Un killer insanguina l'università

Un killer insanguina l'università Mistero a La Sapienza: il sicario avrebbe sparato da un bagno Un killer insanguina l'università Colpita una studentessa a Roma: è in fin di vita ROMA. Non è stato un colpo, piuttosto un soffio sordo. Non c'è nemmeno stato un lago di sangue, piuttosto una piccola macchia dipintasi sull'asfalto non appena Marta Russo si è accasciata. Erano le undici e mezzo del mattino, uno splendido mattino della primavera romana. Marta, 21 anni, terzo anno di Giurisprudenza all'università La Sapienza, aveva appena terminato la lezione di Diritto Costituzionale. Al fianco di un'amica, Iolanda, aveva percorso il passaggio coperto. Pochi metri, di nuovo la strada asfaltata, il sole, poi quel soffio sordo. Marta è caduta senza una parola, il proiettile conficcato nel cervello e già frantumato in tre parti. Venti minuti dopo Marta era ancora lì, distesa: una piccola macchia di sangue colata dall'orecchio sinistro ormai scurita sull'asfalto. Accanto a lei due uomini in camice bianco facevano ciò che potevano: uno le praticava la respirazione bocca a bocca, l'altro le tastava il polso, insieme cercavano di impedire alla vita di andare via da Marta. A nulla valeva urlare di chiamare un'autombulanza, di avvertire il Policlinico che era a poche decine di metri. Dopo venti minuti ancora non c'era traccia di autombulanze, nè di infermieri, e la vita iniziava a essere stanca di dover resistere. Ma il cuore di Marta ha continuato a fare il suo dovere per altri dieci minuti: sotto il sole, sotto gli sguardi di una folla di studenti e professori, fino all'arrivo dell'autombulanza, dei tubi, dell'ossigeno. Dieci minuti dopo la ragazza era al reparto di neurotraumatologia del Policlinico. In condizioni disperate. Alle sette di ieri sera il primo bollettino diffuso dai medici parlava di «situazione stazionaria» e di «prognosi riservata», ma dietro l'ufficialità di quelle due parole trapelava un'altra verità: Marta, fin dall'arrivo in ospedale, era in coma profondo. I medici avevano compiuto tre Tac, poi deciso di non operare: la ragazza non era in grado di sopportare una simile prova. Nessuno ha avuto il coraggio nemmeno di mormorarlo, ma semmai riuscisse a vivere, Marta non sarebbe più Marta, l'ex-campionessa di scherma, la brillante studentessa, ma una ragazza costretta su una sedia a rotelle, forse nepppure in grado di parlare. La sera è calata sul reparto di neurotraumatologia, ma nella sala dell'ultimo piano nessuno sembrava averne la percezione. I genitori e i pochi parenti continuavano a attendere qualcosa di indefinito, sospesi anche loro come la vita di Marta a un esile filo: la traccia di un cuore che ancora continuava a disegnare delle linee oblique su un foglio bianco. Fuori del reparto, la vita invece correva, eccome se correva. Da mezzogiorno e mezzo in poi, a sfilare nell'ufficio di polizia del Pohclinico e poi negli uffici della Questura e della Digos sono state oltre quaranta persone, tutti come testimoni, o come conoscenti in grado di fornire una chiave a quello che finora è un mistero. Perché proprio Marta? Buio assoluto. Amore, politica, le ricorrenze della morte di Georgiana Masi e del ritrovamento di Aldo Moro, la semplice casualità: in queste ore gli inquirenti non escludono nulla e nessuno. A patto di partire innanzitutto dai fatti, dalla ricostruzione della vicenda. Con l'aiuto dei testimoni si è innanzitutto capito che non veniva da lontano, quel proiettile rimasto conficcato nella testa di Marta. Giungeva da sinistra, e da un luogo leggermente elevato hanno stabilito, nell'osservare il foro dietro l'o¬ recchio sinistro della ragazza. E' stato facile allora giungere ai bagni di Statistica, a una finestra semichiusa dove sembra essere stato un gioco infilare la canna di un'arma e fare fuoco. Gli inquirenti ne sono convinti anche se nei bagni non si sono trovate tracce di alcun genere. Nemmeno del bossolo: né u, né fuori, nonostante l'intervento dei metal-detector e la perquisizione dei bidoni della spazzatura. Questo rende più lente le indagini: fin quando non ci sarà un bossolo o un proiettile non sarà possibile stabilire da quale arma sia giunto il colpo. Il fatto che nessuno dei testimoni abbia udito uno sparo, ha fatto pensare a una pistola di calibro leggero, o una carabina, ma per il momento sono soltanto ipotesi. Come un'ipotesi è che ad agire possa essere stata più di una persona. Alcuni dei testimoni ascoltati ieri pomeriggio hanno affermato di aver udito il rumore di un'auto schizzare via subito dopo quel soffio sordo. Poteva essere guidata da un palo, in attesa del «cecchino» appostato nel bagno, ma potrebbe anche essere partito da lì il colpo. Una volta messi insieme questi elementi, ieri sera gli inquirenti hanno provato a costruire le piste su cui lavorare. Non viene esclusa la pista passionale: è stato interrogato Andrea, da due anni fidanzato di Marta. Gli inquirenti lo hanno trovato nell'officina dove lavora come elettrauto. Ma non si esclude nemmeno la pista politica, né quella che vedrebbe Marta vittima di un orrendo scherzo del destino: colpita al posto di un'altra persona. La ragazza non era impegnata in politica, nessuno dei leaders dei movimenti studenteschi sembrava conoscerla. Molti erano, invece, i professori, anche nomi noti, ottimi bersagli per un'azione terroristica presenti ieri mattina sul piazzale. Fra le tante persone ascoltate ieri, gli inquirenti si sono soffermati in particolare su tre leader studenteschi del pds (un giovane, Roberto Lastrucci, in passato era stato anche minacciato), hanno corcato di scavare insieme con loro all'interno dei fermenti dell'ateneo, partendo dalla vittoria della destra fino a piccoli episodi finora trascurati. Ma la strada da percorrere per giungere alla verità sembra ancora lunga. Al termine di una giornata di interrogatori il sostituto procuratore della Repubblica Carlo La Speranza ha lanciato un appello attraverso l'Ansa, chiedendo a tutti un aiuto. Per dare un nome e un volto aila mano che ieri ha premuto un grilletto e provocato quel soffio, sordo e mortale. Flavia Amabile Colpita alla nuca mentre passeggiava con un'amica Forse la giovane non era il vero obiettivo U dl d Un ragazzo del pds sarebbe stato più volte minacciato La studentessa ferita mentre arriva al pronto soccorso del Policlinico Umberto i Il luogo tra le facoltà di Scienze politiche, Statistica e Giurisprudenza dove Marta Russo è stata ferita con un colpo di arma da fuoco alla testa II colpo di pistola e stato esploso dd'edifkio della facolta di Scienze Statistiche, da una finestra al piano terreno \ Allrl^OGIA I jy :ienze poimcHE FARMACOLOGIA OBITORIO MEDICINA LEGALE chimi ii Ltnp m «PRUDENZA rmOSOFIA Punto in cui si trovava la ragazza al momento del ferimento ■& w tessi farmacia ORTOPEDIA 'NOfeNERIA :flule3( 4 e 5 ,7ln officine Kbbico ortopeo,che

Persone citate: Aldo Moro, Carlo La Speranza, Flavia Amabile, Georgiana Masi, Marta Russo, Roberto Lastrucci, Umberto I

Luoghi citati: Marta, Roma