INVINCIBILE PRATT di Oreste Del Buono

INVINCIBILE PRATT INVINCIBILE PRATT Trentanni fa l'arrivo di Corto Maltese in Italia Ma fu in Francia che l'eroe del mare salato si affermò Nato a La Valletta, l'avventuriero ùìaugum i suoi viaggi nel 1904: dall'Egitto alle miniere di Re Salomone La vita non meno bizzarra del grande disegnatore: donne di ogni genere e figli, tanti figli N una bella pagina di Un romanzo d'avventura, il libro di Alberto Ongaro scritto su Hugo Pratt (Mondadori, 1970) troviamo un'affascinata e affascinante descrizione del rapporto del pubblico con il narratore veneziano nato per un capriccio della sorte a Pùmini: «Loro speravano che lui Hugo Pratt, il grande disegnatore di avventura, il grande narratore di storie di avventura, l'avventuriero solitario sempre pronto a partire così come si trovava, senza valigia, con un solo vestito, senza biancheria, con un paio di scarpe sui piedi nudi, riuscisse in qualche modo a cavarsela, anche se messo con le spalle al muro, anche se inseguito come un cavaliere indiano da una pattuglia di soldati, anche se accerchiato dai G-Men come un fuorilegge di Chicago: stavano tutti aspettando, ciascuno affacciato alla propria vignetta, ciascuno con il cuore sospeso dentro le pagine dei libri che aveva illustrato, fra le righe dei libri che aveva letto, nelle profondità dei film che aveva visto, in attesa, chi appoggiato al proprio fucile, chi seduto sulle spiagge di un'isola, chi nervosamente passando sul ponte della propria nave, tutti con lo stesso senso di sospensione, con lo stesso terrore che proprio lui, Hugo Pratt, potesse, per così dire, redimersi e decidere come un bravo ragazzo di vivere d'ora in poi in quella specie di palude che veniva chiamata realtà e mettersi a disposizione della medesima e magari dipingere quadri su ordinazione della medesima e scrivere, ad esempio, libri e racconti sulla banalità della vita quotidiana, come se la banalità quotidiana avesse bisogno di essere ulteriormente dimostrata...». La cosa straordinaria fu che, a un certo punto, dopo la creazione di Corto Maltese, Hugo Pratt cominciò a far parte anche lui del suo pubblico. E come pubblico aumentò le pretese. Corto Maltese non era ancora completo. Era ardito, bello, invincibile, forse immortale ma conservava varie zone d'ombra. Il suo passato era pressoché sconosciuto come il suo futuro. C'era un gran lavoro da fare. La prima uscita di Corto Maltese avvenne, come s'è già detto, nel 1967 in Italia. Contemporaneamente sul mensile Sgt Kirk edito con competenza e passione e sul settimanale Corriere dei Piccoli edito come atto dovuto, senza grande entusiasmo. Il mensile di Fiorenzo Ivaldi tirava 3000 copie e dovette chiudere a fine 1969 per scarsità di lettori. Nel 1968 Hugo Pratt con l'aiuto dell'editore e del direttore del Sgt Kirk aveva tentato una ripresa in grande de L'Asso di Picche che non era arrivata al ten;o numero. E il direttore del Corriere dei Piccoli, Carlo Triberti, non lo stimava molto. In pratica, Hugo Pratt era restato senza lavoro. Ma l'incontro al V Salone internazionale del fumetto di Lucca, grazie a uno dei suoi primi ferventi ammiratori Claude Moliterni, riuscì a stabilire contatti promettenti con l'editoria francese. Se si dice che Corto Maltese è nato in Francia e non in Italia nel 1967 si fa un doppio errore, geografico e cronologico ma, in compenso, si rivela una verità inconfutabile. Sul treno che da Genova lo portava a Parigi, Hugo Pratt decise di riprendere la Ballata del Mare Salato e continuare le avventure di Corto Maltese. La direzione del settimanale francese per studenti Pif accolse con favore la proposta e, quello che più contò, continuò a sostenere la pubblicazione delle avventure di Corto Maltese anche se i primi episodi non riscossero grande interesse. Tra l'aprile 1970 e l'aprile 1973 Pif pubblicò 21 episodi di 20 pagine ciascuno. Pif vendeva più di 400.000 copie e la fama di Corto Maltese andò crescendo di settimana in settimana, via via che Hugo Pratt inventava la biografia del suo eroe coinvolgendolo nella storia e nella leggenda. Corto Maltese nato a La Valletta (Malta) aveva trascorso tra il 1887 e il 1903 l'infanzia a Gibilterra, a Cordoba e a La Valletta. Sua madre, gitana di Siviglia, l'aveva fatto studiare alla scuola ebraica del già suo amante rabbino Ezra Toledano. All'inizio del 1904 Corto Maltese si era imbarcato a La Valletta inaugurando i suoi vagabondaggi. Aveva fatto scalo in