Ferreri,l'anticonformista del cinema di Lietta Tornabuoni

E' morto a Parigi il regista dissacratore della «Grande abbuffata» e dell'«Ape regina» E' morto a Parigi il regista dissacratore della «Grande abbuffata» e dell'«Ape regina» Ferreri, ranticonformista del cinema MARCO Ferreri è morto ieri a sessantanove anni per via del cuore in un ospedale di Parigi, la città dove da tempo abitava: è una perdita grande, un vuoto non colmabile per il cinema italiano ed europeo. Ferreri ci ha dato film molto belli («L'ape regina», «Dillinger è morto», «La grande abbuffata») e un bellissimo esempio di coraggio intellettuale, di coerenza artistica: uomo estremo, nemico delle convenzioni e dell'ipocrisia, anticonformista, provocatorio nei modi e serio nell'opera, sempre all'avanguardia, cosmopolita, non si è lasciato mai addomesticare, banalizzare, normalizzare da nessuno e da nulla, neppure dalla malattia che da anni lo insidiava, neppure da certi insuccessi che lo facevano sentire solo al mondo. Profeta barbuto, ha còlto e interpretato nei suoi film la grande mutazione dei costumi del secolo: se «La grande abbuffata», storia di quattro amici che si chiudono in una villa per mangiare sino a morirne, rappresenta la metafora ci¬ nematografica più forte della società dei consumi che divora se stessa, è soprattutto nei rapporti tra uomini e donne che Ferreri ha intuito per primo e raccontato il cambiamento epocale. La nuova libertà delle donne occidentali, la padronanza di sé e della specie portata dal controllo della maternità attraverso la pillola, il dolore e il furore degli uomini spodestati dall'identità smarrita, sono al centro di film cruciali, «L'ultima donna», «Ciao maschio», «Il futuro è donna», «I love you»; la nuova condizione dei vecchi moltipli- cantisi nella senescenza della popolazione non è mai stata espressa con tanta felicità e grazia come nel suo «La casa del sorriso». Ferreri ha anticipato e illustrato il nostro mondo cambiato senza nostalgie un poco vili ma con comprensione, tenerezza, intelligenza; ha trasformato in veri attori di cinema personaggi come Roberto Benigni («Chiedo asilo», 1979), Enzo Jannacci («L'udienza»), Jerry Cala («Diario di un vizio»). Il suo ultimo film «Nitrato d'argento», presentato l'anno scorso alla Mostra di Venezia, appare adesso non soltanto una storia personale del cinema, ma anche un addio. Uomo forastico, tempestoso, insofferente, pronto a scagliarsi contro la stupidità o la mistificazione, pronto a protestare e inveire, Marco Ferreri aveva pure una caratteristica che adesso accresce il rimpianto: era infinitamente simpatico. Lietta Tornabuoni SERVIZI A PAGINA 25

Persone citate: Dillinger, Enzo Jannacci, Ferreri, Jerry Cala, Marco Ferreri, Profeta, Roberto Benigni

Luoghi citati: Parigi, Venezia