in delirio, ieri sera, al Santuario di Harissa, dove ventimila giovani hanno sommerso il Papa sotto un'ondata di ovazioni, per oltre venti minuti, tanto da costringerlo a cambiare il programma: invece che all'interno del santuario, dove seimila persone attendevano sin dalla mattina, la cerimonia si è svolta all'esterno, in un'atmosfera emotivamente al calor bianco, con grida, applausi, interruzioni, applausi a scena aperta. Alla fine urlavano in coro «libertà, libertà», guastando un po' la festa alle autorità libanesi. I dieci chilometri dall'aeroporto alla città erano un viale del trionfo per la «Papamobile», sommersa di riso e di petali di rose, lanciati da decine di migliaia di persone che agitavano bandierine, fazzoletti, rami di ulivo. «Benvenuto re della pace, messaggero della carità», proclamava uno striscione collocato di fronte a una moschea sciita; e proprio i quartieri sciiti (quelli in cui scomparivano i sequestrati, negli anni bui), ha attraversato il Pontefice nella sua cavalcata, osservando dalla Papamobile le bandiere bianco-gialle accanto agli enormi cartelloni con le effigi dei mullah venerati dalla setta. Il Papa ha visto tutto questo; come ha visto i palazzi ancora distrutti, i segni dei proiettili ovunque, e i carri armati quasi a ogni incrocio. La sua Papamobile avanzava affiancata da due jeep blu scuro, una delle due portava apparecchiature in grado di individuare a distanza eventuali auto-bomba e agenti erano in piedi sui predellini della Papamobile. Ma ormai il messaggio era lanciato. Il messaggio, senza fare nomi, era: fuori gli eserciti stranieri dal Libano. «Ho invitato la comunità internazionale ad aiutare i libanesi a ritrovare la pace, all'interno di un territorio nazionale riconosciuto e rispettato da tutti, e a favorire la ricostruzione di una società di giustizia e di fraternità» ha detto Giovanni Paolo n al presidente Hrawi. «A giudicare umanamente, numerose persone sono morte invano a causa del conflitto. Alcuni libanesi sono dovuti andare in esilio». Ma ora, ha continuato, «questo periodo è finalmente passato», e anche se ha lasciato «numerose ferite nei cuori», il Libano «è chiamato a volgersi risolutamente verso l'avvenire, liberamente determinato dalla scelta dei suoi abitanti». Ha parlato di «nazione», di «legittimo sentimento patriottico», di «comunità nazionale», ha chiesto ai giovani, entusiasti al limite dell'isteria, di lavorare per «preparare il Libano di domani, per farne un popolo unito, con la sua diversità culturale e spirituale. Il Libano è un'eredità colma di promesse». «Non innalzate nuovi muri nel vostro Paese!» ha invocato. E ogni parola era un colpo all'idea di un Libano provincia siriana accarezzata a Damasco. I leader libanesi di Siria non potevano parlare, ovviamente. E allora hanno parlato di Israele. Ha corninciato Elias Hrawi, lamentando «l'aggressione contro il Sud e la Bekaa», chiedendo l'applicazione della Risoluzione 425 delle Nazioni Unite (quella che intima a Israele di andarsene dal Sud del Libano), e ringraziando il Papa per il suo appoggio alla risoluzione stessa. «Non c'è pace senza la liberazione delle regioni occupate del Sud, della Bekaa Ovest e del Golan». A Baabda, dove al suo arrivo sono state liberate delle colombe, il Papa ha visto anche Nabih Beni, presidente sciita del Parlamento. Il presidente del Consiglio Hariri, che ha presentato al Pontefice una famiglia sterminata (alcuni parenti so¬ no arrivati dalla Francia, per l'occasione), ha detto: «Il Papa ha chiesto dettagli sulla situazione del Sud. Gli ho chiesto di aiutarci a far rispettare la 425, e il Papa ha espresso sostegno». Finita la politica, la festa, un assaggio della celebre, straordinaria ospitalità libanese. Una banda ha intonato a sorpresa «Happy birthday to you», Hrawi ha fatto un cenno, e nella sala è apparsa una torta bianca e gialla: il 18 maggio il Papa compie settantasette anni. Auguri. Marco Tosatti Per motivi di sicurezza è stata impedita una visita nel Sud «minacciato dagli israeliani» Nella capitale suona improvviso Happy Birthday e compare una torta per il compleanno papale Sopra il Papa con il leader sciita Shamsiddine (sinistra) e quello sunnica Kabbani al ricevimento presidenziale a Beirut. A destra il trionfale ingresso a Beirut: sull'auto papale piovono riso e petali di rosa fai DA OTTO A DIECI MILIONI DI CRISTIANI D'ORIENTE I cristiani del Medio Oriente, ovunque minoritari, formano un mosaico di Chiese, separate (3 fedeli su 4) o no da Roma. Ecco chi sono e come si dividono: LIBANO 1,2-1,5 milioni maroniti (700.000-750.000) E anche: greco-ortodossi (200.000-250 greco-cattolici (150.000-2001 armeno-ortodossi 1120.000-150 ISRAELE 120.000-150.000' greco-ortodossi (45.000-50. E anche: greco-cattolici (30.000-40.000) cattolici-latini (30.000-35.000).. 3Z SIRIA 750.000-900.000 greci-ortodossi (400.000) E anche: greci-cattolici (125.000-175.000), armeno ortodossi (100.000-150.000), siriani ortodossi (50.000-80.000)... IRAQ 500.000-600.000 caldei cattolici (350.000-400.000) E anche: assiri-ortodossi (50.000-70.000), siriani-cattolici (40.000-50.000).., EGITTO 5-6,5 milioni copti ortodossi (5-6 milioni E anche: copti cattolici (100.000-200.000) protestanti (100.000-200.000)... GIORDANIA 75.000-100.000 greco-ortodossi (35.000-45.000) E anche: cattolici latini (25.000-30.000), greco-cattolici (10.000-15.000).. •DI CUI CIRCA 50.000 IN CISGI0RDANIA E A GAZA Percentuale stimala di cristiani nella popolazione ■52