Veltroni boccia la Cosa 2 di D'Alema

Goooool ! Polemica nella Quercia. Il vicepremier: via falce e martello, già perso troppo tempo Veltroni boccia la Cosa 2 di D'Alema La velina rossa lo attacca: va contro il congresso ROMA DALLA REDAZIONE Via la falce e il martello («abbiamo già perso troppo tempo»), niente partito socialdemocratico, abbasso la «Cosa 2» e viva l'Ulivo. Walter Veltroni torna alla carica, tre mesi dopo il congresso pidiessino e tre giorni prima del secondo turno amministrativo. E, certo, le sue dichiarazioni (una intervista a Panorama più una alla stampa estera) non sembrano tali da facilitare la vittoria dei candidati sindaco dell'Ulivo, tanto bisognosi dei voti di Rifondazione comunista. Veltroni è partito all'offensiva contro il progetto dalemiano (e congressuale) di dar vita ad un partito socialdemocatico europeo confortato, a quanto pare, dal successo del laburista Tony Blair, in Inghilterra. «C'è una assoluta, perfino imbarazzante simmetria di linguaggi e contenuti tra l'Ulivo e il Labour di Blair» afferma il vicepresidente del Consiglio. Prima ancora di conoscere l'intervista, D'Alema aveva «replicato» (senza far nomi) con una lettera al Corrieredelia Sera di ieri: «Mi sembra a volte di scorgere una punta di provincialismo in questa abitudine che serpeggia tra le donne e gli uomini della sinistra, di rincorrere modelli stranieri, possibilmente vincenti, magari senza neppure conoscerli a fondo». Dichiarazione già di per sé abbastanza esplicita, alla quale la «Velina rossa» (l'agenzia che raccoglie gli umori ufficiosi di Botteghe Oscure) aggiunge una serie di contestazioni. Così si dice che Veltroni «dimentica le decisioni congressuali» (ha dato il via libera alla «Cosa 2»), che riflette poco e agisce in base ad «eccitazioni momentanee», che è «puerile», che dimostra «una grande superficialità». Perché «il grande Ulivo, se non contenesse il pds, sarebbe soltanto una espressione botanica». La spinta ulivista (che vede Veltroni) si vede solo «nelle interviste di insigni cultori del nulla», conclude la velina. In realtà, non c'è nulla di nuovo sotto il sol dell'avvenire salvo che la partita vie¬ ne riaperta alla vigilia del ballottaggio per i sindaci. Un voto che, in caso di sconfitta dei candidati ulivisti, può ridare la carica al Polo e rendere più difficile la vita della commissione per le riforme e di Massimo D'Alema, che la presiede. Al primo turno amministrativo, gli vien fatto rilevare da Panorama, dove il pds non si è presentato col suo simbolo (anche con la piccola falce e il martello), Rifondazione ha fatto il pieno di voti. Veltroni risponde che Rifondazione «ha guadagnato anche dove era presente il simbolo del pds». «Io non sono ossessionato dai risultati elettorali di Rifondazione co- munista», aggiunge, come a sottolineare che D'Alema sbaglia ad avere preoccupazioni del genere. «Neppure io sono ossessionato da Veltroni», ha subito ribattuto con un sorriso il presidente di Rifondazione, Armando Cossutta. L'acido contenzioso personal-politico tra Veltroni e D'Alema data dall'elezione di quest'ultimo a segretario. Due caratteri antitetici e due progetti divergenti. D'Alema (spigoloso) tenta, faticosamente, di far nascere una nuova forza politica di sini- stra socialdemocratica in grado di concorrere direttamente alla guida del Paese. Veltroni (morbido) punta, invece, sull'Ulivo e a una evoluzione del pds «che non potrà più essere socialdemocratica». «Oggi c'è qualcosa di più nella sinistra - sostiene Veltroni -. Dopo venti anni di predominio della destra in Occidente, il vento ha girato con le vittorie di Clinton, di Blair e dell'Ulivo. Ossia, di tre progetti di centrosinistra che hanno poco o niente da fare con la socialdemocrazia. Anche sotto il profilo dell'appeal le parole socialismo e socialdemocrazia non funzionano più. Le parole chiave sono "sinistra" oppure i nomi dei leaders». Risponde, indirettamente, D'Alema che la vittoria dei laboristi, al contrario, «dimostra che il socialismo europeo gode di buona salute ed è in grado di affrontare le sfide che lo attendono. La sinistra italiana ha una lunga e ricca storia, di cui possiamo essere orgogliosi: non si capisce perché, di tanto in tanto, ci si debba invaghire di questo o quel leader d'oltralpe». Imbarazzo nel partito alla vigilia dei ballottaggi nei Comuni Il leader pidiessino «Non dobbiamo rincorrere i modelli stranieri» Polemica nella QVeltronLa velina Qui accanto Bill Clinton e Tony Blair Nella foto grande Veltroni e al suo fianco Armando Cossutta

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