Volcic, Gruber, Montanelli ospiti del Grinzane Cavour di Alberto Sinigaglia
PENNE D'ITALIA PENNE D'ITALIA Vb/dc, Gruber, Montanelli ospiti del Grinzane Cavour DEMETRIO, IL TESTIMONE Dieci anni da raccontare «Da Mosca vi parla... » CINQUE giornalisti famosi parlano del loro mestiere a docenti e studenti in Palazzo Nuovo: la mattina di lunedì 5 maggio, Demetrio Volcic, l'indomani Lilli Gruber, venerdì 9 il presidente della Rai Enzo Siciliano, il 12 Indro Montanelli e il 15 Giampaolo Pansa. Tutti gli incontri sono alle 11, tranne quello con Montanelli che incomincia alle 15. Si rinnova, per il terzo anno, «Grinzane-Università», l'iniziativa nata nell'Ateneo torinese dalla collaborazione tra il corso di laurea in Scienze della Comunicazione, guidato da Adriano Pennacini nella Facoltà di Lettere e Filosofia di cui è preside Nicola Tranfaglia, e il Premio Grinzane Cavour, che, presieduto da Giuliano Soria, è diventato una delle maggiori agenzie culturali italiane. L'anno scorso erano venuti Furio Colombo, Sergio Romano, lo scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger e Juan Arias vicedirettore del «Pais» di Madrid. In precedenza furono ospiti Lietta Tornabuoni, Jacques Nobécourt, Ezio Mauro, Bernardo Valli, Bruno Vespa, Enrico Mentana. Protagonisti dell'informazione si interrogano davanti a una ì crisi di qualità, di rispettabi1 lità, di attendibilità, che vede l'Italia leggere troppo poco i giornali e dare meno ascolto ai telegiornali. Come siamo arrivati a questo punto? Che cosa accade in altri Paesi? Perché i giornalisti dei quotidiani si dicono «rovinati dalla televisione», ma conti- TUTTO cominciò nel 1582, quando nella sala della Tribuna si organizzò la prima esposizione dei principali capolavori della famiglia Medici. Dagli appartamenti privati, le opere passavano in un edificio aperto anche al pubblico, il quadro diventava motivo di orgoglio dinastico. Ma non era che l'inizio: già dieci anni dopo, nel 1592, era possibile visitare su richiesta la Tribuna. Questo sancì la nascita del primo museo dell'era moderna». Sono parole pronunciate qualche anno fa da Annamaria Petriola Tofani, direttrice degli Uffizi, uno. dei principali musei italiani, e quindi mondiali; un luogo dove passa più d; un milione di visitatori l'anno, che - si potrebbe pensare - non ha bisogno di presentazioni. Eppure, in un pianeta sempre più affollato di offerte culturali, bisogna approfondire le proprie competenze, anche da semplici appassionati e spettatori. Altrimenti, attraverseremo il tempo che dedichiamo a musei, letture, film, concerti, come corridori senza attenzione. Il messaggio, chiaro, è stato ben colto dalla Fondazione San Paolo e dal Centro Congressi dell'Unione Industriale, che organizzano primi in Italia - un ciclo di appuntamenti per scoprire «Segreti & Meraviglie dei Musei del Mondo -Il giro del mondo nei grandi musei senza muove- Demetrio Volcic sarà protagonista di due appuntamenti torinesi a Palazzo JVuovo e all'Unione Industriale lunedì 5 maggio Sotto Firenze, gli Uffizi nuano a copiare la tv, a parlare di tv, a sentire modeste persone che la tv rende «personaggi» su ogni problema esistenziale, scolastico, sessuale, morale, religioso dalla prima all'ultima pagina? Perché anche chi si pente della teatralizzazione d'ogni fatto e della «panna montata» che stravolge le notizie non rinuncia a trasformare mosche in cavalli, a enfatizzare tutto: politica, cronaca nera, spettacoli e naturalmente ogni cosa appaia sul piccolo schermo? Cinque protagonisti daranno le loro risposte, consapevoli che il giornalismo è a una svolta professionale e etica. Che dalla qualità dell'informazione dipende la qualità di una società, l'affidabilità e il futuro di una democrazia. Alberto Sinigaglia
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