C'è una Moratti nella squadra di Fumagalli

Ultimi fuochi prima del ballottaggio a Milano. L'uomo del Polo: io non sono parolaio, bado ai fatti Ultimi fuochi prima del ballottaggio a Milano. L'uomo del Polo: io non sono parolaio, bado ai fatti C'è una Moratti nella squadra di Fumagalli E il candidato dell'Ulivo sfida Albertini: voglio il faccia a faccia MILANO. Il più citato in questi ultimi scampoli di campagna elettorale è Tony Blair. Sarà per scaramanzia, ma Aldo Fumagalli dell'Ulivo e Gabriele Albertini del Polo non fanno che nominare il neopremier britannico che ha stravinto sui conservatori, «Faccio come Tony Blair, la mia squadra si conoscerà solo ad urne chiuse», sceglie il silenzio Albertini. Che non conferma né smentisce le mille voci che si rincorrono sulla composizione del suo governo per Milano. «Anch'io sono stato molto in dubbio. Anche Tony Blair ha aspettato il giorno dopo», dice Aldo Fumagalli. Ma di fronte a quella valanga di indiscrezioni poi si arrende. E fa i nomi dei primi dieci componenti della sua squadra, buona se sarà vittorioso al ballottaggio di domenica. «Sono dieci persone che hanno dato molto a questa città, sono espressione della società civile che ha voglia di dare», presenta così il suo team, il candidato dell'Ulivo. Pone una sola condizione: «Non dirò gli assessorati, non dirò se tra di loro c'è già il city-manager». Tra i dieci c'è don Gino Rigoldi di Comunità Nuova. Poi Milly Moratti, docente universitaria e moglie del presidente dell'Inter; Gianni Locatelli, ex direttore genarele della Rai e del «Sole 24 ore» vicino ai popolari, lo psicologo Fulvio Scaparro, l'urbanista Sandro Balducci, l'economista Emanuele Ranci e il consulente aziendale Lorenzo Buscarelli. Completano la squadra l'insegnante Carla Crosti, Lionello Cerri, ex presidente dei cinema d'essai, e Walter Ganapini, vicino a Legambiente e già assessore all'ecologia nella giunta con il sindaco uscente Marco Formentini. «Anche da questi nomi si capisce che il mio programma è fondato sull'autonomia e concentrato su Milano», spiega Fumagalli nella sede elettorale dell'Ulivo, dove sua moglie sventa un tentativo di furto. Due albanesi, mischiati ai giornalisti, entrano nella sede e si impossessano di un computer portatile. Se ne accorge Ga briella Fumagalli Morese che avvisa i poliziotti in servizio davanti alla sede del comitato che arrestano i due ladruncoli Intanto nelle ultime 24 ore di campagna elettorale Aldo Fumagalli non smette di lanciare accuse e una sfida a Gabriele Albertini. Attacca, il candidato dell'Ulivo: «Il 25 aprile io ero in piazza per una festa nazionale. Lui non c'era. In piazza c'è andato il 3 maggio, in una manifestazione contro il governo durante la quale ho sentito slogan da brivido». E poi sfida: «Almeno l'ultima sera Albertini si confronti con me in un faccia a faccia tv, non continui a fare il candidato fantasma». Gabriele Albertini non raccoglie la sfida. E a sua volta polemizza: «Se i milanesi vogliono un parolaio, un anchorman, votino Fumagalli. Io sono un uomo delle cose e non delle parole e parlo con i milanesi di loro. E non di milanesi con un candidato monzese». Al termine di un incontro elettorale con un gruppo di disabili, capitanati dall'ex ministro della Famiglia del governo Berlusconi Antonio Guidi, Ga- briele Albertini ha confermato di non voler anticipare la rosa dei suoi assessori. Di nomi, da giorni, ne girano fin troppi. Niente di ufficiale, solo indiscrezioni regolarmente accompagnate da smentite e precisazioni. Come quelle che riguardano Achille Serra, il più votato dopo Berlusconi per il Polo: «Non ambisco a cariche di alcun tipo. Sono notizie infondate, false, travisanti». Altre smentite hanno accompagnato le indiscrezioni che davano per certa la poltrona di vicesindaco a Riccardo De Corato di An. In corsa per l'assessorato alla cultura si fanno due nomi, quello del filosofo tv Stefano Zecchi e quello del giornalista Sergio Scalpelli. Maurizio Lupi, eletto in Forza Italia ma in quota al cdu, correrebbe per la poltona di assessore all'urbanistica mentre per le deleghe al bilancio e alle privatizazzioni, si fa il nome di Marco Vitale, per un anno assessore nella giunta Formentini. Una lista già confezionata arriva da Giampaolo Landi di Chiavenna, a capo dei cattolici liberali di An. E fa sette nomi di «assessori ad alto livello per portare Milano in Europa», che intende «segnalare» a Gabriele Albertini. All'edilizia vorrebbe Corrado Sforza Fogliani, al commercio Mauro Stratta, al bilancio Alessandro De Nicola. E ancora: all'urbanistica Claudio De Albertis, il vicepresidente dei costruttori nazionali già finito in Tangentopoli, e alla cultura Carlo Camerana, il presidente del Piccolo Teatro che però ha già smentito di accettare incarichi «né per l'uno, né per l'altro candidato», [f. poi.] L'ex prefetto Achille Serra è il più votato dopo il Cavaliere «Non ambisco a nessuna carica» Nella foto qui sotto il candidato del Polo Gabriele Albertini Qui accanto il candidato sindaco di Milano dell'Ulivo Aldo Fumagalli

Luoghi citati: Chiavenna, Europa, Legambiente, Milano