I MAGNIFICI TRE

I MAGNIFICI TRE I MAGNIFICI TRE Cura, giovane Otello Raimondi e Frittoli CLAUDIO Abbado, i Berliner, Ermanno Olmi e i «magnifici tre»: Barbara Frittoli (Desdemona), Ruggero Raimondi (Jago) e José Cura (Otello). Questa in estrema sintesi l'opera verdiana che va in scena al Teatro Regio in una cornice culturale che è l'evento per il mondo-della musica, del teatro, della letteratura. Si dice che Torino stia vivendo un momento musicalmente magico; forse si stenta a credere che una città così riservata, tradizionalmente chiusa in sé, oggi possa offrire emozioni non soltanto all'Europa, ma al mondo intero e al tempo stesso ricevere suggerimenti, in un fervido scambio di idee e quindi di cultura. Quella di questa due giorni squisitamente teatrale è una coproduzione con il Festival di Pasqua di Salisburgo e doveva essere una delle ultime grandi interpretazioni verdiane di Placido Domingo. Ma alla grandezza dell'artista, oggi, purtroppo, non corrisponde più quella giovanile baldanza vocale che ha caratterizzato la sua lunga, straordinaria carriera. Ben venga allora il debutto del giovane José Cura, italo-argentino, un atleta del canto, un fisico di grande prestanza, a cui dovrebbe corrispondere anche una non comune capacità interpretativa. Cambiano i tempi, maturano, forse, anche gli uomini. E' possibile: se un tempo si chiedeva ad un Otello maturità artistica e vocale, oggi si ricorre ad un giovane che dovrebbe essere il Moro del futuro: se ci sarà un futuro ancora glorioso nel repertorio drammatico italiano. Intanto godiamoci il canto di questo giovane tenore che proprio a Torino ha trovato il suo iniziale momento di gloria neh1' «Affare Makropulos». Otello, il geloso, Otello vittima di se stesso, Otello vittima dell'epilessia, ma soprattutto vittima della sua stessa cultura: sarà così José Cura, guerriero, uomo ombroso, amante viscerale. Sarà un collaudo da far tremare le vene ai polsi: con i Berliner e con Abbado sul podio. Forse un tempo, un debutto del genere per un avvenimento che attira l'attenzione dell'Europa musicale, non sarebbe avvenuto. Ma oggi bisogna avere il coraggio di tentare quello che potrebbe essere un fortunato esperimento. Barbara Frittoli sarà la dolce, indifesa Desdemona, la donna innamorata del generale governatore di Cipro. Un soprano giovane, dalla voce melodiosa, ormai lanciata verso le alte vette della lirica mondiale, già prediletta di Abbado, già pronta per ben altri cimenti che potrebbero benissimo farle indossare i panni tragici di Norma. Desdemona-Frittoli cadrà vittima della gelosia di Otello-Cura e della perfidia di Jago, esso stesso vittima della grandezza del suo generale. Jago, il vero protagonista shakesperiano, che nel libretto di Boito trova una dimensione umana avvincente. Il consigliere che trama alle spalle dell'uomo che ammira più di ogni altro e che imparerà a odiare. Sarà Ruggero Raimondi, un autentico colosso del teatro, un cantante-attore dalle sfumature imprevedibili che anche nel cinema ha ricoperto ruoli nel «Don Giovanni» di Mozart-Losey o nella «Carmen» di Bizet-Rosi. Aver convinto Abbado e i Berliner Philharmoniker a cimentarsi nel Regio dall'acustica ritrovata, è un'operazione culturale che fa onore al duo Tessore-Majer, ma anche a Francesca Carnerana, che dell'«operazione» è stata l'ambasciatrice. Il Coro del Regio canterà insieme con il Coro di Bratislava e con il Sùdtiroler Kinderchor, sottoposti alle speciali cure di Bruno Casoni. L'avvenimento e la trasmissione Rai sono realizzati con il contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione San Paolo e Fondazione Crt. [ar. ca.] Nelle foto in alto: a sinistra José Cura, a destra Ruggero Raimondi. Qui a fianco Barbara Frittoli

Luoghi citati: Bratislava, Cipro, Europa, Piemonte, Salisburgo, Torino