Gli italiani in ospedale per diabete e obesità di Alessandra Pieracci

Cronache I risultati di uno studio: in aumento i casi di pressione alta e di colesterolo Gli italiani in ospedale per diabete e obesità GENOVA. Gli italiani si avviano a diventare un popolo di ciccioni, specialmente le donne, che hanno già più chili di troppo rispetto agli uomini. Nonostante diete, beveroni, trattamenti estetici, per colpa soprattutto di cattive abitudini alimentari e di scarso movimento, un italiano su cinque è obeso, altri due sono in sovrappeso e solo due possono salire sulla bilancia senza vergognarsi. Questo uno dei dati più significativi che emerge da una sorta di «cartella clinica» della popolazione compilata, per la prima volta, grazie a uno studio effettuato in contemporanea dal 21 al 26 ottobre 1996 su 6450 pazienti ricoverati in 270 divisioni di Medicina interna ospedaliera, sparse in tutte le regioni. I risultati di quest'analisi sulla salute degli italiani, che devono far ricorso agli ospedali, sono stati presentati ieri nel corso del secondo congresso nazionale della Fapoi, la Federazione delle associazioni dei primari ospedalieri internisti, in corso ai Magazzini del Cotone, nell'area Porto Antico, fino a domani. Aumentano le malattie croniche. In particolare, come ha sottolineato il presidente della Fapoi, Sandro Fontana, primario della divisione di Medicina interna B, presse l'Ospedale degli Infermi di Biella, soffrono di quella che viene definita la «sindrome del tris». Ovvero, sono a rischio i vasi sanguigni e il cuore per la pressione alta, bronchi e polmoni, articolazioni sempre più vittime dell'artrosi. L'indagine mette in risalto anche un altro fatto preoccupante: non ci si ammala più soltanto di una patologia, ma, come in un pericoloso mosaico, gli italiani soffrono di un cumulo di acciacchi diversi. Fra i ricoverati, il 39 per cento soffre di ipertensione. Nonostante i continui richiami alla pericolosità di questo killer, gli italiani non si preoccupano abbastanza di controllare la pressione. Né sembrano avere effetto le cure, a dispetto dell'elevata spesa per i farmaci specifici: 2500 miliardi l'anno contro gli 11 mila dell'intera spesa farmacologica. Una persona su 5 soffre di diabete, il 15 per cento dei pazienti ha il tasso di colesterolo eccessivamente alto (con l'eccezione della Liguria, grazie all'alimentazione). «Inaccettabile viene definita dai primari riuniti a congresso - la situazione sotto il profilo terapeutico dell'ipercolesterolemia: solo una percentuale del 6-7 per cento dei soggetti a rischio cardiovascolare ò trattata adeguatamente per ridurre i valori del cole¬ sterolo». Infine, non sembra diminuire il vizio del fumo: il 37 per cento delle persone seguite nell'indagine continua a fumare, pur essendo il tabagismo uno dei fattori ad alto rischio. Maggior attenzione alla prevenzione, per mantenere più a lungo il benessere e risparmiare risorse economiche: questo il messaggio dei medici internisti ospedalieri. Ma l'Italia resta ancora indietro nell'anticipare le malattie più frequenti, come le patologie cardiovascolari o i problemi respiratori. Alla base della prevenzione, ribadiscono i medici, c'è una sostanziale modifica dello stile di vita. Le regole d'oro della salute sono: non fumare, abituarsi a un'alimentazione sana con pochi grassi saturi, preferendo l'olio d'oliva, e meno calorie, diminuire l'uso del sale, controllare il proprio peso, fare esercizio fisico con regolarità, evitare lo stress. L'alcol è concesso in piccola quantità, e limitato esclusivamente al vino rosso, che ha proprietà antisclerotiche. Le diete da fame? Inutili, perché vengono sempre abbandonate dopo qualche tempo, con immediata ricadute nei vizi ipercalorici. Meglio, invece, un'educazione alla dieta mediterranea fin da piccoli. Alessandra Pieracci

Persone citate: Sandro Fontana

Luoghi citati: Biella, Genova, Italia, Liguria