Egitto e, durante la visita alle piramidi di Giza, un rabbino gli aveva consegnato una carta su cui era indicata l'ubicazione delle miniere del re Salomone. Aveva fatto scalo anche ad Aden, Mascate, Karachi, Bombay, Colombo, Madras, Rangoon, Singapore Kowloon, Shanghai e Tien Tsin. Una scorpacciata di scali, ma non si era fermato per un poco sinché non era arrivato verso la fine del 1904 in Manciuria, proprio nel pieno della guerra russo-giapponese. A Mukden (oggi Shenyang) aveva frequentato la famiglia Song destinata ad avere influenza nella storia della Cina e aveva fatto incontri importanti come quello con Jack London, scrittore americano corrispondente di guerra, o quello meno gradevole con Rasputin, giovane disertore di un reggimento siberiano e furfante almeno quanto il famigerato monaco cui aveva usurpato il nome di 'oh tei, corno. M MALTESE. . battaglia. Corto Maltese non sarebbe più riuscito a lasciarlo da parte, perché oscuramente sedotto dalla sua totale canaglieria. Nel 1905, dopo peripezie di tutti i generi di terra e di mare, Corto Maltese era arrivato con Rasputin in Argentina e a Cholilla in Patagonia si era trovato a far comunella con un fuorilegge nordamericano come Butch Cassidy. Ma nel 1907 in Italia ad Ancona, aveva fatto un'altra conoscenza forse più pericolosa, quella del portiere d'albergo di notte Dzugasvili, giovane rivoluzionario russo che sarebbe diventato più famigerato di Rasputin sotto il nome di battaglia di Stalin. E avanti e in¬ dietro tra il nuovo e il vecchio mondo, Corto Maltese non si era concesso tregue. Era stato segnalato nel 1909 a Marsiglia, in Tunisia nel 1911. Ma sempre nel 1911 si erano avute notizie di sue presenze a Salvador de Bahia, nelle Antille, a New Orleans, in India, in Cina, dove avrebbe voluto tornare nel 1913. Contrabbandiere e mezzo pirata perché amico di John Reed il rivoluzionario nordamericano che amava Mosca, proprio nel 1913 sarebbe incappato nell'ammutinamento della sua ciurma che lo aveva scaricato in mare al largo delle Isole Salomone il 31 ottobre. Il 1" novembre lo avrebbe tirato fuori dal liquido sepolcro l'eterno Rasputin. Da lì l'avvio de La ballata del Mare Salato. Un passato immenso insopportabile da un uomo nonnaie. Ma neppure Hugo Pratt era un uomo nonnaie. Mi sono limitato a pescare appena qualche data e qualche dato dalle monografie pedanti e dalle imbarazzanti professioni di fede riguardanti Corto Maltese. Tra date e dati, avrò certamente dimenticato più di una cifra o di un particolare. E magari quelli fondamentali, indispensabili per capire il fascino del personaggio in questione. Ma, pazienza, sono solo fumetti. E, del re¬ sto, al momento della sua resurrezione dal Mare Salato Corto Maltese non aveva nulla dietro. E' stato Hugo Pratt a riempire il vuoto del passato della sua creatura con tutti i mondi possibili come ha riempito il vuoto del futuro della sua creatura di tutti i mondi impossibili. Retrospettivamente e anticipatamente. Allusivamente e incontinentemente. Per anni e anni, Hugo Pratt è stato, infatti, di un'incontinenza mostruosa nel senso di meravigliosa. Come ha messo incinte quasi tutte le sue mogli, le sue compagne di lavoro, le sue fidanzate, quasi a testimoniare il suo prolifico passaggio da un continente all'altro da mia razza all'altra, a partire dalla prima moglie, la jugoslava Gucky Wogerer, che gli ha dato due figli, alla seconda moglie Anne Frognico che gli ha dato pure due figli sino ad arrivare al riconoscimento non solo della figlia avuta da una meticcia brasiliana, ma di tutti i bambini delle sorelle della temporanea amante, e così via, Hugo Pratt ha continuato a presentarci creature di carta e di inchiostro di china come di carne e sangue... «Le donne - ha dichiarato a Dominique Petitfaux autore di un libro di conversazioni con lui De l'autre còte de Corto -, le donne hanno avuto una grandissima importanza nulla mia vita... Avevo tredici anni quando ho avuto le mie prime relazioni amorose, quando ho incominciato a spendere soldi per delle donne. Ho moltissimi ricordi legati alle donne, ci sarebbe, anche in questo caso, da scrivere un lira. Ho conosciuto donne di ogni genere. Mi è capitato di conoscerne di molto intellettuali, ma mi piacciono anche le piccole parruccliiere. Nella vita, si inizia ad essere onanista e alla fine si torna ad essere onanista...». Ma la fine della vita di Hugo Pratt meriterebbe un capitolo a parte. Oreste del Buono BiUW/ZiMilfi