L'industria frena ancora
L'industria frena ancora L'industria frena ancora A febbraio una flessione del2,4% In discesa anche gli ordinativi ROMA. Continua a calare, ma meno sensibilmente che a gennaio, il fatturato dell'industria italiana. A febbraio, secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, l'indice relativo ha fatto segnare una contrazione del 2,3% (-3,9% a gennaio) rispetto allo stesso mese del 1996. L'Istat ha anche comunicato l'andamento degli ordinativi che, a febbraio, hanno subito una diminuzione tendenziale dello 0,9% (a gennaio erano scesi del 3,7%) grazie all'apporto degli ordinativi provenienti dal mercato estero che hanno fatto registrare un incremento del 5,9%. Preoccupati, i sindacati chiedono una riduzione del tasso di sconto per favorire il rilancio dell'economia. L'Istat afferma che la contrazione del 2,3% fatta registrare a febbraio dal volume di affari dell'industria è la conseguenza delle diminuzioni del fatturato realizzato sul mercato interno (-2,5%) e di quello ottenuto sui mercati stranieri (-1,5%). Dal canto loro, la flessione degli ordinativi (-0,9%), che da 10 mesi fanno segnare un andamento negativo, costituisce la sintesi di una contrazione del 5,3% degli ordinativi provenienti dal mercato interno e di un aumento del 5,9% di quelli derivanti dal mercato estero. Confrontando i dati relativi ai primi 2 mesi del 1997 con quelli dello stesso periodo del 1996, il fatturato dell'industria risulta diminuito del 3%, in conseguenza di un calo del 2,8% delle vendite sul mercato interno e del 3,4% di quelle effettuate sul mercato estero. Nello stesso periodo, l'Istat rileva che per gli ordinati- Giorgio Fossa (C onfindustria) vi si registra una diminuzione del 2,3%, dovuta ad ima riduzione del 6% di quelli provenienti dal mercato interno e ad un aumento del 3,6% di quelli provenienti dall'estero. Davanti a queste «preoccupanti» cifre i sindacati sono tornati a chiedere il ribasso dei tassi di interesse e l'attuazione del patto per il lavoro per far ripartire la domanda interna. «Abbiamo vinto la battaglia contro l'inflazione - ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl Raffaele Morese - ma quella per la crescita dei consumi possiamo combatterla solo con l'aumento del reddito complessivo. Questo è possibile o con la crescita dei salari o con l'aumento del numero delle persone che lavorano. Scegliamo la seconda strada ma dobbiamo fare presto a cominciare dal patto per il lavoro». Per il segretario confederale della Cgil Walter Cerfeda «Prodi racconta favole quando dice che l'economia riparte fra tre mesi. Ci vogliono - ha affermato - politiche attive per lo sviluppo. Anche il patto per il lavoro da solo non basta per far ripartire l'economia. Ci vuole una politica industriale, per il prodotto e per le piccole imprese, il silenzio del ministero dell'Industria ci preoccupa». «Il rallentamento dei consumi è preoccupante - ha detto il segretario confederale della Uil Adriano Musi -, serve una politica per lo sviluppo che sia accompagnata dal calo del tasso ufficiale di sconto ma anche di quelli bancari. E bisogna smetterla con i tentennamenti sul patto per il lavoro». [r. e. s.] Giorgio Fossa (Confindustria)
Persone citate: Adriano Musi, Giorgio Fossa, Prodi, Raffaele Morese, Walter Cerfeda
Luoghi citati: Roma
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