«Non ama l'Italia chi semina violenza»

Bossi annuncia un raduno a Venezia «per lanciare un monito a Roma». Fini: sbagliato ridicolizzare l'assalto Bossi annuncia un raduno a Venezia «per lanciare un monito a Roma». Fini: sbagliato ridicolizzare l'assalto «Non ama l'Italia chi semina violenza» Davanti a 30 mila giovani Scalfaro condanna le divisioni ROMA. Di fronte a sé 30 mila giovani. Parla allo stadio Olimpico il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a un raduno dell'Azione cattolica. Ma non si rivolge solo al pubblico dell'impianto sportivo: lancia «un appello a tutti gli italiani di qualunque schieramento»: «Amiamo questa Italia con le opere, con l'onestà, col rispetto delle leggi, coll'impegno quotidiano, col rispetto vicendevole e con la solidarietà per i più deboli». Scalfaro non fa riferimenti diretti all'occupazione di San Marco, ma è evidente che pensa a quell'episodio quando sottolinea che «quest'Italia ha immenso bisogno di amore» e «questa patria chiede di essere amata: non la ama chi la vuole divisa, non la ama chi semina violenze». Mentre nel mondo politico affiorano valutazioni discordanti sulla vicenda di Venezia, il discorso del capo dello Stato rappresenta un messaggio contro le divisioni nazionali. Del resto Scalfaro è stato accolto all'Olimpico con l'invocazione «Italia, Italia». «Questo mi commuove», è la risposta di Scalfaro: «Mi commuove questo grido di Italia, questa Italia che deve essere la casa di tutti, dove noi cattolici abbiamo diritto a uno spazio di libertà e di espressione di fede, ma abbiamo prima il dovere di rispettare la fede dell'altro, di tutti, e di chi non ha fede, e di riconoscere la libertà di tutti». Il capo dello Stato fa presente ai giovani che, amando la patria, saranno «testimoni di pace, nel non dividersi nelle piccole beghe locali e nell'essere uniti per l'interesse generale». Sulla giacca, porta il distintivo dell'Azione cattolica. Sullo sfondo del discorso di Scalfaro c'è quindi Venezia, con tutti gli interrogativi che pone. L'episodio ha molti aspetti oscuri, ma per il ministro delle Poste Antonio Maccanico non ha senso vedere dietro l'occupazione la mano dei servizi segreti, come fa il leader leghista Umberto Bossi: «Mi sembrano tutte balle», taglia corto Maccanico. Il presidente di Rifondazione Armando Cossutta, che giudica opportuno l'ingresso di Bossi nella Commissione bicamerale per le riforme, definisce «aberranti» le sue posizioni, perché «hanno portato alle tesi secessioniste con le quali si determinano avventure sciagurate». La Lega, intanto, ha rinviato la manifestazione celebrativa del bicentenario della Serenissima Repubblica «al fine di evitare - informa un co- municato - ulteriori strumentalizzazioni da parte del regime centralista». Per Maccanico, comunque, è importante che cinque delle persone protagoniste dell'episodio «erano già state individuate e sospettate come gli incursori della tv», cioè i pirati che hanno interrotto alcuni programmi. A questo punto, per il ministro della Sanità Rosy Bindi, «il nostro Paese deve tornare a fare i conti con i fenomeni eversivi che potrebbero avere degenerazioni o radici terroristiche». La Bindi è preoccupata perché l'occupazione di San Marco rappresenta un'evoluzione negativa del «fenomeno leghista». Franco Bassanini, ministro della Funzione Pubblica, sollecita «le riforme che danno in positivo ima risposta a quel terreno di coltura dove nascono insani propositi secessionisti». Da Cernobbio, l'ambasciatore Sergio Romano si dice «choccato dall'ipermoralismo di tante dichiarazioni: ho avuto l'impressione che una parte della classe politica sia saltata sul problema per liberarsi della responsabilità di non aver mai fatto nulla per affrontare questi problemi». Da parte sua, l'ex ministro delle Finanze Giulio Tramonti definisce la vicenda «una menata, che rivela però un problema esistente sul territorio». All'interno di Alleanza nazionale affiorano invece posizioni differenti. Gianfranco Fini teme una sottovalutazione dell'episodio di Venezia: «Commettono un grave errore di valutazione coloro che, da Feltri a Miglio, ridicolizzano la vicenda di piazza San Marco o ancora solidarizzano con gli autori». Non si può definire «simpatiche canaglie» o «bravi ragazzi» chi, «mitra alla mano, com¬ pie azioni eversive e secessionistiche». Il coordinatore di An Maurizio Gasparri attacca invece il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano. Per lui non aver previsto quanto è accaduto è sintomo del «dilettantismo più assoluto» e coglie l'occasione per dire che «questo governo deve andare via subito». A sorpresa il leader radicale Marco Pannella ha parole di comprensione per gli occupanti di San Marco che, sostiene, potrebbero essere mossi da un «dovere civico, civile e addirittura morale». Secondo Pannella, c'è infatti il «dovere di insorgere con tutte le armi a disposizione» contro uno Stato che a suo dire sarebbe illegale: «Ben prima di Padovan della "Life" ho invitato ciascuno a prendere le armi contro le istituzioni che si vanno sempre più ponendo letteralmente fuori legge». Ir.r.] «Anche noi cominciammo con le intrusioni nell'etere. Forse loro oggi accusano la Lega come noi facevamo con il pei» || || I li IScalfaro ha parlato a 30 mila giovani Sotto, Alberto Franceschini li