Trieste, la sfida solitaria di llly
Trieste, la sfida solitaria di llly Trieste, la sfida solitaria di llly «Indipendenza da tutti, anche dall'Ulivo» TRIESTE DAL NOSTRO INVIATO Riccardo llly non è Tony Blair, dicono in casa pds, dove da quattro anni subiscono la scomoda posizione di dover sostenere un sindaco diventato simbolico per il centro sinistra nonostante il suo ostinato dichiararsi al di sopra e al di là dei partiti, tutti, compresi quelli che lo sostengono. Dunque, compreso il pds. Oggi si vota, qui a Trieste, ed è una sfida singolare: da una parte c'è certamente un candidato del centro-destra, Adalberto Donaggio, sostenuto in pompa magna dal Polo, fino a venerdì quando sono piombati qui Fini, Casini, Buttiglione e Urbani in rappresentanza di Berlusconi. Dall'altra parte c'è Riccardo llly con il sostegno di una lista che si chiama «Con llly per Trieste» e a cui va aggiunto l'Ulivo e la listarella di Dini. Un candidato che è essenzialmente il rappresentante di se stesso, che non ha voluto nessun leader nazionale di partito a conclusione della sua campagna elettorale, che si ostina a dichiararsi al di là di tutto al punto da chiamare Independence day la sua manifestazione conclusiva di propaganda. Con Donaggio si è schierato il candidato della destra, Sergio Dressi, uno che viene daH'msi che qui costituiva un'identità più forte e più dura che altrove, fisicamente contrapposta all'altro mondo. Dressi ha fatto una campagna elettorale aggressiva nei confronti dell'avversario di destra, Donaggio, sostenuto da Forza Italia. Una gara che l'uomo di Berlusconi ha vinto per pochi voti, ottocento appena, lo 0,6 per cento. Dopo aver brigato per mesi, le due destre di Trieste si sono ora coalizzate per battere llly. La somma dei voti per la destra fa 42,2 per cento a cui si devono aggiungere i 3 mila e 300 voti (3,5 per cento) del gruppo di Nord-libero guidato da Giorgio Marchesic, uno dei più duri e folkloristici oppositori di llly che l'aveva soprannominato «balla sui banchi» perché una volta finì il suo intervento in Consiglio comunale con la consueta pernacchia e salendo in piedi sugli scranni. Il sindaco uscente llly invece non ha aggiunto sostenitori e non ne ha voluti. Parte dunque dal 40,4 per cento, più o meno lo stesso risultato che aveva acquisito tre anni e mezzo fa al primo turno. Sono teoricamente liberi e vaganti i voti di Rifondazione comunista e quelli della Lega, grosso modo il dieci per cento insieme. Ma sono voti imprevedibili, nel senso che nessuno sa dire dove andranno a finire. Rifondazione anche qui ha provato a chiedere l'apparentamento, non l'ha avuto, ma a differenza di quanto è avvenuto a Milano, a Trieste non c'è stata l'indicazione provocatoria e indispettita di «andare al mare». La parola d'ordine è «libertà di coscienza» che sostanzialmente è un sì camuffato a llly. Non piace, l'ex sindaco a Rifondazione, che l'ha definito la «terza destra» di Trieste. Considerato un candidato confindustriale, il re del caffè llly ha però sempre trattato con rispetto Rifondazione, riconoscendole di aver fatto un'opposizione «corretta» a differenza di tutti gli altri. Ma la vera ragione per cui la maggior parte degli elettori di Rifondazione probabilmente voterà per llly tappandosi il naso è per evitare la vittoria della destra. Ancora più imprevedibile il Il Polo si raLega, dopo destino del residuo cinque per cento di voti della Lega che due settimane fa si è presa una stangata storica dal momento che nelle precedenti comunali aveva superato il 20 per cento. Qui, ha denunciato il segretario Coos, ha pesato la linea della Secessione: Trieste è «italiana», non «padana», come più o meno aveva¬ testa purazione no cercato di spiegare anche a Bossi quando è arrivato per il suo comizio in piazza Verdi. Ma Bossi è andato dritto per la sua strada. E' finita con il segretario triestino Coos che denunciava l'errore del suo capo e con la «base» della Lega triestina che chiede l'espulsione di Coos che però ha annunciato che voterà per llly: «Anche noi dovevamo fare come lui». E cioè indipendenza dai partiti, da tutti quanti, persino, dice il sindaco, «dall'Ulivo» che è uno solo dei suoi sostenitori. Se vince, lo farà per se stesso, Riccardo llly e per un'ipotesi politica che nessuno sa bene qual è. [c. m.l Il Polo si ramifica per l'ultimo testa a testa Lega, dopo la sconfìtta Bossi vuole l'epurazione Il sindaco uscente (a sin.] Riccardo llly e lo sfidante Adalberto Donaggio
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